Il diavolo alloggia in Vaticano, nella Segreteria di Stato. Il parere di Guglielmo Adilardi

Lo scandalo del mancato acquisto milionario di immobili di lusso a Londra.

Per quello che ci è dato di sapere questo ulteriore scandalo nasce da appetiti immobiliari; sembra che il tutto giri attorno ad un acquisto milionario di uno o più immobili nella Londra di lusso.

Da una parte c’è Bergoglio che rifiuta di essere effigiato sulle monete che stampa la Zecca italiana per conto dello Stato del Vaticano, quasi a prendere le distanze dallo “sterco del demonio”, dall’altra dirigenti delle finanze vaticane provvedono a scaricare tonnellate di deiezioni del diavolo in Segreteria di Stato.

Il principale accusato è il direttore dell’Aif, Tommaso Di Ruzza, genero di Antonio Fazio, ex Governatore Bankitalia, condannato proprio per riciclaggio. L’autorità di informazione finanziaria fu voluta da Benedettio XVI per combattere il riciclaggio nello IOR. Questa struttura è collegata direttamente al capo della Segreteria di Stato Pietro Parolin al quale sarà difficile invocare l’attenuante “ a sua insaputa”.

Altri sottoposti ad indagine sono: mons. Mauro Carlino, responsabile dell’Ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato, Vincenzo Mauriello, Fabrizio Tirabassi, Caterina Sansone tutti e tre a vario titolo addetti all’Amministrazione della stessa Segreteria. Altri nomi vengono tenuti riservati, ma questi personaggi ormai noti sono diffidati – sono state diffuse foto segnaletiche – di recarsi sul posto di lavoro ove investigatori hanno provveduto a sequestrare computer e quant’altro degli inquisiti. Contemporaneamente papa Francesco ha nominato Giuseppe Pignatone presidente del Tribunale dello Stato del Vaticano ove penso abbia pane per i suoi denti assai affilati.

Per quello che ci è dato di sapere questo ulteriore scandalo nasce da appetiti immobiliari; sembra che il tutto giri attorno ad un acquisto milionario di uno o più immobili nella Londra di lusso; operazione che non sembra sia andata in porto per mancanza di ulteriori centocinquanta milioni, nonostante i precedenti denari utilizzati e sottratti all’obolo di San Pietro, e che per perfezionare il contratto vennero richiesti all’IOR. Come sappiamo, quando negli affari “buoni” la filiera si allunga troppo l’affare fa una brutta fine, o meglio buona per i “pescecani” che attendono la preda a bocca aperta e denti aguzzi.

In tutta questa vicenda ancora da definire vien spontaneo fare alcune considerazioni: perché ad alcuni ecclesiastici piacciono tanto gli attici di lusso, forse per un senso di rivalsa, considerato che il loro Maestro nacque in una stalla? Inoltre è notorio che da tempi immemorabili la Chiesa cattolica con l’immobiliare non se l’è mai detta: dalla donazione di Costantino al Risorgimento italiano in cui fu espropriata di tutti i suoi beni terreni. E ancora, c’è sempre a monito quell’affare dei trenta denari che finì come sappiamo. Perché insistere?

Papa Francesco rispondendo ad un bambino che chiedeva perché non risiedesse in Vaticano ma a Santa Marta rispose: “ Perché avrei necessità dello psichiatra”. Ora lo comprendiamo.

  Guglielmo Adilardi  

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Articolo pubblicato il 09/10/2019