L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa – Governo. L’ammucchiata degli straccioni

Nessuna premessa per un governo serio.

Nutriamo estremo rispetto per “gli straccioni di Valmy”, autentica espressione della partecipazione popolare alla difesa dello Stato, dopo l’Assolutismo. Vicenda che passò alla Storia ed ancor oggi si ricorda.

Nel nostro caso, a scanso di equivoci, con lo sguardo rivolto ai leader dei partiti, ed al codazzo di evirati cantori, sui quali è focalizzata l’attenzione in questi frenetici momenti, ci troviamo dinanzi ad autentici straccioni, nell’accezione letterale e deteriore.

S’ingozzano di pretese con rivoltante prosopopea, buttano all’aria programmi, invettive ed impegni decennali con l’elettorato per difendere in modo innaturale le loro poltrone ad ogni costo, calcolando cinicamente quale scelta potrebbe comportare esclusivamente la loro sopravvivenza.

Il Presidente della Repubblica, contrariato per l’esito delle consultazioni, aveva dato 5 giorni di tempo alle forze politiche per disegnare un governo di legislatura, in tempi certi e ravvicinati, con un programma difendibile e condivisibile, in alternativa allo scioglimento delle Camere.

Oggi assistiamo alla ballata di coloro che sono disposti a tutto, pur di affermare il proprio ruolo e non finire stritolati dalle elezioni o da scelte logiche.

Si è aperto il confronto tra i grillini che ancora governano con la Lega, ed il segretario del PD Zingaretti, ma c’è chi cerca sottobanco intese sull’unico fronte possibile, se escludiamo le elezioni. Cioè la continuità di governo con la Lega.

Il M5s sta orientandosi verso il maggior offerente.

D’altronde, la storia parlamentare trabocca di liti e agguati , seguiti da ricomposizioni pelose. Un ministero di peso in più o la rimozione di qualche soggetto scomodo e tanto fumo buttato sugli occhi del cittadino. Non a caso il saggio Rino Formica aveva definito la politica “Sangue e merda”.

Sulla sfondo si profila una finanziaria oggettivamente pesante che potrebbe essere gestita in modo innovativo a favore del cittadino, senza dover scaricare sulla parte più responsabile e oculata del Paese, le scelte sciagurate della mala politica, della demagogia imperante e di quell’assistenzialismo truffaldino che più che soccorrere le indigenze, ha continuato ad opera del M5S ad ingrassare cooperative e malaffare.

Poi si dovrebbe affrontare la scelta oculata, ma sempre dolosamente rinviata, degli investimenti pubblici produttivi per incrementare di conseguenza l’occupazione e ammodernare il Paese ad iniziare dalle infrastrutture e dalle telecomunicazioni, abbandonando la nazionalizzazione dell’Alitalia e altre corbellerie onerose ed antistoriche.

Niente di tutto ciò emerge dai colloqui ufficiali e sotterranei di questi due giorni.

Di Maio agita la foglia di fico della riduzione dei parlamentari, mentendo e non volendo affrontare ciò che seriamente comporterebbe questa scelta. Cioè la definizione del sistema elettorale, il ridisegno dei collegi elettorali, le maggioranze necessarie per l’elezione del Capo dello Stato, ecc. Tematiche importanti ed altamente  politiche, che non si possono affrontare ad ogni stormir di fronda, ma che se impostare con lungimiranza, potrebbero disciplinare in modo duraturo e coerente  l’istituto democratico del voto, togliendo il potere di designazione dei candidati ai segretari di partito e lasciando al cittadino il diritto di scegliere chi potrà rappresentarlo in  Parlamento.

Non intendiamo dimenticare le tematiche di politica economica ed il nostro confronto critico, ma coerente, con la governance europea.

Niente di tutto questo è emerso dagli incontri tra PD e grillini e da quello sotterraneo, ma in corso, con la lega di Salvini, anche perché, come abbiamo potuto constare dal dibattito al Senato, il livello culturale e la dignità del parlamentare è ridotta al coro da stadio, alle tifoserie, dell’”uno vale uno” che ha purtroppo ammorbato la nostra classe politica, impedendo scelte strategiche.

Queste sono i presupposti del metodo laido, sguaiato e vacuo con il quale si confrontano i politici.

A quali conclusioni giungeremo  martedì, quando il presidente della repubblica riaprirà le consultazioni? Tutto potrà ancora accadere.

Ma, a prescindere dall’accordo, quale spessore potrebbe profilarsi sulla governabilità, se l’inciucio invece dei contenuti  verificabili, riguarderà esclusivamente  il voler allontanare le elezioni perché “gli straccioni” tengono famiglia, o peggio per garantire il futuro del professor Conte o  per togliere nel 2023 Romano Prodi dall’ospizio degli incontinenti e piazzarlo al Quirinale?

Assisteremo così al tramonto della Democrazia parlamentare ed al trionfo di leader tanto totalitari quanto dannosi per il futuro d’Italia.

Fotografia: Senato

Francesco Rossa - Presidente Onorario

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Articolo pubblicato il 25/08/2019