Milano celebra i Cinquecento anni di Leonardo da Vinci con la riapertura della Sala delle Asse al Castello Sforzesco dopo sei anni di restauro

I disegni di Leonardo riconosciuti solo negli anni Cinquanta del secolo scorso, visibili a distanza ravvicinata. Un volume su tutte le fasi di recupero e restauro della Sala

Dopo sei anni di inteso lavoro riapre al pubblico eccezionalmente per l’evento dei Cinquecento anni della scomparsa del grande genio dell’umanità Leonardo da Vinci la Sala delle Asse al Castello Sforzesco. Il progetto curato da Michela  Palazzo e Francesca Tasso,  sarà visitabile fino al 12 gennaio 2020.

Attraverso la scenografica installazione multimediale  “Sotto l’ombra del Moro”, il pubblico viene guidato alla lettura dello spazio integrale della Sala, spostando l’attenzione dalla volta alle pareti laterali scoprendo come Leonardo abbia sviluppato il suo concetto di imitazione della natura tanto da immaginare un sottobosco e, al di là degli alberi, case e colline  all’orizzonte dalla stanza del Duca Sforza al territorio da lui governato, il pubblico potrà comprendere anche le complesse vicende storiche nel periodo del Rinascimento milanese. Il tutto ruota attorno al cosiddetto  Monocromo (disegno eseguito a carboncino Foto 1-2), nella sala delle Asse, una porzione di decorazione lasciata a livello di disegno che rappresenta le radici di uno dei sedici alberi di gelso, i cui rami si intrecciano in alto creando sulla volta un pergolato arboreo policromo  con gli stemmi della volta  a partire da quello Ducale di Milano  al centro (Foto 3).

La decorazione della sala (si scrive nel catalogo),  rimasta incompiuta, è storicamente legata al nome di Leonardo da Vinci, poiché nell’aprile del 1498 Gualtiero da Bascapé, segretario di Ludovico il Moro, scriveva in una lettera indirizzata al Duca di Milano che :”Lunedì si  desarmarà la camera grande da le Asse c>i>oè da la tore. Leonardo promete finirla per tuto Septembre”. I turisti attraversando gli spazi del Castello Sforzesco osserveranno la struttura : “La “Pergola di Leonardo” (creata per l’evento) che  è la riproduzione del vero in scala 1:2 della gigantesca decorazione della Sala: una vera e propria architettura vegetale costituita da giovani alberi di gelso. L’osservazione della natura è il filo che conducono ad altri progetti dedicati a Leonardo, che si trovano in vari ambienti e sale del Castello Sforzesco. Appena usciti  dalla Sala delle Asse  vi si trova la Sala dei Ducali  dove si trova una preziosa selezione di disegni originali di Leonardo da Vinci ( non proprio quelli preparatori del Monocromo ) e di altri importanti lavori di maestri del periodo rinascimentale. “Leonardo tra Natura, Arte e Scienzacurata da Claudio Salsi (Direttore del Castello Sforzesco), sono presentate opere provenienti da Her Majesty The Queen from the Royal Collection, dal Musée du Louvre  di Parigi, dal Kupferatichkabinett di Berlino e dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Vista la delicatezza delle opere, tutte su carta, l’esposizione resterà aperta al pubblico, fino al 18 agosto 2019.

Il programma “Leonardo mai visto” (Foto 4 ), le iniziative presso il Castello Sforzesco, sono realizzate con il sostegno di Fondazione Cariplo, Huawei, Regione Lombardia, e fanno parte del palinsesto “Milano Leonardo 500”, promosso e realizzato dal Comune di Milano Cultura e Castello Sforzesco, con il sostegno di Intesa Sanpaolo  in stretta connessione con il Comitato territoriale “Milano e l’eredità di Leonardo 1519-2019”, in collegamento con il Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il tutto  è prodotto da Civita Mostre e Musei.

Un biglietto unico intero  da euro 10, consente al visitatore di vedere tutte le mostre e istallazioni descritte finora, che vanno sotto il titolo di “Leonardo mai visto”, oltre alle collezioni degli altri sei Musei del Castello Sforzesco

L’evento è accompagnato da uno splendido volume edito dalla Silvana Editoriale in bilingue italiano - inglese (pp. 289 illustrazioni colori foto  si apertura) dove viene reso conto dei risultati dell’intervento di restauro, delle articolate indagini diagnostiche e delle valutazioni tecniche elaborate anche a fine dell’avvio del più ampio intervento conservativo sulla parte pittorica.

Nell’introduzione del testo Michela Palazzo e Claudio Salsi scrivono:”Il testo è costituito da una parte iniziale di carattere storico che descrive le origini e le destinazioni d’uso della sala nel corso dei secoli; un altro contributo è dedicato con uno speciale approfondimento sui restauri avvenuti in tempi recenti in particolare sul Monocromo.

La parte centrale del volume è destinata ai risultati dell’ampia e impegnativa attività diagnostica, sviluppata per supportare il cantiere di studio e per indirizzare le scelte tecniche di intervento sulle superfici delle pareti, in parte ancora ricoperte dallo scialbo, dove di trova il monocromo, e dove sono stati scoperti disegni preparatori della composizione. L’attività di restauro viene raccontata nell’ultima parte del volume, insieme al resoconto di quanto è stato fatto per l’organizzazione, l’archiviazione e la presentazione della imponente mole di dati raccolti.

Marco Ciatti (Direttore dell’Opificio delle Pietre Dure) introduce una riflessione di alto profilo, sotto l’aspetto metodologico, sull’atteggiamento da assumere di fronte ad un’opera tanto complessa, giunta a noi con modificazioni radicali dovute all’incidenza dei diversi e impropri utilizzi nelle varie epoche storiche. Questo testo è solo – concludono Palazzo e Salsi -   il primo di una serie di volumi dedicata alla decorazione della sala delle Asse, alle pitture e ai disegni del maestro di Vinci”.

 

 

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Articolo pubblicato il 03/07/2019