Dialoghi sul senso della vita – 4.3 di n.

Vivere pienamente nel presente.

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: necessità di operare scelte consapevoli.

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Ora vedremo come a causa della nostra mancanza di conoscenza e consapevolezza, alcuni potenti simboli possono essere usati e proposti da qualcuno in modo distorto, oppure si possa andare oltre tale condizione.

 

Ed ecco l’ennesima provocazione!

 

Certamente conoscete tutti il simbolo contenuto nella riquadro 1 della figura!

 

 

È evidentemente una croce; ma non è solo un simbolo usato da una religione! Esisteva prima che essa fosse; aveva ed ha altri significati! Molti popoli hanno usato questo simbolo nel corso dell’esistenza dell’essere umano.

 

Ovviamente per noi ha un significato legato al luogo in cui siamo nati, alla educazione e cultura che abbiamo ricevuto e assimilato.

 

Proviamo a cercarne altri significati meno usuali!

 

L’asse orizzontale della croce rappresenta il mondo in cui viviamo dove ogni cosa si sussegue ad un’altra nel tempo e nello spazio.

 

Non posso essere contemporaneamente a casa mia e su una barca nel mare; ma oggi sono qui a casa mia e se va bene tra cinque ore posso essere su una barca nel mare. Tra questi due fatti ci saranno diversi altri fatti che devono avvenire; dovrò uscire di casa, salire in auto, avviarmi verso la meta, percorrere il tragitto che intercorre fino al mare, andare al porto, prendere la barca, etc etc (riquadro 2 della figura).

 

Quindi ho la percezione, o meglio la certezza, che tra il mio essere a casa e il mio essere al mare su una barca sono accadute delle cose ed è passato un certo tempo.

 

Analogamente percepisco la mia esistenza come una sequenza di fatti.

 

Se sono in un posto non posso essere in un altro!

 

Se vedo casa mia, che dista 200 km dal mare ed è posta in una valle, non vedo il mare!

 

Ma anche se sono in un posto non posso vederlo tutto: se guardo davanti non vedo dietro.

 

E se mi muovo da un posto, non ricordo bene come era il posto dove stavo un attimo prima e ancora meno quello dove ero un’ora prima!

 

Se sono immerso nell’acqua del mare, posso vedere solo l’acqua che mi circonda fino ad un certo punto, ma non tutta l’acqua del mare!

 

Se sono qui dentro con voi, non vedo quello che c’è fuori!

 

Ma tutto questo è sempre presente in ogni istante!

 

La mia casa, la barca, il mare, voi siete sempre stati presenti, ma non nello stesso spazio e nello stesso tempo in cui io posso percepirvi contemporaneamente (riquadro 3 della figura).

 

Ecco un altro significato del braccio orizzontale della croce!

 

Ora cerchiamo di comprendere cosa avviene quando il nostro sistema è in grado di recepire queste informazioni in modo diverso! In una condizione particolare, che ora anche i nostri scienziati stanno cominciando a prendere in seria considerazione, le relazioni tra lo spazio e il tempo, sembra possano diventare diverse: tutte le cose che abbiamo citato poco fa sembrano poter coesistere ed essere osservabili nello stesso tempo (riquadro 4 della figura), come un ologramma sintetico di tutto ciò che esiste!

 

Solo quando i due assi, orizzontale e verticale, si incrociano accade qualcosa di particolare ed unico: ogni cosa è presente e visibile nello stesso luogo e nello stesso tempo; questa condizione particolare da alcuni viene chiamata “illuminazione”. Significa che in quell’istante ho avuto una specie di visione allargata, un attimo di onniscienza, in cui ogni cosa si è rivelata contemporaneamente in tutti gli aspetti della sua essenza; di conseguenza ho potuto “comprendere” con tutto il mio essere e non solo in modo parziale mediante la mente.

 

 

Che ogni cosa esistente sia visibile contemporaneamente nello stesso luogo è fuori dalla portata delle nostre attuali possibilità di ragionamento mentale, però qualcosa sta accadendo nel campo della ricerca scientifica in grado di farci intuire che ciò sia possibile anche se noi non riusciamo neppure ad immaginarcelo. Per esempio si è cominciato nel campo della fisica delle particelle e dei quanti a sperimentare come due fotoni, posti a grande distanza l’uno dall’altro, reagiscano all’unisono quando anche uno solo di loro viene sollecitato.

 

Avviene come se tra i due non ci fosse alcuna distanza che l’informazione debba superare per giungere da uno all’altro.

