Dialoghi sul senso della vita – 5.3 di n.

Legami di sangue.

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: È possibile vivere per sempre insieme ad una stessa persona?

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Come più volte ricordato, pensiamo di compiere delle libere scelte; in pratica però siamo obbligati a scegliere tra qualcosa di già preconfezionato e, di conseguenza, a giustificare l’azione compiuta per convincere noi stessi di averla fatta liberamente!

 

Spesso rivolgo alle persone questa domanda: vi ritenete liberi?

 

Se la risposta è sì, allora chiedo che provino a non recarsi al lavoro domani!

La reazione è immediata!

 

Nessuno prende in considerazione di poterlo fare senza una adeguata giustificazione, però tutti trovano immediatamente il modo per giustificare la ragione per cui devono andarci!

 

Ma se fossimo liberi potremo farlo oppure no senza necessità di giustificazione; basterebbe assumersi responsabilmente le conseguenze qualunque esse siano; solo che, per farlo, occorre poterlo fare e, per poterlo fare, occorre disporre di una coscienza libera, che non sia schiava delle convenienze che invece tengono prigioniere la nostra vita e le nostre azioni! Troppi sono i fattori che concorrono affinché succeda una cosa per solo pensare di averli considerati tutti prima di decidere!

 

Provate con qualunque cosa o situazione e ve ne accorgerete facilmente!

In quanto ad accettare che sia così però……è tutt’altra faccenda!

 

Torniamo all’esempio del matrimonio!

 

Questa scelta non è mai operata liberamente!

 

Vuoi per il trasporto dei sensi, vuoi per una necessità di sicurezza, vuoi perché i parenti stressano per la continuità della famiglia, vuoi perché così fan tutti, fatto sta che questo passo ha sempre una giustificazione … ingiustificata!

 

Come nel caso della scelta delle lavatrici non è più contemplata un’altra opzione! Per forza siamo arrivati lì e la scelta non è più tra non sposarci o sposarci ma si riduce ad una “scelta” di chi sposare!

 

Come nel caso delle lavatrici, la cui funzione è lavare i panni, nel caso della persona che sposiamo, la sua funzione è di essere se stessa.

 

Così come non possiamo pretendere che la lavatrice faccia le brioches, così non possiamo pretendere che la persona che abbiamo sposato sia come vogliamo noi!

 

Ovvero non è mai sbagliata la persona che abbiamo sposato, ma è quasi sempre sbagliata la scelta di sposarsi ad un’altra persona!

 

Sbagliando s’impara!

È di una semplicità disarmante; tuttavia non possiamo accettare che lo sia, e allora complichiamo tutto per poter giustificare i nostri necessari errori voluti mediante il fatto di concludere che le cose siano troppo complicate per andare nel verso giusto secondo il nostro giudizio.

 

Vogliamo che le lavatrici facciano le brioches e poi ci arrabbiamo pretendendo che le facciano e sostenendo che se non le fanno è solo perché sono loro a non capire come devono fare per farle!?!?!?!?!

 

Lo stesso vale per i rapporti con le altre persone e, oserei dire, con tutti gli altri aspetti di noi stessi che vorremo cambiare allo stesso modo.

 

Anche in questi casi i rapporti possono essere fondamentalmente semplici e chiari!

 

Però si complicano enormemente a forza di continue scelte operate sotto i vincoli del proprio tornaconto, dei nostri intenti e desideri più nascosti, e a volte inconfessabili!

 

Così poi ci troviamo ad affrontare situazioni evidentemente insostenibili in partenza!

 

Così poi facciamo fatica a rinunciare a qualcosa che crediamo di aver determinato direttamente e coscientemente, continuando a restare prigionieri delle situazioni che si presentano di conseguenza!

 

Continuiamo a costruire un edificio di miliardi di stanze e corridoi, in pratica un labirinto inestricabile, intorno ad una foglia di fico che non può nascondere la verità che non vogliamo vedere!

 

E diciamo che ciò è necessario per proteggere la nostra stessa esistenza!

 

Cerchiamo di proteggere la nascente piantina della verità costruendole intorno una costruzione che non lascia penetrare i raggi del sole, l’aria e l’acqua.

 

Il risultato è che essa secca!

