Dialoghi sul senso della vita – 5.5 di n.

Ammalarci o guarire? L’opzione più vantaggiosa.

Prosegue dal precedente articolo dal titolo: Andata e ritorno dalla morte? Non c’è alcuna agenzia di viaggi che l’abbia in catalogo!

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Emanciparci gli uni dagli altri non vuol dire essere insensibili, anzi, significa diventare più attenti nel permettere a tutti di andare per la propria strada anche nel caso in cui ciò comporti per noi conseguenze importanti!

 

IDP… ma tutto ciò può essere valido fino a che si ha a che fare con persone che possono ancora ragionare … ma quando si ha che fare con persone affette dal morbo di Alzheimer … persone che cominciano a vivere in un mondo proprio … per cui non si ha più comunicazione con esse … vedo amici che hanno in casa tali problematiche … hanno in casa una persona che è un problema enorme e che sarebbe molto meglio che finisse perché evita di star male … anche se non è cosciente di ciò che sta vivendo … in quel suo mondo strano … e si deve accudire in ogni minuto … si può dire … in tal caso non si ha più a che fare con una persona che continua a ragionare fino all’ultimo … e quindi …  

                                                                          

Non c’è molta differenza tra uno che ha quella malattia e tutti noi; sono solo due demenze diverse!

 

Scusate la brutalità dell’affermazione!

 

La differenza sta nel fatto che la nostra demenza non è più riconoscibile come tale, è accettata da tutti e quindi è diventata “normale”; invece quel tipo di demenza è ancora riconoscibile come diversa. Presto diventerà anch’essa

normale, cioè diventeremo tutti così!

 

Mi rendo conto che questa entrata a gamba tesa è una ennesima provocazione alla vostra pazienza e disponibilità, ma finché mi viene permesso ne approfitto!

 

Tutti noi viviamo in un mondo di proprie verità e valori esattamente come se fossimo malati di Alzheimer;

per esempio conosciamo cosa sia la coscienza?

Sappiamo cosa significhi agire con o senza coscienza?

 

Tempo fa alcuni neuroscienziati non ammettevano che si potesse ritornare dal coma; adesso, dopo che ciò è accaduto ad uno di loro, di punto in bianco diventa ammissibile fare delle ricerche al riguardo! Ovvero fino a ieri egli negava ciò che gli veniva detto, ma ora che è successo a lui allora può essere vero! Ma solo perché è uno scienziato può essergli concesso il beneficio di poter essere creduto al punto di poter ricevere finanziamenti per la sua ricerca in merito! Fino a quando succede ad uno di noi, lascia il tempo che trova …, al massimo possiamo raccontarlo senza essere coperti di insulti o derisi o diventare ospiti di una trasmissione televisiva!

 

Con questo non voglio affermare che chi è affetto dal morbo di Alzheimer abbia una coscienza avente le stesse caratteristiche di chi non ne è affetto, perché è evidente anche al più sprovveduto che non è così, però ci può interessare indagare sulle ragioni che sempre più spesso inducono questo stato di cose.

 

Ora farò alla lavagna un piccolo schema a blocchi per aiutarmi…così intanto potete respirare un momento mentre eseguo il disegno!

 

Ecco qui un bel gioco: si chiama

“ho bisogno di te” e quindi se non ci sei ti invento!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nello schema vediamo rappresentati il malato di Alzheimer, la famiglia, la società e gli ospedali: ora vediamo quali relazioni esistono tra loro!

 

Nella società ci sono persone che hanno bisogno di posti di lavoro, gli ospedali danno posti di lavoro.

 

Le famiglie hanno bisogno di sostegno verso i malati; dovrebbero riceverlo dalla società, oppure dagli ospedali.

 

Alcune famiglie hanno un reddito che proviene dall’ospedale, oppure dalla società.

 

Pensate che sia facile lasciarsi sfuggire una persona ritenuta affetta da malattia se grazie a lei si tiene in piedi tutto questo baraccone?

