Principato di Monaco. Con l’Italia, un’osmosi che dura da sempre
Sua Eccellenza l'Ambasciatore Cristiano Gallo con il Direttore Editoriale di Civico 20 News Sara Garino

Civico 20 News intervista Sua Eccellenza Cristiano Gallo, Ambasciatore d’Italia nel Principato

Il Principato di Monaco: un lembo di terra sospeso fra mare e montagne, noto a livello mondiale per il prestigio della dinastia regnante, per la ricchezza e per l’aura di glamour che pervade ogni via. Eppure Monaco non è solo questo: sotto l’egida di Sua Altezza Serenissima (S.A.S.) il Principe Alberto II, questa piccola Nazione si sta sempre più accreditando come protagonista nel campo della cultura, della protezione ambientale, dell’imprenditorialità intesa come valorizzazione delle risorse sia umane sia materiali. E la comunità italiana, forte di oltre 8000 membri, gioca a sua volta un ruolo fondamentale: per l’apporto di energie, talenti ed entusiasmo ma soprattutto per quel modo di essere e di porsi che, da sempre, fanno dell’Italia un brand noto e stimato ovunque. Anche qui, in questo eccezionale angolo di mondo dove ben 140 nazionalità sono rappresentate, seppur su di una superficie di appena due chilometri quadrati.

Civico 20 News ha l’onore di parlarne con S.E. Cristiano Gallo, Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco.

 

Eccellenza, dopo una prestigiosa carriera istituzionale e diplomatica vissuta fra Europa, Asia e Africa, da tre anni Lei è Capo Missione qui a Monaco. Può tratteggiare un primo bilancio della Sua permanenza nel Principato?

Mi ritengo molto fortunato per aver avuto l’onore di rappresentare l’Italia in questo piccolo-grande Paese che è il Principato di Monaco. Trovarmi qui, dopo gli scenari difficili in cui ho operato – dall’Africa sub-sahariana al Medio-Oriente sino all’Europa dell’Est – mi ha fornito nuovi e interessanti spunti professionali su cui riflettere. Chiaramente il contesto e le situazioni da affrontare sono del tutto diverse, tuttavia la bellezza di questo lavoro consiste proprio nell’immergersi di volta in volta in realtà che hanno loro caratteristiche specifiche. Capire a fondo il luogo dove si è mandati per rappresentare il proprio Paese è il primo passo per servirlo al meglio.

Un altro aspetto rilevante è poi quello degli interlocutori. Come Ambasciatore d’Italia sono stato inviato qui dal Capo dello Stato nel 2016 e ho presentato le mie credenziali al Principe Sovrano Alberto II. Devo dire che stiamo lavorando davvero con grande impegno ed entusiasmo: i rapporti con S.A.S. e con i delegati del Suo Governo sono abituali, cordiali, collaborativi ed efficaci. Inoltre, data l’esiguità del territorio ci si conosce tutti, e questo fa sì che il contatto risulti più facile, diretto e non filtrato. Il Principe nutre una profonda stima e ammirazione per l’Italia, di cui parla perfettamente la lingua. Inoltre onora spesso della Sua presenza le manifestazioni organizzate dall’Ambasciata: ricordo in particolar modo la Sua partecipazione, nel 2017, alle celebrazioni per la Festa Nazionale del 2 Giugno. È stato un atto estremamente significativo, non comune: segno di grande attenzione verso l’Italia e verso la nostra comunità presente nel Principato. Sua Altezza Serenissima è una persona illuminata, aperta e con buon cuore: sono molto orgoglioso del fatto che i rapporti fra i due Paesi siano così floridi e cordiali.

I legami fra Monaco e l’Italia affondano le radici nella Storia. Oggi sono prevalentemente di natura economica, commerciale e culturale, oltre che di cooperazione internazionale. Il compito dell’Ambasciata è quello di seguire la collettività, valorizzando per l’appunto il made in Italy attraverso iniziative culturali e commerciali. Eccellenza, può parlarcene?

Prima di tutto voglio sottolineare il tratto distintivo della nostra comunità italiana nel Principato: la qualità. Unica e indiscutibile. Qui abbiamo persone con curricula davvero importanti, persone che nella vita hanno senza dubbio realizzato fortune e ottenuto successo. Grandi famiglie, imprenditori, creativi, artisti, personaggi dello sport e dello spettacolo: poter contare su di una rappresentanza di questo livello porta all’Italia un ritorno di immagine positivo e la nostra influenza cresce. Con la comunità francese – che numericamente è quella maggioritaria – possiamo competere in modo virtuoso: infatti ci guardano con ammirazione, simpatia e stima. Monaco è insomma un’eccezionale vetrina internazionale, dove la copertina patinata del Casinò rappresenta soltanto un aspetto della sua grande attrattività: insieme alla sicurezza, al paesaggio, all’ambiente frizzante e propositivo nonché alla bassa fiscalità. Rispetto a quest’ultimo punto, desidero precisare come con l’Italia sia stata siglata nel 2015 un’importante intesa sulla trasparenza bancaria: da allora il Principato ha davvero cambiato pelle, anche a livello di percezione.

