Romano Canavese (TO) - Il trionfo dello “Stile galante”
Carl Philipp Emanuel Bach

Concerto dell’Ensemble Atalante, incentrato sullo stile fiorito in Europa negli ultimi decenni del XVIII secolo.

Domenica 30 giugno alle ore 21.15 Antiqua torna nella Chiesa di Romano Canavese per un nuovo concerto dedicato al repertorio meno conosciuto del XVIII secolo, nel caso specifico lo stile galante (anche noto come rococò), che ebbe tra i suoi esponenti anche autori di primissimo piano come Franz Joseph Haydn e Carl Philipp Emanuel Bach, che nella prima fase della loro parabola artistica rimasero conquistati dalla sinuosa e accattivante vena melodica di questa corrente musicale, per poi virare più tardi su uno stile più elaborato e personale.

 

Questo concerto segnerà anche l’esordio nella rassegna organizzata dall’Accademia del Ricercare dell’Ensemble Atalante, una formazione di strumenti originali giovane ma già apprezzata a livello europeo, che si dedica con passione alla riscoperta di opere dimenticate da tempo.

 

Poco dopo la metà del XVIII secolo lo stile barocco iniziò a cedere il passo a nuove correnti musicali più in linea con la sensibilità di un mondo che stava avviandosi verso la Rivoluzione francese, un evento che avrebbe cambiato profondamente non solo il tessuto politico e sociale ma anche l’ambito artistico e culturale del continente.

 

Da un lato un irrefrenabile desiderio di freschezza e spontaneità rispetto alle elaborate costruzioni contrappuntistiche di Bach e Händel sancì il successo dello stile galante (rococò), mentre dall’altro si assistette a un progressivo superamento delle “ordinate” armonie che fino ad allora la avevano fatta da padrone a tutto vantaggio di una maggiore istintività, che anteponeva le intuizioni del cuore alle ponderate riflessioni del cervello.

 

Questa corrente ebbe inizio con lo Sturm und Drang (Tempesta e assalto), un movimento artistico ricco di inquietudini, che spianò la strada all’Empfindsamerstil (Stile sensibile) propugnato da Carl Philipp Emanuel Bach, secondo dei figli musicisti di Johann Sebastian. Per quanto possa sembrare incredibile, per oltre mezzo secolo il “vero” Bach fu considerato proprio Carl Philipp Emanuel, tastierista di eccelso talento e tra le figure più eminenti della corte berlinese di Federico II – che peraltro non ne amava affatto lo stile troppo innovativo.

 

Il suo valore fu però apprezzato pienamente da chi se ne intendeva davvero, come Mozart, che scrisse «Egli è il padre, noi i figli», e Beethoven, che ne studiò a fondo le opere. Contemporaneo del Bach di Berlino, Franz Joseph Haydn attraversò nel corso della sua lunga carriera parecchi stili, partendo dalla melodiosa scrittura concertante di impronta italiana, per arrivare alla più perfetta ed elegante espressione del Classicismo viennese.

 

I suoi trii per archi e cembalo segnarono il passaggio dai lavori spesso inconsistenti del rococò a una piena maturità che prefigurò le prime opere del genere di Beethoven, grazie a una scrittura ricca e corposa, nella quale i tre strumenti iniziarono a interagire su un piano di maggiore parità rispetto all’assoluto predominio della tastiera di pochi anni prima.

 

IL PROGRAMMA

 

CARL PHILIPP EMANUEL BACH (1714-1788)

Selezione di dodici piccoli pezzi per due flauti e tastiera Wq. 81

Minuetto – Minuetto – Polonaise – Presto – Allegro – Presto – Allegro

 

FRANZ JOSEPH HAYDN (1732-1809)

Trio Londinese n. 1 in do maggiore Hob. IV:1

Allegro moderato – Andante – Finale: Vivace

 

FRANZ JOSEPH HAYDN

Trio Londinese n. 2 in sol maggiore Hob. IV:2

Andante – Allegro

 

FRANZ JOSEPH HAYDN

Trio Londinese n. 3 in sol maggiore Hob. IV:3

Spiritoso – Andante – Allegro

 

FRANZ JOSEPH HAYDN

Trio Londinese n. 4 in sol maggiore Hob. IV:4

Allegro

 

CARL PHILIPP EMANUEL BACH

Triosonata in mi maggiore per due flauti e basso continuo Wq. 162

Allegretto – Adagio di molto – Allegro assai 

 

GLI INTERPRETI

 

ENSEMBLE ATALANTE

Géraldine Clément, flauto traversiere

Bárbara Ferraz, flauto traversiere

Phyllis Bartholomeus, violoncello

Aude Rambure-Lambert, clavicembalo

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 29/06/2019