La crisi di Governo - Giravolte renziane e grilline.

“Civico20” ospita un articolo di Bernardino Ferrero.

Un vecchio detto recita così: chi disprezza compra. E vedendo quello che sta accadendo attorno ad una ipotesi di governo istituzionale per scongiurare le urne a ottobre/novembre appare che il detto ora cada proprio a fagiolo.

 

La notizia arriva ieri, anche se era già nell’aria: Matteo Renzi dice no alle elezioni anticipate, aprendo ad alleanze parlamentari per formare un governo che di fatto blocchi le intenzioni incassatrici di Matteo Salvini.

 

Facile cogliere una risposta alle parole pronunciate da Bebbe Grillo: “Niente voto, fermiamo i barbari”. A stretto giro arriva anche la conferma di Luigi Di Maio che apre a convergenze parlamentari “per completare la riforma con il taglio di 345 parlamentari”.

 

Dunque, il quadro sembra più chiaro: i 5 Stelle aprono e Renzi risponde. Renzi, appunto. Non il PD, che come al solito si spacca. E si perché il segretario vero, Zingaretti, si è subito precipitato nel ribadire la linea ufficiale dem: subito al voto. Con lui anche Carlo Calenda che non gliene manda certo a dire al suo ex presidente del consiglio: “Idea folle quella di Renzi: così Salvini arriva al 60%”.

 

È chiaro che le partite in ballo sono più d’una: i grillini sanno che andando al voto non riconfermerebbero il successo del 2018 e, di conseguenza, si troverebbero con un numero di parlamentari inferiore a quello odierno.

 

E Renzi sa benissimo che non avrebbe più la maggioranza di parlamentari suoi fedelissimi come ora, perché il regista della composizione delle liste sarebbe Zingaretti. Non solo. Sentite cosa dice ancora Calenda: “Se Renzi vuole prendere tempo perché vuol fare il suo partito non inventi scuse, lo dica apertamente perché non è che siamo tutti fessi”. Chiarissimo, no?

 

Insomma, in virtù di queste partite e dell’ “interesse nazionale” (sterilizzare l’Iva, la manovra economica etc…), grillini e renziani compiono una giravolta completa. Ricordiamo che era stato Renzi a sbarrare la strada ad un possibile governo Pd-M5S nel 2018 (prima del contratto di governo con la Lega) con tanto di hashtag #senzadime.

 

Per non parlare di tutte le peggio cose che i grillini hanno rivolto agli esponenti renziani, tanto da costruirci la narrativa che li ha portati al successo alle politiche dello scorso anno. E ora? Ora in nome dell’Iva e della manovra e soprattutto contro Salvini, val bene un governo anche insieme, di scopo, NoTax come lo chiama Renzi, o taglia poltrone come lo chiamano i grillini.

 

Tutto val bene un governo. Se così fosse, la profezia di Calenda (“Salvini al 60%”) forse, non è poi così tanto lontana dalla realtà…

 

Loccidentale.it

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Articolo pubblicato il 12/08/2019