 

Senza malati niente ospedali, senza ospedali niente reddito, senza reddito niente società e famiglie senza mezzi, senza società niente progresso, senza famiglie con mezzi niente consumo, senza consumo niente benessere … beh, forse non è proprio del tutto così … però …

 

IDP… allora si tratta di interesse! Mantenere persone malate …

 

… per il nostro tornaconto!

In tutto ciò è evidentemente presente un grande interesse personale e collettivo!

 

IDP… come il cancro … è evidente per esempio il grande costo delle medicine per le malattie oncologiche … gli interessi delle multinazionali dei farmaci …

 

Certamente, però anche noi ne traiamo benefici!

Adesso, che ci stanno dicendo che non sarà più possibile sostenere l’attuale sistema sanitario, noi stessi cominciamo a tremare; infatti vorremmo essere lasciati liberi di andare per la nostra strada, ma nello stesso tempo abbiamo anche paura di morire e …

 

IDP… e allora vogliamo essere curati! …

 

Vogliamo che al nostro squillo di telefono siano già tutti lì ad assisterci! Questo è un giro vizioso che abbiamo messo in piedi per ignoranza e avidità. A fin di bene o per interesse abbiamo messo in piedi un gioco crudele di cui siamo carnefici e vittime!

 

IDP… ma non si può dire che sia solo così …

 

IDP… e come si fa ad uscirne? 

 

Non è così facile uscirne perché tutti noi abbiamo interesse a tenere in piedi questo circolo vizioso, non solo le multinazionali sulle quali ci farebbe comodo scaricare tutte le colpe! Certamente le multinazionali danno lavoro a molte persone; nello stesso tempo arrecano danno a molte altre; sono i due lati della stessa medaglia; impossibile separarli! Basta guardare i fatti di cui siamo testimoni: per esempio le acciaierie di Taranto che danno lavoro a migliaia di persone ma nel contempo ne fanno morire altre di tumori generati dai loro scarichi mortali nell’aria: quando ne è stata decretata la chiusura per permetterne il risanamento, sono stati gli stessi operai a protestare perché perdevano il posto di lavoro ben sapendo quale fosse il prezzo da pagare per quello!

 

Non c’è via di uscita! Chi pensa che si possano fare delle cose solo positive si illude fondamentalmente! Si può solo stabilire fino a che punto si è disposti a pagare per avere ciò che si desidera! Ma ogni cosa ha il suo prezzo! Non si sfugge!

 

Tutti noi contribuiamo a tenere in piedi il carrozzone! Ognuno per la sua piccola o grande parte!

 

IDP… certo! Tutti accettiamo il sistema senz’altro! … È una lotta … pensi quando non si vogliono far vaccinare i bambini … cosa succede!

 

IDP… comunque parte tutto dalla paura! …

 

Certamente! Parte tutto dalla paura! A causa della paura siamo diventati, anziché elementi vitali, elementi a sostegno della paura! Abbiamo strutturato un corpo che vive, o dovrei dire muore, di paura!

 

IDP… quindi quando siamo ammalati non dobbiamo curarci! …

 

No, no, no, calma! Non esageriamo! Non buttiamoci subito da un’estremità all’altra! Non esageriamo! Non reagiamo sconsideratamente! Vorrei solo evidenziare che tra abbandonarsi senza criterio a tutto quello che succede e cominciare a esaminare quello che succede c’è un po’ di differenza! Se ognuno di noi comincia a fare un po’ della sua parte poco per volta troverà che le cose sono cambiate perché siamo cambiati noi! Come abbiamo visto in precedenza, se qualcosa cambia in una delle sue parti, il cambiamento interesserà, volenti o nolenti, anche le altre parti!

 

Continua nel prossimo articolo 5.6 di n dal titolo:

Quali scelte possiamo fare.

 

 

Foto, schema e testo

Pietro Cartella

 

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Articolo pubblicato il 12/11/2019