La Chiesa della Immacolata Concezione di M. V., in via Nizza 47 a Torino

L'Istituto dell'Immacolata Concezione è fondato dal Teologo Filippo dei conti Giriodi di Monasterolo nel 1854 per educare le ragazze povere ai principi della morale religiosa e all'amore per il lavoro

L’abate teologo Filippo dei conti Giriodi di Monasterolo è un benemerito personaggio della Torino capitale del regno di Sardegna che intende dedicarsi all’educazione delle ragazze povere per salvaguardarne l’onestà. Nella capitale del regno queste infelici – per usare il linguaggio dell’epoca - spesso sono lasciate in balìa di loro stesse sul marciapiede della via e così l’abate intende educarle alla scrupolosa pratica delle virtù morali prima che il vizio le abbia corrotte. Giriodi, per iniziare la sua opera nel Borgo San Salvario, si ispira all’attività del teologo Gaspare Saccarelli (Torino, 1817 - 1864), fondatore nel 1853 dell’Istituto della Sacra Famiglia nel Borgo San Donato.

Nel 1854, anno in cui il Papa Pio IX proclama il dogma della Immacolata Concezione, Giriodi fonda il suo Istituto di ricovero per le ragazze povere intitolandolo alla Immacolata Concezione della Vergine.

La nuova istituzione benefica ha un inizio modesto ma non tarda a progredire. Il fondatore, nel dicembre del 1856, chiede a Monsignor Luigi Fransoni, arcivescovo di Torino, un formale riconoscimento che conferisca personalità giuridica secondo il diritto canonico all’Istituto con la concessione del privilegio dell’Oratorio per la celebrazione della Messa e dei divini uffizi. Monsignor Fransoni acconsente, con decreto del 23 dicembre 1856, e loda i propositi ispiratori dell’Istituto che, ai suoi inizi è di modeste dimensioni e ha sede in una casa di via dei Fiori, oggi via Belfiore.

Nel 1860, questo edificio non è più sufficiente perché il numero delle ragazze accolte e di quelle da accogliere è sempre crescente, e Giriodi trasporta l’Istituto, comunemente detto “Ritiro della Concezione”, nell’isolato delimitato dalle vie Nizza, Pallamaglio, Valperga Caluso e Saluzzo che però non occupa interamente.

Scrive Giuseppe Torricella nel 1868:

«Al n. 6 [di via Pallamaglio] si trova una casa di educazione di povere orfane e abbandonate sotto l’invocazione dell’Immacolata Concezione. Il pio Stabilimento, fondato dall’abate teologo Filippo Giriodi di Monasterolo, è mantenuto e diretto dallo stesso generoso institutore, che vi ha consacrato molta parte del ricco suo censo. Le ricoverate sono in numero di 110, e vengono istruite in tutto quanto è necessario ad una modesta condizione».

All’angolo di via Nizza con la via Pallamaglio, l’Istituto ha una piccola Chiesetta dedicata alla Immacolata Concezione di M. V. che troviamo documentata nel libro di Giuseppe Isidoro Arneudo “Torino sacra” (1898) e in una pianta di Torino del 1914.

Dal libro di Arneudo apprendiamo che l’abate Giriodi muore il 25 luglio 1895, e viene sostituito dal benemerito sacerdote dottore Amato Vincenzo Scala, il quale fin dal 1873 ha iniziato a collaborare col fondatore e ne continua l’opera con zelo. Il libro così conferma le finalità dell’Istituto:

«Scopo della benefica pietosa istituzione è di educare le povere fanciulle che ospita ai principii di una religiosa morale, all’amore del lavoro, loro impartendo quella semplice coltura intellettuale, che, mentre è indispensabile nelle pratiche della vita, ben s’addice alla loro modesta condizione, addestrandole ad ogni sorta di lavori femminili ed istruendole a ben leggere, a ben scrivere ed a far di calcolo, corredo di cognizioni questo d’inestimabile valore, quando, abbandonato l’Istituto, intenderanno pur esse a crearsi una famiglia che nuove ben inspirate generazioni potrà preparare alla patria se “al ministerio eccelso di madri Dio le destinerà”».

Non disponiamo di ulteriori documenti che ci informino sulla eventuale persistenza dell’Istituto, su una sua evoluzione o trasformazione. Sicuramente non occupa più l’angolo delle vie Nizza e Morgari, dove sorge un palazzo.

L’attuale chiesa posta in via Nizza n. 47, è intitolata alla “Immacolata Concezione del S.S. Sacramento”, non è parrocchiale e ospita le Suore Sacramentine di Bergamo. Secondo la “Guida al Borgo San Salvario” (2001) la chiesa di non eccezionale interesse storico e architettonico presenta una massiccia facciata con quattro colonne rosse con pregevoli capitelli con decorazioni floreali contrasta con l’interno a pianta ellittica dagli ampi spazi chiari. Quanto all’epoca della costruzione, sul portale è impressa la data 1928, ma appare già citata in guide del 1923, altre fonti la anticipano addirittura al primo decennio del ‘900. Il progetto è dell’architetto Enrico Mottura.

Uno degli esponenti di CampaneTo, gruppo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio campanario di Torino e provincia, chi ha spiegato che le campane della chiesa dell’Immacolata hanno la particolarità di avere i ceppi della nota fonderia veronese Cavadini e vengono azionate ancora tramite la corda.

È possibile ascoltare questa campane in questi due video: “Distesa feriale” e “Campane dell’Immacolata Concezione”.

 

Guida al Borgo San Salvario, volume primo, Agenzia per lo Sviluppo Locale CICSENE, 2001.

Giuseppe Isidoro Arneudo, Torino Sacra illustrata nelle sue chiese, nei suoi monumenti religiosi, nelle sue reliquie, Torino, G. Arneodo Editore, 1898.

Giuseppe Torricella, Torino e le sue vie, Torino, 1868.

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Articolo pubblicato il 06/07/2019