Fama e Leggenda non muoiono mai. 128 anni dalla morte del poeta maledetto per eccellenza. Di Clara Bon

Il 10 novembre 1891, all’età di 37 anni, moriva Arthur Rimbaud, poeta maledetto per eccellenza e innovatore della poesia moderna.

Arthur nacque a Charleville, in Francia, nel 1854. Iniziò a scrivere da giovanissimo, appena quindicenne, e intuì presto la necessità di allontanarsi drasticamente dalle convenzioni letterarie e metriche della poesia di fine 800.
Inquieto e vagabondo, riteneva che il poeta dovesse farsi ‘veggente’, e quindi condurre una vita dissoluta, senza porsi limiti, sperimentando tutto.


Rimbaud affermava infatti, che il primo studio dell’uomo che voglia essere un poeta, debba essere la ricerca di se stesso, della propria coscienza, anche passando per l’ignoto.  La sua carriera letteraria coincide con la fase della giovinezza. Periodo nel quale denigrò il perbenismo del suo paese natale, la Francia. Scappò di casa, attaccò stato e istituzioni, entrò a gamba tesa nella scena artistica del tempo con un impeto rivoluzionario che inasprì la borghesia, sbeffeggiò la religione, rinnegò la morale. Sempre nello stesso periodo finì in carcere e successivamente vagabondò per mezza Europa.


La produzione artistica di Rimbaud fu intensa ma assai breve. A soli 19 anni, infatti, abbandonò la letteratura. Continuò però a viaggiare per il resto della sua vita, conducendo la stessa vita smoderata in giro per l’Europa e oltre.

Approdò in Africa, dove si dedicò al commercio di armi, spezie e pellami. Lì venne colpito da un tumore, le quali conseguenze lo portarono a morire, in un ospedale di Marsiglia, a soli 37 anni.
La leggenda su di lui quale ‘poeta maledetto’ nacque proprio alla sua morte e influenzò scrittori, musicisti, artisti futuri. La figura di Rimbaud incendiò una ad una le generazioni e quei gruppi politici che decisero di portarne avanti il pensiero.


A 128 anni dalla sua morte il suo animo continua a tuonare ancora oggi, monito e speranza per quegli artisti che sono ancora nobilmente alla ricerca di una impensabile alternativa.
Civico 20 News vuole ricordarlo pubblicando una delle sue indimenticabili poesie.

 

                                                                                          Clara Bon                 

                         

Sensazioni

D’estate, a calpestare per i sentieri andrò,
dentro il grano che punge, l’erba tenera a sera.

Sognando, la freschezza ai piedi sentirò,
lascerò che mi bagni la testa nuda il vento.

Non parlerò, smarrito ogni pensiero umano,
ma infinito nell’anima mi crescerà l’amore

e andrò come uno zingaro lontano assai lontano
per la Natura lieto come con una donna.

 

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Articolo pubblicato il 10/11/2019