Ferrara, un crocifisso in tutte le scuole: il sindaco leghista ne compra 385.
Crocifisso di Cimabue

Ci sarà chi avrà da ridire?

Alan Fabbri, sindaco leghista alla guida del Comune di Ferrara, ha posto in essere un’iniziativa piuttosto strana e curiosa – se valutata alla luce di ciò che nell’epoca attuale viene considerato “normale” – davanti alla quale la reazione più comune è stata quantomeno la perplessità: il primo cittadino emiliano, infatti, ha deciso di ordinare 385 crocifissi e di posizionarli nelle aule delle scuole di proprietà del Comune che ne erano prive.

 

Il sindaco ha apertamente dichiarato a Il Resto del Carlino che, secondo lui e secondo l’amministrazione comunale da lui guidata, si tratta di un simbolo «oltre che religioso, di identità storico-culturale, di pace e di amore, aperto a tutti e legato alle nostre radici cristiane e al rispetto delle tradizioni», ritenendolo, di conseguenza, un simbolo di inclusione e non di divisione.

 

Al TG2 ha, inoltre, precisato che «si tratta di un dono che facciamo alle scuole e poi la scelta sul lasciarlo o meno sarà del dirigente scolastico, dei professori e delle maestre».

 

I ferraresi sono divisi sulla questione, perché alcuni ritengono che non venga rispettata la laicità dello Stato, mentre altri, al contrario, sono sostanzialmente d’accordo con il loro sindaco.

 

E c’è chi abbina l’idea di Alan Fabbri alla tematica dei migranti, molto in voga nella Chiesa contemporanea. Il Vescovo Gian Carlo Perego, che guida la diocesi di Ferrara e di Comacchio, ha, appunto, commentato che «il crocifisso, prima che un simbolo di identità culturale e religiosa, è la realizzazione concreta dell’amore di Cristo per tutti gli uomini – a partire dagli ultimi – e attende da ciascuno una risposta coerente con ciò che propone.

 

Speriamo che questa iniziativa ci inviti a ricordare il dono della vita di Cristo per noi e per i “crocifissi viventi” di oggi».

 

Loccidentale.it

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Articolo pubblicato il 08/09/2019