Un collezionismo poco conosciuto: Stocknagel che passione!

Alessandro Mella ci parla delle placchette decorate di metallo che abbelliscono alpenstock e bastoni da passeggio

Il collezionismo è un’attività propria dell’umanità fin dagli albori della civiltà. Non si configura come un mero e compulsivo accumulare cose ma sviluppa la mente e lo spirito portando ad interessarsi ad un oggetto cercandone le varianti, studiandolo, dandogli un significato morale e culturale. Per questo le persone collezionano davvero di tutto secondo l’indole, gli interessi, le inclinazioni e via discorrendo.

Un collezionismo un poco impoverito e dimenticato in Italia è quello delle placchette per i bastoni da montagna o da passeggio. In particolare per gli alpenstock. Termine con cui non ci si riferisce, come comunemente si pensa, alle piccozze da montagna ma ai lunghi bastoni muniti di punta utilizzati fin dal passato più remoto in montagna.

Oggi l’industria sportiva ha prodotto molti dispositivi atti a sostituirli ma i tradizionalisti non rinunciano al bastone in legno compagno fedele di escursioni e d’avventure. Ed in genere le persone non rinunciano nemmeno a personalizzare uno strumento così caro. Chi con incisioni, disegni e scritte e chi con gli stocknagel.

In origine queste lamine di metallo si trovavano con maggiore stabilità, fin dai primi del novecento, nell’Europa centrale e specialmente nelle aree di lingua tedesca. Un piccolo distintivo in metallo sbalzato, a rilievo, a volte smaltato o dipinto, con il nome e l’immagine significativa di una località. Si trattava, in pratica, di un economico souvenir per abbellire, attraverso un paio di piccoli chiodi, il proprio alpenstock od anche solo il proprio bastone da passeggio.

Nel dopoguerra la moda prese ad allargarsi alla Francia, al resto d’Europa specialmente nelle aree turistiche di rilievo e perfino agli Stati Uniti. La diffusione di queste targhette si consolidò anche in Italia con vari modelli quasi sempre ispirati a quelli reperibili nelle nazioni vicine ai vari confini.

Non solo dedicate a località montane, le più comuni, ma anche a grandi città d’arte, località marittime e perfino a musei od attrazioni specifiche. Tuttavia il cambio generazionale, sia nella scelta dei souvenir sia nelle attrezzature specifiche, condusse questa moda se non a sparire almeno a ridimensionarsi notevolmente nel nostro paese. Essa, invece, sopravvive e prospera abbastanza nel resto d’Europa.

Chi scrive ricorda benissimo d’aver avvistato, lo scorso anno, un turista svizzero alla stazione di Domodossola con un bastone da passeggio letteralmente ricoperto di gioiosi e coloratissimi stocknagel.

Perché li notai? Perché io stesso li raccolgo e cerco e mi vorrei brevemente raccontare come iniziò questa simpatica passione. Ci capitò, infatti, di trovarci con la fidanzata al Colle dell’Iseran in Francia. Lei voleva regalarmi un ricordo di quella bella gita ma il pur fornitissimo negozietto non pareva offrirmi nulla di interessante. Finché, relegata in un angolo della vetrina, vedemmo quella curiosa placchetta la cui esistenza ci era ignota. Iniziammo in questo modo del tutto casuale, poi venne il Moncenisio e poi tante altre così che ad ogni viaggio o gita noi non si manca di interrogare tutti i negozi e le botteghe per cercarne di nuovi.

All’estero reperirli è assai meno complicato, in Italia l’impresa non è sempre facile.

A volte si ha fortuna, a volte sono esauriti da anni, altre volte non ci sono e così via. Ma capita anche che il negoziante tiri fuori una scatola, una busta, un cassetto con dentro l’ambito trofeo. Ma quando si incontrano risposte sconsolanti ecco il disappunto. Non solo mio ma soprattutto dei turisti stranieri che li cercano e che amano l’Italia.

Si tratta di un collezionismo da rilanciare che potrebbe offrire ottime possibilità commerciali, anche con la vendita online ad esempio, e utili risvolti culturali. Un bastone tempestato di placchette racconta la vita del suo padrone, i suoi viaggi, le sue passioni e la sua vita. Diventa un oggetto unico ed inimitabile. Tanto più che sono possibili infinite combinazioni anche perché ne esistono molte varianti. I modelli in lamierino con adesivo o smaltino specifico della località, il modello solo in lamierino sbalzato con rilievi, il modello tipicamente austriaco su base dorata, il modello serigrafato a scudo oblungo (il più diffuso) od a scudo sannitico (da me maggiormente riscontrato in area francese) e così via fino a modelli in lamierino molto elaborati.

Il collezionismo degli stocknagel, quindi, è un ottimo modo per costruirsi un vivace compagno d’avventure ed un diario di viaggio speciale e personale. C’è da sperare che presto questo genere di collezionismo torni a far proseliti anche in Italia così che possano tornare presto reperibili con maggiore facilità anche nel nostro paese.

Stockangel che passione!

Alessandro Mella

 

L’autore desidera ringraziare Karen Giacobino sempre al suo fianco nel tormentare i poveri negozianti oggetto della nostra simpatica ricerca!

 

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Articolo pubblicato il 07/09/2019