Grande attenzione è poi rivolta alla cultura: il Principato destina infatti il 5% del proprio bilancio statale a iniziative in questo campo.

Campo dove peraltro l’Italia è di nuovo protagonista, con un ruolo apprezzato e riconosciuto. Si pensi all’Opera, ai Balletti, alla Scuola di Musica o alla Filarmonica, che per anni è stata diretta proprio da un nostro connazionale. Come Ambasciata, promuovere la cultura italiana nel Paese ospitante rappresenta uno dei nostri compiti istituzionali. Siamo più che mai focalizzati su questo aspetto, cercando “di unire l’utile al dilettevole” con eventi e iniziative che potremmo definire a “cavallo fra cultura e impresa”. Un esempio è quello del “Design Day”, durante il quale i grandi marchi che hanno fatto la storia del nostro artigianato presentano al Pubblico non solo i loro prodotti ma anche l’ineguagliabile concentrazione artistica che li caratterizza. Abbiamo poi la “Settimana della Lingua e della Cultura italiana”, la “Settimana della Cucina italiana nel mondo”, la “Settimana del Cinema”. A ciascuna Missione viene lasciata la possibilità di declinare il tema secondo le caratteristiche del luogo: per questo, oltre a impiegare le risorse stanziate dal Ministero, nel Principato cerchiamo di coinvolgere imprese e sponsor locali.

Così da fare massa critica e raggiungere più efficacemente tutti gli stakeholders del settore. Eccellenza, Lei ha sottolineato l’eccezionale vetrina che Monaco offre a livello internazionale. Ebbene, questo scenario così dinamico e cosmopolita non rappresenta un’ulteriore occasione per l’Italia? Non solo in virtù dell’eco mediatica ma anche per la possibilità di farsi conoscere direttamente “intra moenia”, ovvero dalla moltitudine di persone – appartenenti a decine di nazionalità – che nel Principato vivono, lavorano o semplicemente transitano.

Proprio così. Da qui infatti, nonostante le esigue dimensioni del Principato, non si intercetta solo una realtà limitata: il respiro è assolutamente mondiale. Così come le occasioni di visibilità e di primato per l’Italia.

Ne è un esempio la Tour Odeon, lo spettacolare grattacielo dal colore blu magnetico diventato ormai un’icona per lo skyline del Principato. L’edificio, alto 170 metri, è infatti stato costruito da un gruppo italiano. E anche i nuovi lavori per l’estensione in mare nella zona del Portier portano la firma dell’Italia, con il progetto di una avveniristica torre ideata da Renzo Piano.

Il quale ha disegnato anche quella che sarà la nuova passeggiata del Larvotto, oggetto – dopo oltre quarant’anni – di un profondo restyling. Inoltre, aspetto non secondario, anche le sabbie con cui verrà realizzato il nuovo quartiere proverranno in gran parte da cave italiane.

Eccellenza, sempre a proposito di edilizia e di infrastrutture, quali benefici e vantaggi porterà all’Italia l’acquisizione della concessione di Cala del Forte (il porto di Ventimiglia) da parte della Società dei Porti di Monaco?

Questa è stata davvero una bella ed efficace operazione win-win. Prevede che l’Italia conceda a Monaco l’utilizzo del porto di Ventimiglia, per 80 anni e al costo di 80 milioni di euro. Oltre che nel completamento del porto (la cui inaugurazione avrà luogo il prossimo anno), l’accordo con il Principato prevede anche la realizzazione di parcheggi, di un centro commerciale, di un ascensore che condurrà direttamente nel centro storico di Ventimiglia e di altre opere di abbellimento dell’arredo urbano. In aggiunta alla piena operatività di Cala del Forte, l’Italia trarrà vantaggio dall’operazione anche in termini di lavoro per lo scalo e per l’indotto. Monaco invece, il cui problema è quello degli spazi esigui, potrà disporre di una struttura moderna, capace di ospitare fino a 170 yacht e posta a sole 6 miglia nautiche dal Port Hercule. Il Principato sta valutando soluzioni di questo tipo anche per quanto concerne altri tipi di infrastrutture, in primis gli aeroporti.

Poco fa Lei ha parlato di primato dell’Italia. Un primato davvero a 360 gradi, quest’anno da estendersi anche in ambito sportivo. Solo due considerazioni. Il promettente pilota monegasco Charles Leclerc alla guida della Ferrari e il Monte-Carlo Rolex Master di tennis vinto ad Aprile dal nostro connazionale Fabio Fognini, mezzo secolo dopo il trionfo di Nicola Pietrangeli nel 1968.

Assolutamente. Ero presente al momento della premiazione: veder issare la bandiera italiana al suono del nostro inno nazionale e alla presenza del Principe è stata un’emozione forte.

E sotto la lungimirante guida del Principe Alberto II, Monaco è assurta fra i paladini mondiali della tutela ambientale, specie per quanto concerne la protezione degli oceani e dell’ambiente marino. Ci sono collaborazioni con l’Italia?

