Un evento artistico di rilievo a Torino: la mostra di Piero Gianuzzi al castello del Valentino

A Torino, nella  Sala delle Colonne del castello del Valentino giovedì 12.09.2019, alle ore 18 verrà inaugurata la mostra Il gioco delle parti del noto pittore Piero Gianuzzi (Torino 1937 - Alpignano 1996). L’evento si svolge in collaborazione con il MIIT, il Museo Internazionale Italia Arte di arte moderna e contemporanea e traccia un affresco della creatività di Gianuzzi, prendendo in esame una serie di lavori da cui si può ricavare un’idea sufficientemente esaustiva della produzione artistica, specchio della personalità complessa di un artista che fu sempre affascinato dall’indagine sull’Essere.

Il gioco delle parti è la rappresentazione della umana commedia»: una commedia messa in cornice dopo aver tracciato con il bulino solchi precisi su lastre di zinco trattato, a delineare forme e volumi esaltati da sapienti pennellate di colore a olio. Nel Gioco delle parti si intrecciano metafisica e simbolismo, in una incessante disamina della condizione umana.

Echi di ispirazione metafisica si ravvisano nelle architetture, così come nelle prospettive e nei manichini, seppure non si tratti di meri calchi di capolavori del recente passato ma personali elaborazioni di forme e visioni della realtà che in qualche misura hanno segnato la sua formazione artistica. E’ uno sguardo nuovo, diverso, che rivisita realtà già frequentate, quasi un omaggio ai Maestri che lo hanno preceduto.

Le opere esposte in questa mostra antologica si collocano in una fascia temporale compresa tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta. Tranne rare eccezioni, in ognuna si incontrano forme e simbologie presenti anche nella sua produzione artistica precedente a questi anni. Pensiamo in particolare ai candidi gabbiani in volo: «I miei gabbiani! Unici consapevoli, sempre più liberi di spaziare verso nuovi orizzonti, messaggeri e cercatori di nuove conoscenze». O alla sfera abbagliante del sole, «dispensatore di vita» nonché di speranza. Sovente vi si accompagna un orizzonte di mare illuminato da una lama di luce.

Anche nei quadri più cupi, come La corsia dell’ospedale, questi simboli ricorrenti fanno la loro comparsa. Ma in questo caso, accanto alle lunghe ombre nere che sembrano rovinare a terra frantumando i colori della vita, del sole appare solo un frammento marginale che pare allontanarsi pian piano, accompagnato da gabbiani insolitamente mesti, mentre le ombre scaturite dai fili spezzati della vita assumono un vero e proprio corpo fisico e si proiettano a terra inquietanti, prendendo il sopravvento sui simboli di libertà e speranza.

Diverso è il caso della Scuola superiore di teologia, come del Tayllerand o della Portatrice d’acqua. Qui, e in molte altre opere, sole e gabbiani sono imponenti, centrali, componenti fondamentali non solo della scena «dell’umana commedia» rappresentata di volta in volta, ma anche dell’ideologia che a essa soggiace. Perché se è vero che lo sguardo del pittore coglie aspetti che vanno al di là della realtà apparente, è anche vero che questo sguardo è sorretto dai pensieri che agitano la sua mente, dalla sua visione del mondo e dell’umanità, dalla sua concezione del bene e del male. Il pittore della realtà immaginata – così Gianuzzi è stato definito – osserva l’essere con il suo sguardo a un tempo distaccato e partecipe, ironico e graffiante, ne racconta le debolezze, il dolore e la solitudine: malgrado il solco netto del bulino e la pennellata a tinte forti si intuisce infatti la consapevolezza di una fragilità interiore che grava su quel consesso umano da lui rappresentato in molteplici declinazioni, una fragilità che nessuno esclude o esonera poiché intrinseco alla condizione umana.Cominciata l’attività artistica fin dalla più giovane età, Gianuzzi frequentò gli studi dei maggiori esponenti del mondo artistico avendo modo di crescere tecnicamente  grazie ai loro insegnamenti, ideando una propria tecnica pittorica, di cui è l’indiscusso caposcuola. Il suo modo di operare consiste nell’utilizzare un sottile foglio di zinco, dello spessore di 2 decimi di millimetro, su cui Piero Gianuzzi incide un solco con tratto rapido e continuo, seguendo le indicazioni del disegno in precedenza preparato. Il bulino non deve mai fermarsi, non concedere alla lamina pause che disturberebbero la coralità del segno. In questi solchi, e tra di essi, il pennello copre cromaticamente quelle zone, alternandosi con il grezzo. Un lavoro oltremodo faticoso, ma se gli effetti visivi sono stupefacenti, non meno validi sono quelli artistici, poiché si tratta di una espressione pittorica capace di recuperare la Tradizione in modo altamente innovativo.

Dal 1971 dopo un normale iter pittorico, iniziò a dipingere per tematiche, sviscerando soggetti di volta in volta a carattere biografico, sociale, filosofico o "semplicemente" estetico. Anche la natura infatti è per lui oggetto di studio e osservazione specie in alcune sue espressioni a lui particolarmente congeniali nell’ottica di offrire a colui che osserva, una sincera rappresentazione dell’esistenza.

Un’interpretazione del mondo e della vita, dell’Uomo e dell’Essere che Piero Gianuzzi ci restituisce nei ‘frammenti’ di memoria, ironicamente definiti dall’artista ‘affreschi’, quasi a sottolineare quanto l’arte riesca a rendere immortale ed eterno l’attimo dell’ispirazione e della creazione. Nei ‘ritratti’, invece, l’artista coglie l’essenza dei suoi personaggi, raffigurandoli spesso incorniciati da uno spazio definito e circoscritto, quadro nel quadro, alla maniera fiamminga appunto, esaltando così il ruolo della scenografia e dell’ambiente circostante, quello dell’osservatore e del protagonista, complementari e in stretto dialogo reciproco di sentimenti ed emozioni.

L’inaugurazione della mostra Piero Gianuzzi "Il gioco delle parti" avrà luogo giovedì 12 settembre alle ore 18 presso la Sala delle Colonne del Castello Reale del Valentino, in viale Mattioli n. 39, Torino. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 21 settembre osservando il seguente orario: lunedì-venerdì 10-12, 16-19; sabato 10-12, 16-18.

 

foto castello valentino http://www.chometemporary.it/wp-content/uploads/2016/01/castello.jpg

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Articolo pubblicato il 11/09/2019