La pietra dei saggi, trattato sull'alchimia interiore (prima parte)
Abraham Lambsprinck frontespizio del trattato su La Pietra Dei Saggi

Il Trattato del nobile filosofo tedesco Abraham Lambsprinck, un’opera del diciassettesimo secolo sull’Alchimia interiore.

Gli alchimisti iniziarono a illustrare i loro trattati alla fine del Medioevo, e in modo più sistematico nel Rinascimento. All’inizio in modo un po’ timido, poi con sempre maggior talento immaginativo e artistico. In particolare, nel XVI e XVII secolo, è possibile trovare sugli scaffali delle librerie alchemiche autentiche perle.

Una di queste perle è il Trattato del nobile filosofo tedesco Abraham Lambsprinck, un’opera del diciassettesimo secolo sull’Alchimia interiore. Esso comprende, oltre al frontespizio e allo stemma dell’autore, 15 incisioni splendidamente eseguite, ognuna delle quali rappresenta un tema del lavoro alchemico. Inoltre, ogni stampa è accompagnata da un testo esplicativo, molto leggibile e quindi alquanto accessibile per un primo approccio all’alchimia.

L'identità dell'autore, che si definisce “Lambsprinck”, non è nota. Non si sa esattamente quando visse e quando scrisse il trattato su La Pietra dei Saggi. Sappiamo che il trattato di Lambsprinck fu scritto in tedesco, e che prima di essere stampato esisteva già come manoscritto illustrato. Lucas Jenning pubblicò i testi con le illustrazioni nel 1625 in un compendio titolato Museo Hermeticum. L’editore successivo del Museo Hermeticum, Hermann Sande, pubblicò il trattato di Lambsprinck nel 1677.

Quasi certamente l’autore delle bellissime incisioni è stato Mathieu Merian, che avrebbe anche realizzato le 50 incisioni di Atalanta Fugiens e le illustrazioni delle opere di Robert Fludd. Siccome possedeva un blasone, si è ipotizzato che Lambsprinck fosse un orafo oppure un nobile. Ma, si tratterebbe piuttosto di un'interpretazione simbolica del suo nome, come "l’Agnello di Dio" dei fratelli Van Eyck, stemma su cui si vede l'immagine dell'agnello e la fonte della vita di fronte a lui.

«Meditate le vostre parole, affinché il vostro lavoro non sia visibile a chiunque».

I quattro elementi tradizionali vengono immaginati di solito come una sorta di stati di aggregazione; una disposizione del genere è presentata anche nella Turba Philosophorum, il più antico testo alchemico conosciuto: la terra è solida, l’acqua liquida, l’aria gassosa e il fuoco eterico.

Ma c’è anche una disposizione che risale ai primi miti della creazione, e rappresenta la maggior parte del caos iniziale come un mare infinito, una massa di acqua o oceano. In questo caos la creazione crea l’ordine. La terra e l’aria separano le acque sotto a esse, e sopra il firmamento. Il sole e le stelle del firmamento sono il fuoco. È in questo modo che Lambsprinck utilizza i quattro elementi nella classificazione delle sue illustrazioni e dei suoi testi.

Di tutti i metalli noti nell’antichità, il mercurio (definito anche argento vivo) è l’unico che può passare allo stato liquido a una temperatura ambiente più bassa del normale. È instabile, forma delle palline quando è versato su una superficie liscia ed evapora rapidamente. Nell’alchimia, il mercurio è il materiale di base di tutti i metalli, dovuto al fatto caratterizzante che i metalli sono solubili ad alte temperature, e prendono la forma che il mercurio assume già a temperatura normale.

L’essenza del mercurio è il cambiamento rapido tra lo sciogliere e il coagulare, tra il volatile e il solido. Molte metafore sono collegate ad esso. Il volatile si eleva, si diffonde; è centrifugo e si apre. Il solido è sottoposto alla gravità; si contrae, si comprime, è centripeto e autocentrante. Queste proprietà rendono il mercurio molto appropriato per una metafora della vita psichica. Esso si concentra su due movimenti dell’attenzione. Da un lato l’ascesa totale, perdersi in una percezione o in un sentimento, dall’altro il potere di concentrarsi e di conservare questa impressione.

Quando si è in grado di riunire questi due movimenti dell’attenzione, apparentemente opposti, nasce una sintesi tra istinto e intuizione, tra sentimento e pensiero. Elevarsi totalmente in una percezione e serbare il sottile concentrato di un’impressione, può rivelare uno spazio interiore dentro il quale è possibile sostare spiritualmente.

Questo spazio è pieno di significato, ma senza parole; è in qualche modo paragonabile a un sogno molto lucido. È più di una visione, è l’ispirazione. Ed è possibile attingere in essa finché si è in grado di mantenerla. È un processo sottile che esige di non essere distratti da immagini o associazioni di pensieri, altrimenti la fonte si chiude e l’ispirazione scompare. È un’arte imparare come aprire questa fonte, come mantenerla e scoprire i domini a essa collegati.

Il principio di afferrare l’ispirazione da fonti diverse e di connettersi a una certa idea, è il principio della formazione della “Pietra dei Saggi”. Mercurio (il pianeta) è ambivalente, ha una doppia natura che si esprime nei concetti di “zolfo e mercurio”, “Sole e Luna”, “uomo e donna”, “fuoco e acqua”, “anima e spirito”. Il mercurio (il metallo) è ambivalente perché esiste grazie a una certa sensibilità di percezione, e a un nucleo solido di comprensione, lo zolfo in cui e attorno al quale il soggetto percepito, l’ispirazione, è riorientata, trattenuta e condotta a una certa forma: il sale.

Senza un tale solido nucleo centrale di comprensione in cui è focalizzata l’attenzione, la lucidità intuitiva evapora e non sarà più di alcuna utilità. Così il Mercurio, lo Zolfo e il Sale formano gli elementi di base del mercurio. Questa teoria viene spesso applicata nel trattato di Lambsprinck. Il simbolo del mercurio (metallo) è il segno del pianeta Mercurio. È composto anche di tre simboli posti uno sull’altro: una luna distesa sopra un sole con un punto nel mezzo, e il sole stesso sopra una croce.

La luna, una tazza aperta rivolta verso l’alto, esprime il principio ricettivo. In alchimia è il mercurio. Il più delle volte è liquido, oppure volatile.

Il sole, un cerchio con un punto nel mezzo, è il principio della concentrazione, dell’orientamento sul punto. In alchimia, è lo zolfo. Esso è associato al calore e al fuoco, al solido e alla perseveranza.

La croce è il sale. È ciò che si forma e cristallizza sotto l’azione e la collaborazione del mercurio e dello zolfo.

Il mercurio, lo zolfo e il sale formano insieme una tri-unità chiamata mercurio (metallo). Con la Prima Materia è alla base della “Pietra dei Saggi”.

«Dobbiamo concedergli giustamente che ha conquistato il Vello d’Oro e che trionfa in tutte le cose».

 

Articolo tratto dalle pubblicazioni di: Edizioni Lectorium Rosicrucianum

Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro

https://www.lectoriumrosicrucianum.it/

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Articolo pubblicato il 14/08/2019