Dialoghi sul senso della vita – 4.1 di n.

Invertire la rotta.

Inizio del quarto incontro.

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Benvenuti!

Riprendiamo il filo del discorso; prima però desidero ricordare che non è cosa da poco poter parlare di questi argomenti in questo modo senza scatenare reazioni incontrollabili. Per questo ringrazio nuovamente tutti per l’opportunità concessami.

 

Riguardando la registrazione dello scorso incontro mi sono reso conto che è davvero una fortuna poter agire in libertà e restare vivi

 

INTERVENTO DAL PUBBLICO = IDP

… con questa premessa … mamma mia … si salverà ancora? (risate)

 

Non lo so!

Infatti, nonostante la nostra ignoranza del fatto che ogni cosa che facciamo, interagendo con tutto, non è senza conseguenze, che quindi, anche se non ce ne accorgiamo, le cose accadono comunque e noi siamo ancora vivi, dovremo essere coscienti del fatto che ogni volta che ci ritroviamo è da considerare un miracolo e non semplice routine.

 

Osservando le cose che ci accadono come se si trattasse ogni volta di un miracolo anziché di fatti banali potremo trarne grande aiuto per comprenderne il senso.

 

Il fatto stesso di ritrovarci non è così banale: niente e nessuno ci può garantire che possa sempre essere così solo perché si è stabilito un calendario ed è scritto su un libretto!

 

Il fatto stesso di poter vivere ogni giorno della vita non è così banale e scontato!

 

Per entrare nel vivo di questo incontro, qualcuno ha domande o osservazioni da proporre?

 

IDP… io più volte ho ripensato allo schema che aveva fatto alla lavagna … quello dove si scende … si sale … c’è il ponte … mi chiedevo se la famiglia, la scuola, l’educazione non fossero un ponte … e se in effetti non serva o se davvero, come ho sentito in questi incontri, possano essere di impedimento alla evoluzione e alla crescita dell’essere umano … perché sono interventi dall’esterno … quindi mi chiedo se rinunciando alla costruzione di quel ponte … non ci ritroveremmo, in maggior parte, ad essere dei bruti?…    

 

Giusta domanda che contiene in sé la risposta: saremo dei bruti!

Ma … oggi che cosa siamo?

 

IDP… dei bruti!

 

IDP… basta guardarsi intorno! … tutto quello che succede …

 

Giustamente molte delle cose che sono state fatte dagli esseri umani sono servite a salvaguardare grossolanamente l’umanità da un abbrutimento più grande; ciononostante noi siamo molto più simili a dei bruti che ad esseri umani poiché reagiamo senza ragionare.

 

Agiamo senza cognizione!

 

Quindi ci siamo inventati tutta una serie di situazioni e mezzi per aiutarci a non sprofondare ulteriormente nel degrado. Se ricordate lo schema in cui si tratta dei diversi tipi di vita,

tornando al fatto che siamo scesi in questo contesto, ciò non significa che la discesa non possa andare oltre, al di sotto del livello dell’animale! Lo vediamo in alcune delle nostre espressioni; inutile ricordarle!

 

Visto il rischio che corriamo, dobbiamo chiederci cosa sia meglio utilizzare per non degradare ulteriormente e cosa si debba evitare per non degradare irreversibilmente!

 

Inoltre occorre comprendere come ribaltare la situazione di declino per tornare ad uno sviluppo cosciente, a percorrere nuovamente la retta via! Se no, come verifichiamo giornalmente, ci troviamo sempre in uno stato di confusione senza sapere bene in che direzione andare.

 

Quindi siamo chiamati a riprenderci la nostra responsabilità riguardo alle cose e a non rispondere più in maniera automatica sull’onda delle decisioni prese da altri in vece nostra. Ed ecco che la famiglia e la scuola sono istituzioni che decidono in vece del singolo individuo; non lo lasciano libero di prender le sue decisioni ma lo preparano a scelte tra possibilità preconfezionate e gestibili “per il bene comune”.

E se tali istituzioni da una parte danno sicurezza, dall’altro impediscono di percorrere la propria strada.