 

Vuol dire che ci sono sicuramente altre situazioni spazio temporali che a noi normalmente sfuggono; vuol dire che potrebbe esserci la possibilità che, invece di vedere attraverso i due soli occhi biologici, sia possibile che il nostro intero sistema sia per un istante un unico grande occhio in grado di vedere contemporaneamente in ogni direzione, dentro e fuori di sé, e di fissare tali impressioni nella coscienza anche se questa non è ancora in grado di trattenerne le suggestioni se non per un breve istante.

 

Però tale impressione non potrà più andare perduta, come avviene la prima volta che facciamo l’esperienza di bruciarci un dito. La nostra coscienza saprà per sempre cosa è accaduto! E sapremo che ciò è veramente accaduto senza bisogno della conferma di alcuna autorità!

 

Da quel momento per noi diventa possibile “intuire”.

 

Intuire, dal latino intueri, in, dentro e tueri, guardare, vedere, significa letteralmente guardare dentro. Cogliere, comprendere, capire immediatamente senza procedimenti ragionativi (citazione estratta da Enciclopedia Grolier). In altra accezione l’intuizione è la condizione istantanea e non permanente di essere connessi con il mondo originale sperimentandone l’onnipresenza e l’onniscienza sotto forma delle più disparate modalità percettive e/o sensitive, dalla più astratta alla più materiale. L’indirizzo realizzativo che ne consegue è mediato dallo stato di coscienza dell’essere umano che ne è stato soggetto/oggetto insieme.

 

Ora forse è più facile comprendere come determinati simboli contengano non solo un tipo e quel tipo di informazione che ci è stata insegnata!

 

Come essi siano veicolo di diversi tipi di informazione in relazione alle capacità percettive maturate dall’intero sistema dell’essere umano e fissabili nella sua coscienza!

 

L’essere inchiodato su una croce non è solo simbolo di una tortura che può essere patita da qualcuno; significa ben altro! Significa per esempio che solo se si “inchioda” la nostra identificazione temporanea e artificiale, cioè illusoria, con questa o quella cosa e situazione in favore di ciò di cui possiamo essere consapevoli nel presente, tutto il nostro intero essere morirà alle vecchie cose, lasciando spazio ad altro, per rinascere in qualcosa di veramente nuovo.

 

Vuol dire morire all’idea di come crediamo di essere e di come siano le cose e finalmente cominciare a vederci per quelli che siamo realmente e come sono, sono state e saranno, le cose. Poniamo fine al continuo inutile elucubrare della mente. Cominciamo a vedere davvero e non a credere di vedere. Comincia a farsi strada il ricordo di cosa significa “eternità” e “eterno presente”.

 

Nello scorso incontro qualcuno ha asserito che per lui ci sono alcuni momenti in cui non avrebbe nessuna importanza il fatto di morire … bene: questo momento, quello dell’incrocio tra le due condizioni, ha tale caratteristica; infatti nulla ci chiama ad agire, semplicemente siamo, senza bisogno di conferme esterne, nel flusso della Vera Vita eterna dove la morte, ovvero il cessare del flusso apparente delle cose, non esiste e quindi giustamente “non ha nessuna importanza il morire” dello strumento fisico temporaneo. Il nostro vero essere non è totalmente identificato con il suo veicolo fisico.

 

Siamo liberi e vuoti!

Siamo liberi da ogni preconcetto e vuoti perché possa fluire dentro di noi ogni aspetto della Vera Vita!

 

Per il nostro normale modo di sentire questo stato equivale a morire!

 

Infatti siamo liberi da ogni desiderio e aspettativa e vuoti di pensieri speculativi: stiamo contemplando la vita in ogni suo aspetto; noi stessi siamo la vita!

 

Siamo nati ad un’altra vita.

 

E questo a cui accennavo all’inizio di questo incontro quando ricordavo che non si possono dire alcune cose senza rischiare la propria pelle! Questo è ciò che dà fastidio e fa paura a ogni tipo di autorità parassita: se qualcuno prova questo stato e ne induce altri a provarlo, viene meno il loro cibo costituito dalle conseguenze delle azioni della massa umana animale incosciente. Non importa se tale autorità sia visibile o invisibile, strutturata o no; essa vive solo fino a quando noi restiamo incoscienti, convinti di essere il centro di tutto e liberi.

 

Se siamo liberi e vuoti attraverso di noi può nuovamente passare la Luce; e la luce dissipa le tenebre nelle quali domina la paura.

 

Continua nel prossimo articolo 4.4 di n dal titolo:

Le certezze nascono dalla confusione come il loto nasce dal fango.

 

Foto, schemi e testo

Pietro Cartella

 

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Articolo pubblicato il 06/10/2019