 

Torniamo a coloro che hanno lasciato questo corpo fisico.

 

Essi devono seguire un loro programma “vitale” tanto quanto coloro che sono ancora in possesso di corpo fisico; solo che è un programma diverso!

 

Sarebbe evidentemente necessario non mantenere legami e relazioni tra le due condizioni, come per un matrimonio, per permettere loro di poter fare la propria esperienza il più liberamente possibile! Certo però che, diversamente da un matrimonio, tutto ciò può risultare ancora più difficile a causa dei vincoli inconsci di sangue e parentela che si stabiliscono tra genitori e figli, per effetti biologici naturali, giuramento, formule rituali o atti coscienti!

Molti di questi vincoli non dovrebbero mai essere stabiliti alla leggera, e nel caso fossero stati contratti, ma non si desiderasse coscientemente mantenerli, conoscendone e accettandone tutte le conseguenze, sarebbe opportuno reciderli prima della morte.

 

IDP… come si fa a reciderli?

 

IDP… sì, vogliamo la ricetta!

 

IDP… quando è morto mio padre io mi sono resa conto che … è come se fosse entrato dentro di me … infatti mi dicono tutti che perfino quando mangio ho gli stessi modi di fare e addirittura mi trovo a mangiare le stesse cose che mangiava lui … e adesso che sono invecchiata, mangio alla stesso modo, mentre prima non era così … stessi modi di fare … che prima no …

 

Una parte di queste cose sono comprese nel bagaglio ereditario che può diventare più o meno evidente col passare del tempo; però stavo parlando di qualcosa di diverso: di ciò che accade visibilmente immediatamente nell’attimo della morte e per un tempo breve e poi scompare lasciando tutto come prima.                                   

 

Le caratteristiche della famiglia sono una cosa, questa temporanea sovrapposizione tra le caratteristiche del defunto con il vivo sono altro! Non si tratta di classificare ciò in buono o cattivo, semplicemente di rendersene conto!

 

IDP… io volevo dire questa cosa … quando è mancata mia mamma, sul momento la vedevo ancora presente anche se non c’era più … il giorno dopo non l’ho più vista … cioè c’era ancora il corpo ma non c’era più lei … e non mi sono data una spiegazione … io non mi sono più avvicinata perché per me non era più lei … mia mamma non c’era più! …

 

Molte volte le impressioni che ci giungono sono molto più vicine al vero di quanto pensiamo. Molte volte sono segnali chiari ma che non siamo più capaci di ascoltare e comprendere.

 

In realtà succedono cose che neppure immaginiamo, come per esempio il fatto che una parte della persona deceduta possa essere trattenuta ancora nel nostro mondo solo perché noi continuiamo a trattenerla nel nostro immaginario, non la lasciamo andare.

 

Potete comprendere cosa si fa intorno ad esse a fin di bene o sotto l’effetto di una forte emozione! Potete anche comprendere perché per evitare questi “rapporti illeciti” in alcune parti del mondo i corpi dei defunti vengano bruciati!

 

Per tranciare il possibile ristabilimento di un cordone ombelicale!

 

Certo in alcuni casi si arriva ad esagerare, bruciando insieme anche qualche vivo per evitare che il morto sia trattenuto attraverso di esso!

 

IDP… il fatto è che dopo … cerchi quella persona! … io dopo la sua morte l’ho cercata spesso e la cerco tuttora! … e forse non è un bene! … non lo so! ...

 

Nessuno sa esattamente cosa è bene e cosa è male, cosa serve ad uno e cosa ad un altro!

 

Quello che si può fare è fornire informazioni generali su cosa avviene e sul fatto che dovremmo lasciare libere le persone di fare la propria strada. In fin dei conti, ognuno dovrà rispondere del suo agire alla propria coscienza che sicuramente è l’unica entità che, conoscendo cose che appartengono solo a quella persona, può essere in grado di comprendere cosa sia necessario fare in quella specifica circostanza!

 

Continua nel prossimo articolo 5.4 di n dal titolo:

 Andata e ritorno dalla morte? Non c’è alcuna agenzia di viaggi che l’abbia in catalogo!

 

 

Foto, schema e testo

Pietro Cartella

 

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Articolo pubblicato il 06/11/2019