 

Ecco nascere tensioni alle quali reagiamo come bruti quando meno ce lo aspettiamo; quando il vaso è colmo, trabocca in ogni direzione!

 

Riprendiamo lo schema della discesa e risalita e vediamo di puntualizzare meglio il senso di tutto ciò che è contenuto nella sua domanda-risposta!

 

Evidenziamo che il tentativo di costruire un ponte tra la nostra situazione attuale ed una ipotetica, più “umana”, è principalmente sostenuto dalla scienza.

 

Scienza e società cercano con ogni mezzo di sostituire le nostre carenze individuali, ciò che non funziona nel nostro sistema individuale, con surrogati come la tecnologia e le regole!

 

Possiamo notare una cosa molto interessante: guardando dove si colloca la famiglia non come strumento ma come stimolo di rapporti verso gli altri e le cose in relazione ad una ipotetica possibilità di ricongiungerci al nostro proprio cammino, possiamo rappresentarla come una spessa lastra infrangibile che ci impedisce di farlo, facendoci rimbalzare indietro ogni volta che tentiamo di stabilire un “vero contatto” con esso.

 

Tutte le istituzioni che operano a fin di bene, mentre per un verso aiutano l’individuo, in un altro senso costituiscono in pratica un ostacolo invisibile per lo svolgimento di questo percorso di maturazione della coscienza individuale.

 

Impediscono all’individuo di affrontare direttamente le sue responsabilità, sostituendosi ad esso “perché incapace o inadatto” e rendendolo di fatto tale a forza di ripeterglielo.

 

Questo principio funziona così anche se applicato in senso positivo. Per esempio si può far credere a chiunque di essere “adatto, potente e capace” fino a quando egli è inserito ed appartiene ad una istituzione che lo sostiene; ma quando tale sostegno viene meno, ogni valore torna a rivelarsi per quello che è sempre stato! Il poveretto torna ad essere un poveretto!

 

Il senso di impotenza e la disperazione di chi viene respinto indietro è grande perché non riesce a vedere in tali istituzioni l’ostacolo al proprio cammino e continua a tentare di farsi accettare o di inserirsi in esse, peggiorando la situazione! È difficile poter ammettere che il contesto dove si è nati possa diventare il maggior ostacolo per la possibilità di poter sviluppare la propria autonomia di vita.

 

Anche le religioni, che dovrebbero condurre alla riunione con l’Origine, fanno la stessa cosa; per un verso proteggono il singolo da un maggiore abbrutimento dettando delle regole comportamentali minime di rispetto degli altri e spingendolo ad elevarsi dal suo stato, ma nello stesso tempo gli impediscono di conoscere realmente se stesso e il mondo dandogli una versione preconfezionata di tale presunta conoscenza.

 

Il dramma dell’essere umano è che sono proprio tutte le sue buone intenzioni di perseguire uno scopo a tenerlo lontano dal suo raggiungimento! Come un supplizio di Tantalo: ogni volta che sembra di poter bere l’acqua tanto desiderata, questa si ritrae lasciando una sete sempre maggiore!

 

Ma questo stato di cose ha anche un aspetto positivo di salvaguardia; infatti l’essere umano, seppure degradato, è sempre un figlio del Tutto e come tale mantiene in parte i poteri di cui disponeva in origine. Non li può più usare integralmente perché, non essendo più nel pieno delle sue facoltà, li userebbe in modo distorto facendosi e facendo male. Potrebbe perfino coinvolgere l’intero universo e altri universi in questa sua azione distorta!

 

Per fortuna questo non è l’epilogo della storia ma solo un momento di passaggio dal quale egli può proseguire seguendo le indicazioni contenute in un processo cosciente di ristabilimento delle sue piene facoltà originali al fine di raggiungere la vera meta della sua vita.

 

Possiamo uscire da uno stato di vita condizionato e riacquistare la libertà!

 

Continua nel prossimo articolo 4.2 di n dal titolo:

Necessità di operare scelte consapevoli.

 

Foto, schemi e testo

Pietro Cartella

 

 

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Articolo pubblicato il 01/10/2019