Spygate, c'è il primo dossier: ora Trump può incastrare Renzi

La prima indagine, guidata da Michael Horowitz, è incentrata sulla campagna presidenziale di Trump nel 2016

Oggi potrebbe essere il giorno della verità per Donald Trump e per le due inchieste avviate dalla sua amministrazione sui presunti "abusi" ai danni della sua Campagna nel 2016.

 

Come riporta l'Agi, dovrebbe essere divulgato domani il primo dei due rapporti sulle inchieste avviate dall'amministrazione Usa sulla vicenda Spygate/Russiagate.

 

La prima indagine, guidata Michael Horowitz, è incentrata sul presunto controllo della campagna presidenziale di Trump nel 2016 e sul possibile abuso del Foreign Intelligence Surveillance Act da parte di Barack Obama. La seconda inchiesta, invece, come riporta Agi, è quella del ministro della Giustizia, William Barr, che sta indagando su quelle che potrebbero essere le vere origini del Russiagate e che potrebbe coinvolgere anche l'Italia.

 

L'ipotesi di questa seconda investigazione, per determinare da dove sia partita l'indagine dell'Fbi sulla presunta collusione tra Trump e il Cremlino durante le presidenziali del 2016 (quando in Italia governava Matteo Renzi), è che la precedente amministrazione abbia tentato di incastrare Trump, anche "andando in altri Paesi per cercare di nascondere quello che stavano facendo", come spiegato dal tycoon in persona durante la conferenza stampa congiunta con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Casa Bianca.

 

E "l'Italia potrebbe essere uno di questi" Paesi, ha avvertito Il Presidente Usa. Sugli incontri di Barr a Roma, il 15 agosto e 27 settembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrà riferire al Copasir. Il rapporto di Horowitz, atteso entro la fine della settimana è già stato chiuso da oltre un mese ma per la divulgazione occorre il via libera di Barr, dell'Fbi e della commissione Giustizia del Senato guidata da Lindsey Graham, il Senatore del presidente che ha scritto ai leader di Italia, Australia e Regno Unito perchè collaborassero con le sue indagini.

 

"Il nostro paese sta indagando sulla corruzione delle elezioni del 2016. E' stata un'elezione corrotta - ha affermato Trump - che sia (James) Comey o (Andrew) McCabe, che sia (Peter) Strzok o la sua amante, Lisa Page. C'è stata molta corruzione che potrebbe arrivare fino al presidente Obama. E io penso che ci arrivi".

 

"Non conosco il contenuto del rapporto del procuratore generale William Barr ma prevedo che scoprirà molta corruzione" aveva detto ieri Donald Trump rispondendo a una domanda sull'indagine del ministro della Giustizia Usa dallo Studio Ovale con il Presidente Sergio Mattarella.

 

Come riportato da Inside Over nei giorni scorsi, il ministro della giustizia degli Stati Uniti William Barr e il procuratore John Durham potrebbero tornare presto in Italia. Lo ha rivelato una fonte anonima dell’intelligence Usa all’agenzia di stampa Reuters, che conferma come al centro degli incontri fra Barr e i vertici dell’intelligence italiana del 15 agosto e del 27 settembre ci fosse il docente maltese Joseph Mifsud e la sua rete – vastissima – rete di relazioni.

 

La fonte dell’intelligence americana ha spiegato che è probabile che Barr o Durham – o entrambi – tornino presto in Italia per proseguire le indagini, sottolineando che la pista Mifsud è ancora caldissima. Al momento la notizia non è stata confermata dal Dipartimento di Giustizia, che però non aveva nemmeno comunicato i due precedenti viaggi di William Barr a Roma.

 

Secondo il Corriere della Sera, i Servizi segreti italiani avrebbero svolto le indagini per conto degli Stati Uniti, ed è stato il direttore del Dis Gennaro Vecchione ad avviare accertamenti, su richiesta del ministro della Giustizia William Barr. Dopo l’incontro di Ferragosto, la riunione del 27 settembre scorso a Roma è servita proprio a dare conto dell’esito delle verifiche, che però non avrebbero soddisfatto del tutto i Procuratori americani. Nel frattempo, si attende che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferisca al Copasir. La verità, a quanto sembra, si avvicina.

 

Ilgiornale.it

 

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Articolo pubblicato il 18/10/2019