Il nostro Paese, assieme al Principato e alla Francia, ha sottoscritto importanti accordi e intese per la salvaguardia dei mari e delle creature che vi dimorano. Per quanto riguarda questa zona di Mediterraneo, grande è l’attenzione rivolta alla tutela dei cetacei. Fra i trilaterali più significativi ricordo i progetti “Pelagos”, “Accobams” e “Ramoge”. In particolare, quest’ultima iniziativa richiama anche nel nome la liaison fra i tre Paesi, collegando infatti le iniziali di Saint Raphaël, Monaco e Genova. Non dimentichiamo poi che il tratto di mare al largo del Larvotto rappresenta una straordinaria riserva marina protetta. Il Principe segue con attenzione tutti i dossiers ambientali aperti sullo scacchiere planetario e non manca di spendersi personalmente per sensibilizzare le persone sull’importanza di proteggere gli ecosistemi terrestri. Dal canto suo Monaco si è data un ambizioso “carbon free target”, che prevede il dimezzamento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, per arrivare alla completa eliminazione di CO2 nel 2050. Questo sarà possibile anche grazie a una pionieristica campagna di telelavoro, che coinvolgerà tra l’altro migliaia di pendolari Italiani. Si ridurranno traffico e inquinamento, con notevoli benefici per la salute e il benessere. E su queste tematiche il Principe – che è un grande sportivo – si è sempre dimostrato estremamente attento. Inoltre, desidero ricordarlo, come membro del CIO S.A.S. ha espresso grande soddisfazione per l’assegnazione a Milano e Cortina dei prossimi Giochi Olimpici Invernali del 2026.

Così come Monaco è stata fra le prime Nazioni ad aderire a Expo Milano 2015, con un padiglione realizzato di nuovo da un artista italiano, l’Arch. Enrico Pollini.

Vero, e stiamo già da tempo collaborando sinergicamente in vista di Expo Dubai 2020.

Eccellenza, questa parola: sinergia. Possiamo dire che fra Monaco e l’Italia essa sia sempre esistita. Il toponimo del Principato deriva da Monoikos, il nome di un’antica tribù ligure. Nel V secolo a.C. lo storico Ecateo di Mileto scrive che “Monaco è una città della Liguria”, mentre Plinio il Vecchio specifica come Giulio Cesare sia transitato presso il “portus Herculis Monoeci” di ritorno dalla campagna delle Gallie. Per arrivare alla notte fra l’8 e il 9 Gennaio 1297 quando Francesco Grimaldi, un guelfo genovese soprannominato Malizia, travestito da frate penetra con l’inganno all’interno della roccaforte di Monaco. E la espugna. I legami non si fermano certo qui. Lei per primo, Eccellenza, durante il Suo discorso di insediamento aveva ribadito “la vicinanza non solo geografica ma soprattutto culturale e sociale” dei due Paesi, che consegna a entrambi un comune destino di collaborazione sempre più stretta e innovativa. Questa non rappresenta forse un’altra straordinaria possibilità per l’Italia?

È così, e la saggezza del Principe Alberto II consiste anche nell’alimentare costantemente la fiamma della nostra storia comune. Il Sovrano visita spesso cittadine e feudi italiani ove i Grimaldi lasciarono in passato tracce del loro passaggio: di recente, per esempio, è tornato nella splendida Dolceacqua. Sì, direi che il legame fra Italia e Monaco rappresenta una sorta di osmosi. Dove la parola è importante, perché dà l’idea di un vero e proprio polmone. Noi, come Ambasciata, cerchiamo di valorizzare questo substrato comune, perché – al di là delle istituzioni – sono proprio i nostri due popoli a essere legati: e la simpatia e l’empatia che ci uniscono rappresentano una ricchezza per entrambi.

Una ricchezza culturale ma anche materiale.

Assolutamente sì. Voglio ricordare che l’Italia è in assoluto il primo partner commerciale del Principato, con una bilancia commerciale attiva di quasi 400 milioni di euro. Le nostre imprese operano soprattutto nei settori dello shipping, della cantieristica navale, delle costruzioni, dell’interior design, dell’enogastronomia e della ristorazione abbinata all’intrattenimento. Abbiamo nomi e marchi altisonanti conosciuti in tutto il mondo. E ancora il comparto del lusso e quello della moda, con la Compagnia monegasca della Moda presieduta da un’Italiana.

Eccellenza, qual è il Suo più grande “sogno nel cassetto” per il futuro?

Come Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco, il suggello più significativo sarebbe quello di poter accogliere qui in visita il Presidente della Repubblica, da cui ho ricevuto l’onore di poter rappresentare con orgoglio e fierezza il mio Paese all’estero.

Grazie, Eccellenza, per la Sua grande disponibilità e cortesia. Le auguriamo buon lavoro.

Grazie ai Lettori per l’attenzione accordatami.

 

(Nel corpo dell'articolo, immagini dell'Ambasciata d'Italia nel Principato di Monaco)

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Articolo pubblicato il 23/08/2019