Torino - Appendino vattene!
La sindaca Chiara Appendino con il Ministro per lo sviluppo economico Luigi Di Maio (Huffington Post)

La misura è ormai colma. Urge togliere l’incomodo

La notizia era già nell’aria, ma la certezza è giunta come un fulmine nel tardo pomeriggio di giovedì, annunciata dagli organizzatori.

 

Il Salone dell'auto lascia Torino per la Lombardia dopo cinque edizioni: questa é la decisione annunciata, che fa cumulo con la cattiva predisposizione della giunta Appendino verso la città.

 

La sindaca, uscendo dalla sua consueta ambivalenza si dice

 

"furiosa per la decisione del comitato organizzatore. Una scelta che danneggia la città".

 

Ma i suoi strali, immemore del suo esempio del passato, vanno anche a consiglieri della sua maggioranza e al vicesindaco Guido Montanari. Infatti, in un momento di lucidità esclama:

 

“Alla scelta degli organizzatori della kermesse dell'automotive - dice la prima cittadina - hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale  e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco".

 

Appendino si riferisce alle critiche, anche con parole forti secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, espresse da Montanari (il NOTUTTO) sull'organizzazione della rassegna motoristica. Il vicesindaco oltre ad aver  spedito nei pressi del Valentino i vigili urbani per multare le auto di visitatori ed organizzatori,  aveva addirittura auspicato lo scatenarsi di un tornado che scaricasse in Po le auto e l’intera kermesse.

Montanari, che accusa il colpo, tende poi fulmineo la mano ad Appendino:

"Comprendo lo sconcerto e il disappunto della Sindaca e mi scuso per aver dato pretesto a polemiche strumentali".

Il trasferimento del Salone dell'auto da Torino, ironia della sorte, annunciato nel giorno del lancio della 500 elettrica nello stabilimento Fca di Mirafiori - riapre la ferita aperta dalle Olimpiadi invernali del 2026 assegnate a Milano-Cortina e sfuggite al capoluogo piemontese per il NO dell'amministrazione cittadina.

"E' un'altra doccia fredda - commenta Alberto Cirio, governatore del Piemonte - Torino non può continuare a perdere tutto quello che è stato costruito con anni di lavoro e fatica dai suoi cittadini, dalle istituzioni e da tutto il sistema produttivo e territoriale".

Contro i M5s si scatenano le opposizioni in consiglio comunale:

” No alle Olimpiadi, No alla Tav, No al Salone dell'auto, No alle grandi mostre, No alle trasformazioni urbane. E peraltro le periferie, usate ieri strumentalmente per raccogliere consenso, oggi sono abbandonate a se' stesse. E’  la "decrescita felice" teorizzata dal vicesindaco e che sta mortificando Torino, riducendola a una citta piccola, provinciale e senza ambizioni. La sindaca Appendino ne tragga le conseguenze".

Lo ha dichiarato Piero Fassino.

 

Stefano Lo Russo, capogruppo dem, parla di una

"furia distruttiva per Torino come non era neanche immaginabile. La città è stata saccheggiata e distrutta da amministratori inadeguati e inconcludenti".

 

Osvaldo Napoli, capogruppo Fi, invita la sindaca a dimettersi:

 

"Deve farlo contro la sua maggioranza che è passata sulla vita della città come le sette piaghe d'Egitto. Tre anni di opposizione a tutto, alle Olimpiadi invernali, al Salone del Libro, alla Tav".

 

Mino Giachino nella serata di ieri ha riunito i suoi supporters per concordare una mobilitazione contro il depauperamento di Torino.

 

La misura è ormai colma. A Torino, alle elezioni regionali del 26 maggio i voti a favore del M5S a Torino hanno rappresentato il livello più basso registrato in Piemonte.

 

Infatti, dal giorno del suo insediamento, Chiara Appendino oltre a non essere neppure stata in grado di scegliersi diretti collaboratori adeguati, ha impedito e bocciato le iniziative che avrebbero potuto attenuare la perdita di posti di lavoro e disegnare nuove prospettive per la città.

 

Invero la sindaca si è distinta per la partecipazione ai gayprade, nel celebrare i matrimoni omosessuali e per accorrere ogni qualvolta un gattino restava intrappolato in spazi angusti.

 

Per il resto nulla.

 

Ha perso le opportunità per richiedere i finanziamenti europei  a favore della seconda linea della metropolitana. Ha creato l’obbrobrio di piazza Baldissera, rifiutando l’adozione delle misure idonee ad incanalare il traffico e sta preparando il terreno per crearne un altro in via Nizza con la posa di un percorso ciclistico di cui non si sentiva la necessità.

 

Per non parlare del braccio di ferro che da mesi ha ingaggiato con le associazioni dei commercianti per limitare l’accesso al centro ed estendere la ZTL sino alle 19,30.

 

Ieri sera, a porte chiuse, s’è tenuto l’incontro di Di Maio con gli attivisti del movimento già in rotta contro la politica governativa.

 

Di Maio ha affermato di essere solidale con la sindaca ed ha strigliato i consiglieri grillini dissidenti.

 

Nel contesto anche Salvini è intervenuto deprecando le molte scelte contro la città sostenute da Chiara Appendino sin dal suo esordio.

 

Il consiglio che potremmo dare alla sindaca, nel momento di maggior solitudine e a tutela della sua dignità, è la via delle dimissioni, ben più dignitosa di quella del disonore.

 

Molli al loro destino i suoi smandrappati consiglieri e lasci che si trastullino tra i fumi dei centri sociali e la battaglia persa contro la TAV.

 

La ragazza è giovane, colta, di buon famiglia e potrebbe aspirare a ben altro destino, piuttosto che condividere una particina con un Montanari privo di futuro.

 

Rifletta dottoressa Appendino.

 

Certe occasioni, peraltro da lei a parole ipotizzate, vanno colte al volo!

 

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Articolo pubblicato il 13/07/2019