Bastia Mondově (CN) - … Di Addii e lontananze – Gioielli della Romanza da salotto
Il Maestro Guido Galterio

Il Festival dei Saraceni propone un viaggio sentimentale tra Otto e Novecento

Prendendosi una pausa dal prediletto repertorio preromantico, il Festival dei Saraceni organizzato a partire da quest’anno dall’Academia Montis Regalis propone sabato 27 luglio alle ore 21 nella Chiesa di San Fiorenzo di Bastia Mondovì un delizioso concerto dedicato alla romanza da salotto, che vedrà grandi protagonisti il soprano Jolanta Stanelyte e il tenore Mattia Pelosi, accompagnati dal pianista Guido Galterio.

 

A partire dalla metà del XVIII secolo i principali motori della diffusione delle ultime tendenze artistiche furono i salotti dei membri dell’aristocrazia e – in maniera sempre maggiore con il passare del tempo – della borghesia, che contribuirono a emancipare sotto l’aspetto culturale, rendendola una delle forze sociali più attive e determinanti dell’Ottocento.

 

Nei salotti più importanti era possibile discutere con filosofi, ammirare le tele dei pittori più à la page, leggere i versi di poeti e drammaturghi noti e pressoché sconosciuti e spesso ascoltare le opere di compositori destinati a passare alla storia. Per gli artisti i salotti divennero ben presto luoghi della massima importanza, dove poteva capitare di incontrare mecenati in grado di cambiare la loro vita e di raggiungere lo status di veri e propri divi, come accadde tra gli altri a Fryderyk Chopin e a Franz Liszt.

 

Nel corso del XIX secolo nei salotti di tutta Europa si sviluppò un repertorio vocale che conobbe uno straordinario successo, che spesso si limitava a una funzione di semplice intrattenimento – una delle critiche principali che vengono rivolte a questo ambito repertoriale – ma che in alcuni casi raggiunse vette vertiginose, come testimoniano parecchi brani di questo concerto. Al di là di queste valutazioni, va detto che la musica da salotto costituisce una vivida testimonianza di un’epoca molto tormentata e caratterizzata da guerre ricorrenti – dalla Rivoluzione francese e dall’epopea napoleonica fino al primo conflitto mondiale – un ardente anelito di libertà e un insopprimibile desiderio di felicità.

 

Uno degli autori che si tende ad associare più spesso a questo repertorio è Francesco Paolo Tosti, un compositore che viene spesso denigrato per la pretesa superficialità delle sue romanze da salotto. In realtà questa critica appare del tutto fuori luogo fin dal primo ascolto delle sue romanze, che uniscono una intensa vena melodica che affonda le sue radici nella gloriosa Scuola Napoletana – Tosti era infatti allievo del famoso operista Saverio Mercadante – ai versi raffinati di celebri poeti come Antonio Fogazzaro e Gabriele D’Annunzio.

 

La grandezza del compositore ortonese trova ulteriore conferma nel fatto che nel 1880 venne chiamato a ricoprire l’incarico di maestro di canto alla corte inglese della regina Vittoria, dove nel 1906 per i suoi meriti artistici gli venne addirittura conferita la cittadinanza britannica, un onore riservato a pochissimi stranieri. Nel corso della sua lunga carriera, Tosti scrisse oltre 500 romanze, alcune delle quali – come Ideale, Tristezza e L’ultima canzone – sono state eseguite dai più grandi cantanti del Novecento, da Enrico Caruso – che conobbe personalmente il Maestro – al trio composto da Luciano Pavarotti, Plácido Domingo e José Carreras, che non mancavano mai di inserirne qualcuna nei loro seguitissimi concertoni.

 

Un discorso a parte merita la bellissima Marechiare, un brano basato sui versi di Salvatore De Giacomo, che molti considerano l’anello di congiunzione ideale tra la tradizione partenopea del XVIII secolo e la grande canzone napoletana fiorita a partire dagli ultimi anni dell’Ottocento. Grazie a queste romanze, Tosti seppe compiere un vero miracolo, riuscendo a mettere d’accordo i melomani più snob e il pubblico dai gusti più popolari, come era successo in ambito operistico a un protagonista di primissimo piano come Giuseppe Verdi.

 

Tra gli autori di romanze da salotto vi sono anche parecchi operisti dell’epoca, sia italiani sia stranieri, che trovarono in questo genere il veicolo ideale per esprimere emozioni più intime ed elegiache rispetto alle opere di grandi dimensioni. In queste deliziose miniature si distinsero ovviamente tutti i belcantisti, da Gioachino Rossini, a Gaetano Donizetti e a Vincenzo Bellini, ma diedero un contributo tutt’altro che trascurabile anche i pezzi da novanta, tra cui lo stesso Verdi, come si può notare nella intensa In solitaria stanza, su testo di Jacopo Vittorelli, nella quale è possibile notare qualche tratto poco noto della personalità artistica del Cigno di Busseto.

 

Parallelamente all’Italia, negli altri paesi europei si sviluppò una fiorente tradizione vocale, che in ogni paese assunse connotazioni stilistiche e tematiche diverse, dal Lied austro-tedesco alla mélodie francese e dal song inglese alla canción spagnola, senza dimenticare la ricchissima produzione che vide la luce nella Russia zarista.

 

In alcuni casi, è possibile notare l’incontro tra tradizioni di paesi diversi, come la pensosa Solo colui che ha sofferto come me può capire di Ciaikovsky, che riecheggia nel testo e nell’atmosfera il celebre canto di Mignon di Goethe (messo mirabilmente in musica, tra gli altri, da Franz Schubert), mentre altri brani possono essere visti quasi come il manifesto del sentire nazionale dell’epoca, come l’assorta Aprés un rêve di Fauré e l’ammaliante En Aranjuez con tu amor di Joaquín Rodrigo, il cui tema proviene dal movimento centrale del celebre Concierto de Aranjuez per chitarra e orchestra.

 

Piccole cartoline di un’epoca ormai irrimediabilmente superata, che comunque continuano a fare vibrare il cuore di chi sa apprezzare la grande ispirazione anche in piccole miniature.

 

 

IL PROGRAMMA

 

 

Francesco Paolo Tosti (1846-1916)

Ideale

L’ultimo bacio

Serenata

 

Joaquín Rodrigo (1901-1999)

       En Aranjuez, con tu amor

 

Giuseppe Verdi (1813-1901)

In solitaria stanza

 

 Antonín Dvo?ák (1841-1904)

Quando la mia vecchia madre op. 55 n. 4

 

Gaetano Donizetti (1797-1848)

L’ultimo rimprovero, duettino

 

Francesco Paolo Tosti

Tristezza

 

 Piotr Ilic Ciaikovsky (1840-1893)

Solo colui che ha sofferto come me può capire op. 6 n. 6

 

 Gabriel Fauré (1845-1924)

Apres un rêve

 

Mikhail Glinka (1804-1857)

Nel sangue brucia il desiderio

 

Sergei Rachmaninov (1873-1943)

Pioggia di primavera op. 14 n. 11

 

Francesco Paolo Tosti

Marechiaro

 

 

GLI INTERPRETI

Jolanta Stanelyte, soprano

Mattia Pelosi, tenore

Guido Galterio, pianoforte

 

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Articolo pubblicato il 27/07/2019