Ha aperto a Torino lo Starbucks più grande d'Italia

Ma il caffè, e la sua storia, sono un'altra cosa

Pochi giorni fa, grande evento in città, con code di ore per riuscire a entrare.

Ha aperto in centro a Torino lo Starbucks più grande d'Italia.

 

Si tratta del nono negozio che viene inaugurato sul territorio italiano, con tutti gli altri otto aperti solo in Lombardia, e di cui sei a Milano. 

 

Si trova in Via Buozzi 5, praticamente a cinquanta metri da Via Roma, e ogni mattina aprirà le porte alla sua clientela dalle ore 7 alle 21.

 

Su tre piani, con i suoi 540 metri quadrati di superficie e 150 posti a sedere, si tratta dello Starbucks più grande d'Italia, un vero colosso nel centro della nostra città. Prossimamente sarà aperto anche il dehor esterno per accogliere ancora più clienti. 

 

Tutti i giornali locali, grandi e piccoli, sono stati attenti a comunicare il grande evento, enfatizzando sul fatto che il primo cliente si era messo in coda già alle 6,30 del mattino, tanta era l’aspettativa.

Scene, e titoli di giornali cartacei e online, di pura isteria, o di moda del momento.

 

Ora, passato qualche giorno, permettetemi di “mettere i puntini sulle i”, perché in una città come Torino, “capitale dei caffè storici” non si può rimanere in silenzio davanti a tanta enfasi per un’azienda che è il “simbolo della globalizzazione dei locali da caffè”.

 

Non che io ce l’abbia con Starbucks, anzi, ho sempre apprezzato "i suoi caffè" (di gusto modesto) nelle tante città in cui ho viaggiato, come ad esempio all’aeroporto di Amsterdam, al centro commerciale del porto di Barcellona, sulla grande passeggiata mare di Miami.

 

Ma a Torino, lo Starbucks, non c’entra per nulla, sicuramente va bene per altre città, tipo Milano.

 

“Torino è una città salotto”, dove anche i caffè, sempre di misura adeguata, quasi intimi, sono parte integrante di un tessuto sociale e culturale che ne hanno fatto la capitale europea.

 

Forse non tutti sanno che Torino contende a Parigi e a Vienna il primato dei caffè storici più raffinati d’Europa.

 

Praticamente sono uno stile di vita, un modo di essere, un’espressione del gusto dei suoi cittadini.

 

Nei secoli, a Torino, ai tavoli dei suoi locali storici, mentre si degustava un buon caffè, si sono incontrate coppie di innamorati, si sono tessute storie clandestine, si sono sussurrate parole dolci di corteggiamento, si sono diffusi pettegolezzi e malignità. E naturalmente non solo questo.

 

Nei caffè storici torinesi sono state scritte le più gloriose pagine di storia del nostro Paese, si sono confrontate idee politiche, si sono dibattuti pensieri filosofici, si sono forgiati e alimentati fermenti rivoluzionari e risorgimentali, si sono scritte trame di saggi e di romanzi che sono diventati dei capolavori della letteratura italiana.

 

E per nostra fortuna, molti di questi storici caffè sono ancora presenti ai giorni nostri.

 

Locali che sono autentiche perle di rara bellezza, con arredi barocchi e boiserie intagliate a mano, con specchiere dalle cornici dorate e soffitti splendidamente decorati con stucchi ed affreschi, spesso realizzati dagli stessi artisti che operavano alla corte dei duchi e delle famiglie aristocratiche della città.

 

Ecco perché Starbucks a Torino, non c’entra nulla.

 

Io personalmente continuerò a prendere il caffè nei vari locali che hanno fatto la storia di Torino, e dell’Italia, e che per fortuna di chi lo comprende, rimangono ineguagliabili.

 

Non bastano i milioni di dollari e la grandezza degli spazi per fare la storia del caffè e dei locali da caffè.

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Articolo pubblicato il 06/11/2019