Dialoghi sul senso della vita – 5.4 di n.

Andata e ritorno dalla morte? Non c’è alcuna agenzia di viaggi che l’abbia in catalogo!

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: legami di sangue

 

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Nessuno sa esattamente cosa è bene e cosa è male, cosa serve ad uno e cosa ad un altro!

 

Quello che si può fare è fornire informazioni generali su cosa avviene e sul fatto che dovremmo lasciare libere le persone di fare la propria strada. In fin dei conti, ognuno dovrà rispondere del suo agire alla propria coscienza che sicuramente è l’unica entità che, conoscendo cose che appartengono solo a quella persona, può essere in grado di comprendere cosa sia necessario fare in quella specifica circostanza!

 

IDP… posso dire? … io, la scorsa estate, ho avuto l’esperienza di mio padre colpito da ictus … ha avuto due ricoveri in ospedale e se l’è sempre cavata … però lui mi ha detto che avrebbe preferito morire … l’ultima volta sono stata accanto a lui gli ho detto “papà se devi andare ti lascio, vai, perché io non voglio più tenerti qui con noi se tu non vuoi … e mio padre se n’è andato! … non so, per carità, non sarà dovuto a me … però io sono convinta che questo abbia influito……

 

Vorrei chiarire ulteriormente …

 

IDP…  ne avevamo parlato in precedenza … e questo mi ha resa più cosciente del fatto che lui non aveva più voglia di vivere … di stare così … di conseguenza era giusto rispettare il suo desiderio … questa è stata la mia esperienza … 

 

Grazie a lei per questo intervento particolarmente significativo!

 

In queste esperienze, come in tutte le altre di cui non siamo però così coscienti, noi siamo comunque parte attiva! La nostra parte deve essere fatta perché ogni cosa si possa compiere! Pensate a cosa accade quando quella persona “vuole andarsene” e viene trattenuta contro la sua volontà! Lo si costringe a stare in una condizione che non si può augurare a nessuno: viene contemporaneamente tirato nei due versi! Non importa se in buona fede, però questo è il risultato: la persona in questione non è del tutto di qua e neppure di là. E se viene trattenuta con forza sufficiente permane con un certo numero di danni psico-fisici e con una coscienza non più integra!

 

Non mi viene in mente nessun nemico a cui augurare un simile “aiuto non richiesto”!

 

Eppure, proprio di recente, ho assistito ad una conferenza sulla NDE (near death experience, esperienze vicino alla morte) in cui si affermava che persone ritornate o aiutate a ritornare da situazioni di quasi morte hanno cambiato la propria personalità, come se ciò fosse segno positivo perché in questa nuova situazione si era ridotta per loro la paura della morte o si erano dedicate a ricerche cosiddette “spirituali”!

 

È proprio vero che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere!

 

La coscienza può essere piallata e sostituita da un artificio che fa contenti tutti!

 

Pensate a quante persone ridotte a questo modo tratteniamo negli ospedali!

A quante persone viene violata e negata la dignità di essere umano, a fin di bene o in nome di questa o quella organizzazione umanitaria!

 

IDP… è tremendo! …

 

Perché non vogliamo che avvenga quello che è giusto che sia ma ciò che piace a noi … o riteniamo più giusto!

 

A ognuno deve essere lasciata la sua libertà: ai vivi come a coloro che stanno terminando o hanno terminato la propria esistenza; è così difficile comprenderlo?

 

Diventa difficile perché abbiamo paura di quel momento di pace e serenità che si manifesta nel momento in cui abbiamo liberato qualcuno dal nostro abbraccio mortale; abbiamo paura dei sensi di colpa, del rimorso che secoli di sonno della coscienza ci ha procurato! È lo stesso smarrimento che proviamo al solo pensiero di lasciare libero qualcuno che teniamo prigioniero nel suo ruolo per la nostra soddisfazione, come un animale domestico al guinzaglio, sia esso figlio, genitore, parente, amico, amante, nemico, dio, angelo o demonio! Tutte cose che non esistono se non solamente dentro di noi ma con le quali giustifichiamo la nostra condotta di vita! Figuriamoci se possiamo lasciarle libere: non sapremo più chi siamo!

 

Se non sono figlio di…, padre di…, amante di…, nemico di…, allora chi sono?

 

E per questo inchiodiamo a tutte le cose un’etichetta indelebile impedendo loro di cambiare. Se quella persona che abbiamo conosciuto venti anni fa la ritroviamo oggi per noi deve essere necessariamente la stessa persona di allora altrimenti è un’estranea! Come per le lavatrici non c’è altra opzione!

