Perché il governo giallo-verde doveva cadere?

L’altra verità sui motivi di Salvini che hanno portato alla crisi di governo

Per molti aspetti, la mossa di Matteo Salvini che ha portato alla fine del laboratorio di governo giallo-verde, è rimasta poco comprensibile. Sono in molti però che hanno percepito un’ipotetica mano che ha spinto dall’alto.

Al di là dell’informazione diffusa su larga scala e per certi versi incompleta, è comunque possibile ricostruire un panorama su alcuni scenari che stanno disegnando un percorso di interessi degni di un romanzo di fantapolitica. Per meglio comprendere quello che di fatto sembra essere una guerra mediatica tra Pechino e Washington, con al centro la vecchia Italia, occorre una cronologia dei fatti verificati e verificabili.

Nel novembre 2018 di Maio è volato in Cina dopo esserci già stato nel settembre dello stesso anno. Nasce quindi la task force Cina, un programma di cooperazione economica tra i due paesi, sopravanzando il resto dell’Europa.

Nel marzo 2019 atterra a Roma il Presidente cinese Xi Jinping per firmare a Villa Madama gli accordi tra i due paesi. L’Italia è il primo paese del G7 a firmare un memorandum non solo commerciale con la Cina, compreso il settore delle telecomunicazioni, e il gigante cinese Huawei, al centro dell’accordo, pur essendo alquanto sgradito all’amministrazione americana. Tra tanti altri particolari mal digeriti dagli USA, vi è anche l’emissione dei Panda Bond, riscattabili in moneta cinese.

L’amministrazione Trump rimane particolarmente contrariata poiché cinque mesi prima aveva ricevuto il sottosegretario Giorgetti per avere assicurazioni sulla capacità di Salvini nell’impedire che la Cina si legasse come poi è accaduto, soprattutto per il timore di uno spionaggio elettronico proprio tramite la frequenza 5G di telecomunicazioni a gestione Italo Cinese. Questo anche a seguito dal precedente contenzioso americano tra Google e Huawei, dove all'azienda cinese, accusata di spionaggio, non erano stati forniti gli aggiornamenti del motore di ricerca rendendola obsoleta.

Il 2 maggio 2019 Giorgetti, insieme all’ambasciatore italiano a Washington e imprenditori del settore telecomunicazioni italiani e americani, si incontra alla Camera di Commercio americana con l’ambasciatore americano Lewis Eisenberg, per avere rassicurazioni sulle ambiguità italiane. Nell’incontro si ipotizza una caduta del governo nel caso il memorandum della “via della seta” comprendesse un accordo sulla nuova tecnologia 5G.

Il 3 luglio Luigi di Maio e altri rappresentanti del governo, sono convocati dall’ambasciatore Eisenberg, presente anche Salvini, in occasione dei preparativi della celebrazione del giorno dell’indipendenza americana. Qualche settimana dopo, Luigi di Maio da solo viene convocato per avere rassicurazioni sul memorandum della “via della seta”, poiché sta per essere votato un decreto per la limitazione della banda 5G che frena la partecipazione di Huawei. Invece, in una successiva votazione al Senato, il M5S affossa il decreto.

Per gli americani si tratta di una questione strategica di primaria importanza, poiché dà l’accesso alla Cina a un enorme quantitativo di informazione strategica riguardante tutto l’apparato e le infrastrutture della Nato, non solo in Europa.

La sede Huawei, immagine di pubblico utilizzo

Il motivo è che l’affossamento del decreto di limitazione della partecipazione di Huawei (dato invece per certo all’ambasciatore USA), consente l’avanzamento della multinazionale di telecomunicazioni sospettata di spionaggio a favore di Pechino.

L’ambasciatore americano, a quel punto, risulta essere letteralmente piombato di persona nell’ufficio di Giorgetti. Non è dato sapere cosa si è detto in quell’ufficio, ma è lecito ipotizzare che l’ambasciatore USA, visti disattesi i programmi concordati sia con Giorgetti che con Salvini sul contenimento di Huawei, abbia stabilito che, o si riusciva in un rimpasto di governo, o il governo giallo-verde doveva cadere.

La proposta di rimpasto, presentata da Salvini, non è stata accettata e l’attuale crisi di governo italiana, presumibilmente imposta a Salvini, è guardata con attenzione sia da Pechino che da Washington, poiché l’esito di un probabile voto, all’insaputa degli italiani porterà l’Italia ad una sfera di appartenenza di una delle due potenze. Se dovesse prevalere un governo PD M5S, vi sarebbe uno spostamento a oriente sulla “via della seta”, già portato avanti dal governo Renzi a suo tempo. In caso contrario, l’alleanza atlantica avrebbe la meglio e l’umore di Trump anche.

Non solo Huawei & 5G nel panorama geopolitico fino a pochi giorni fa tra le decisioni del nostro defunto governo. Più marginali la TAV, la TAP e la questione dei caccia americani F35, dal costo di 10 miliardi, bloccata da di Maio.

È ipotizzabile che un prossimo governo giallo-rosso sgradito al grande alleato a stelle e strisce possa durare? Certo l’alleanza atlantica e soprattutto la C.I.A. sono più influenti di Salvini che comunque ha provveduto a realizzare il compito: impedire, almeno per il momento, l’accordo Italo cinese.

È indubbio che personalmente il premier della Lega abbia perduto molti, ignari consensi, ma abbia scelto spinto da pressanti consigli, destinato ad un prossimo ruolo all’opposizione in attesa di altri ipotetici eventi. Altrettanto certo è che era già prevista un’alleanza di Maio PD con benedizione Renzi e soprattutto Romano Prodi, entrambi molto più attratti dal fascino dell’oriente piuttosto che dallo storico alleato americano.

Dalle fonti citate si evince che, presumibilmente l’alleanza PD M5S, sebbene benvoluta da alcuni, autorevoli attori socialisti dell’Unione Europea, ma sgradita agli USA, e soprattutto forza distante dalle più impellenti necessità del popolo italiano, non può essere di lunga durata, dando modo a nuovi scenari futuri.

E qui dunque, esaurite le cronologie di fatti poco pubblicizzati dall’informazione di massa, siamo con un occhio proiettato al futuro che verrà, quindi niente affatto certo. Una riflessione personale è rivolta alla triste sorte del nostro Paese, sempre più strattonato da interessi e ideologie. Un tempo che rimpiango, eravamo comunque gestiti da una classe politica accuratamente disonesta ma capace di tutelare gli interessi anche del popolo. Tempo in cui la sanità era gratuita ed avevamo il nostro posto rispettato al tavolo dei G7.

Dalla fine della prima Repubblica fino a oggi, una mediocrità ciarliera, svenduta e inconcludente, starnazza dal Web e in aula si insulta, non produce, distrugge, rallenta, mentre il volere della gente comune, confusa, disillusa & rassegnata, conta sempre meno, forse niente.

Foto di pubblico utilizzo & agi.it

Alcune fonti

https://www.ilmessaggero.it/tecnologia/huawei_android_ban_cosa_succede-4503553.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/08/01/salta-il-freno-anti-huawei-strigliata-usa-ai-gialloverdi/5361928/

https://www.youtube.com/watch?v=isVghXXxwJE&feature=share

https://www.youtube.com/watch?v=ax8k_kvPYRQ

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Articolo pubblicato il 29/08/2019