La pietra dei saggi, trattato sull'alchimia interiore – la quinta essentia (quarta parte)
Abraham Lambsprinck – La quinta essentia, dal trattato La Pietra Dei Saggi

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Gli alchimisti iniziarono a illustrare i loro trattati alla fine del Medioevo, e in modo più sistematico nel Rinascimento. Nel XVI e XVII secolo, troviamo sugli scaffali delle librerie alchemiche autentiche perle, tra le quali il Trattato del filosofo tedesco Abraham Lambsprinck, un’opera del diciassettesimo secolo sull’Alchimia interiore.

L’intensità impetuosa del fuoco e la sua forza che pervadono tutti i livelli e tutti i veicoli: un alchimista fa arrostire una salamandra sul fuoco. Nel testo si dice che la salamandra attraversa molti fuochi di intensità diversa. Arrivata al punto più elevato, essa è uccisa; in alchimia è il simbolo della fissazione o precipitazione di Mercurio nel mercurio (argento vivo).

L’intensità del fuoco opera a tutti i livelli del corpo e in ogni fibra, in ogni atomo. Il corpo è “rigenerato”, ricreato, o come dicono i Rosacroce: trasfigurato. L’unica cosa con la quale abbiamo potuto confrontarla è quella che in Asia è chiamata kundalini: l’aumento dell’energia a partire dai chakra di base al di sotto della colonna vertebrale, sotto forma di due serpenti che zigzagano verso l’alto e si intersecano in ogni principale centro psichico del sistema simpatico, per finire nel centro situato sopra la testa.

Il re sul suo trono costituisce il coronamento del piccolo lavoro e la formazione della pietra bianca. Nelle rappresentazioni successive non compaiono più animali, ma solo figure umane. Queste portano al coronamento del grande lavoro e alla formazione della tintura e della pietra rossa, la Pietra dei Saggi.

Inutile dire che il grande lavoro può avvenire solo se il piccolo lavoro è prima portato a una buona fine. Il piccolo lavoro è il lavoro di un individuo su se stesso. Il grande lavoro è il lavoro su scala più ampia, che va oltre le cose e gli interessi limitati di un individuo. Questi è allora collegato a una “rete d’ispirazione” più ampia, che potrebbe essere definita con il nome di genialità.

La “Prima Materia” concerne il sapere autentico. Essere orientato sull’“ispirazione” è un processo che può essere appreso. Attraverso lo sviluppo di un “lavoro” o di un lavoro della vita, “l’artista della vita” deve lui stesso aprire i giusti canali per non essere sviato dalla seduzione della gloria. Chi si misura in grandezza con le muse è trasformato in un corvo gracchiante!

Nella forza dell’elemento fuoco nasce un nuovo “uomo interiore”, un “figlio dei filosofi”, e un altro essere di fuoco, una guida spirituale diventa visibile. Questi ha condotto il “figlio dei filosofi” verso un’iniziazione nell’ultima “coniunctio oppositorum”, la visione più elevata.

Questa situazione può essere paragonata con l’inizio del Pimandro, il primo libro del Corpus Hermeticum, una raccolta di testi scritti in lingua greca attribuiti a Ermete Trismegisto:

«Un giorno, mentre riflettevo sulle cose essenziali e il mio cuore – il mio stato d’essere – si elevava, i miei sensi corporali si assopirono completamente, come accade a chi, dopo un pasto troppo abbondante o a causa di una grande fatica fisica, viene sorpreso da un profondo sonno. Mi parve allora di vedere un essere immenso, di forma indefinita, che mi chiamò per nome e mi disse:

«Cosa desideri vedere e udire, cosa vuoi imparare e conoscere nel profondo del tuo cuore?»

«Chi sei?» gli dissi.

«Sono Pimandro – rispose – il Noûs, che ha in sé la sua ragion d’essere. Conosco tutti i tuoi desideri e sono ovunque con te».

E io gli dissi: «Desidero essere istruito sulle cose essenziali, comprenderne la natura, conoscere Dio. Questo desidero profondamente!»

Ed egli rispose: «Fissa bene nella tua coscienza ciò che desideri apprendere e io ti istruirò». Mentre pronunciava queste parole il suo aspetto cambiava ed ecco che, all’istante, tutto mi fu rivelato, come in una visione senza limiti».

La citazione è molto significativa. Il re-padre è il corpo addormentato, passivo. Il figlio è Ermes, il pensiero concentrato che contempla, la coscienza che medita su un tema, un “pensiero germe”.

E la guida è Pimandro, che è simultaneamente una sorta di sentinella della coscienza umana (il guardiano) e il sapere autentico, la fonte della vera conoscenza che scorre per essere presente in ogni uomo e che rivela queste visioni finali alla coscienza che interroga.

Cosa c’è nella visione? In Pimandro, c’è la creazione dei mondi della luce e delle tenebre. Nel trattato di Lamsbsprinck questo è l’ultima “oppositorum conjunctio”, perché dalla vetta della loro montagna, il figlio e la guida vedono bene sia il sole sia la luna, la luce del giorno e l’oscurità della notte. Al figlio, la coesione cosmica è rivelata e resa comprensibile, e anche come tutto dipende da tutto; gli viene anche mostrato il luogo che egli occupa personalmente, tutto questo è percepito molto chiaramente.

A cosa si rapporta questa visione? Indubbiamente al microcosmo e al suo legame con il macrocosmo:

«Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, affinché i miracoli dell’uno si realizzino».

 

Articolo tratto dalle pubblicazioni di: Edizioni Lectorium Rosicrucianum

Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro

https://www.lectoriumrosicrucianum.it/

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Articolo pubblicato il 04/09/2019