 

Aggiungiamo errore ad errore sperando che si produca qualcosa di corretto!

E qualcosa si produce!

Emozionante! Matematico! Scientifico! Spirituale! Ma falso!

 

A tutto ciò possiamo porre fine!

 

Possiamo permettere che ognuno torni alla propria libertà come recita un verso della preghiera cristiana “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”!

 

Mai come questa volta ho usato citazioni che non sono solito usare essendo usate anche da una religione che non confesso; tuttavia fanno parte della cultura che ci è più vicina e quindi risultano più note a tutti. Uso queste citazioni a riprova del fatto che sono potute giungere a noi solo perché non sono state comprese dai censori che si sono premurati di mettere mano agli antichi scritti nel tentativi di renderli “adatti allo scopo prefisso”. Non avendone compreso il senso profondo non hanno ritenuto necessario eliminarle! Così sono ancora presenti e in grado di indicare la direzione corretta a chi vuole intraprendere il processo di ritorno alla vera vita!

 

Di tracce come queste ne trovate in ogni religione e sono sufficienti ad indicare la strada a chi vuole percorrerla! Sono i cartelli indicatori!

 

Tutto ciò però non servirebbe se ……

 

Chi avrebbe potuto comunicarle e rendere comprensibile cosa si prova nel lasciare libero di morire il proprio padre, se non ne avesse fatto l’esperienza diretta?

 

Non è come comprendere un concetto, ma è come sentire un nuovo sapore; è un’esperienza cellulare che si prova solo se si affronta quella prova; è qualcosa che aiuta la coscienza a compiere un salto quantico, a concepire altro che non sia legato alla nostra limitatezza di orizzonti: a concepire la vita oltre quello che ci hanno raccontato!

 

È uno di quei casi in cui “non la mia, ma la tua volontà sia fatta” è applicata agli altri, ai nostri fratelli, perché “ogni volta che avrete fatto questo ad un vostro fratello lo avete fatto a me”: questo è scritto nel cuore di ogni essere umano degno di tale nome!

 

Tutto questo non basta ancora perché sia giusto e vero: è solo un primo passo, un modo di rompere gli indugi rispetto all’indolenza dei luoghi comuni ed iniziare una vera rivoluzione profonda: cercare responsabilmente la libertà che solo la verità contiene, costi quello che costi!

 

Accettando anche la sofferenza che alcuni avvenimenti ci suscitano perché non siamo insensibili! Accettando anche di dover affrontare tali avvenimenti apparentemente da soli mentre siamo sempre accompagnati e sorretti in ogni istante dalla vita, anche se non ne siamo consapevoli. Accettando di essere considerati sufficientemente maturi per poter affrontare una esperienza di tale valore!

 

Allora usiamo e osiamo!

 

IDP… e cosa si può dire delle percezioni? … sia io che mia sorella abbiamo avuto contemporaneamente la percezione che nostro papà moriva … è vero che non stava gran che bene, ma non era in pericolo di vita … e ci è successa questa cosa: eravamo in campagna e lui ci ha dato uno sguardo e io e mia sorella ci siamo spaventate …

 

Avete capito ciò che stava per succedere!

 

IDP… e guardandoci ci siamo dette “papà muore!” al punto che al posto di fermarci a dormire in campagna ho detto a mio marito “andiamo giù” perché papà non sta bene … non riuscivo più a rimanere lì … siamo tornati a casa … e infatti dopo due giorni mio papà non è stato bene ed è morto! ... però ci ha dato uno sguardo che ci ha spaventate! Mio fratello che era anch’egli presente non ha percepito nulla! … quando abbiamo raccontato questa cosa … ci siamo proprio guardate in faccia spaventate … e siamo andate via di corsa … perché avevamo avuto questa percezione! …

 

È abbastanza chiaro che questi non sono argomenti campati in aria; sono cose che tutti noi abbiamo provato in modi diversi, ma alle quali abbiamo potuto rispondere solo per quello che potevamo. Ora possiamo cercare di comprendere meglio tutto ciò che fa parte della vita! Non possiamo passare tutta la nostra esistenza in continui tentativi di difenderci da ciò che essa ci propone! Possiamo cogliere l’occasione per partecipare al suo grande piano!

 

Emanciparci gli uni dagli altri non vuol dire essere insensibili, anzi, significa diventare più attenti nel permettere a tutti di andare per la propria strada anche nel caso in cui ciò comporti per noi conseguenze importanti!

 

 

Continua nel prossimo articolo 5.5 di n dal titolo:

Ammalarci o guarire? L’opzione più vantaggiosa.

 

 

Foto e testo

Pietro Cartella

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/11/2019