Gli ebrei sono un “cancro colonialista” a Gerusalemme e in Terra d’Israele.
Il Gran Mufti di Gerusalemme Muhammad Hussein (a destra) stringe la mano al Patriarca Ecumenico Ortodosso Bartolomeo I di Costantinopoli durante un incontro con il presidente palestinese Abu Mazen (al centro) nella città di Ramallah

Lo dice il Mufti dell’Autorità Palestinese, quello che ha esortato i musulmani a uccidere gli ebrei e ha definito “legittimi” gli attentati suicidi.

Il Gran Mufti di Gerusalemme Muhammad Hussein, il più alto esponente religioso islamico dell’Autorità Palestinese, ha denunciato gli “attacchi” ebraici contro i simboli religiosi palestinesi a Gerusalemme e ha definito la presenza ebraica nella Terra d’Israele un “cancro colonialista”.

 

Secondo un servizio pubblicato lo scorso 30 agosto dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, riportato in inglese lunedì dalla ong Palestinian Media Watch, la 176esima riunione del Consiglio Supremo della Fatwa, presieduto dal Mufti Hussein, “ha messo in guardia sul pericolo di attacchi contro i simboli religiosi e nazionali nella Gerusalemme occupata e ha affermato che il governo dell’occupazione è pienamente responsabile di queste violazioni. Il Consiglio – prosegue il quotidiano palestinese – ha espresso il suo rifiuto di ogni tipo di insediamento e ha sottolineato che il popolo palestinese non resterà inerte di fronte a questo cancro colonialista”.

 

Il Gran Mufti Muhammad Hussein, ex imam della moschea di Al Aqsa di Gerusalemme, è stato nominato dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) nel 2006. Il Mufti Muhammad Hussein non è nuovo a dichiarazioni controverse e istigazione all’odio. Poco dopo la sua nomina, definì gli attentati suicidi “legittimi se servono alla resistenza [palestinese]”. Nel 2012, durante una cerimonia trasmessa dalla televisione dell’Autorità Palestinese, citò un antico testo islamico che incoraggia i musulmani a uccidere gli ebrei. Nel 2015 negò che sia mai esistito un sito sacro ebraico sul Monte del Tempio di Gerusalemme.

 

Lo scorso agosto, all’inizio della festività musulmana di Eid Al-Adha che quest’anno cadeva nel giorno di Tisha BeAv, quando i fedeli ebrei commemorano la caduta del Tempio, Muhammad Hussein spostò l’orario della seconda preghiera del mattino e ordinò la chiusura di tutte le moschee di Gerusalemme per assicurarsi che i fedeli musulmani si concentrassero a pregare sulla spianata delle moschee sul Monte del Tempio con l’obiettivo di impedire agli ebrei di accedervi e scatenare disordini.

 

Come ha spesso documentato Palestinian Media Watch, l’Autorità Palestinese considera ogni presenza di ebrei sul Monte del Tempio una “aggressione” e una “invasione”, sostenendo che il luogo è santo solo per i musulmani e che quindi solo i musulmani hanno il diritto di accedervi e pregare, e che la semplice presenza di ebrei “contamina” i luoghi santi musulmani.

 

Da: PMW Bulletin, Jerusalem Post

 

 

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Articolo pubblicato il 07/09/2019