Romania: vince il primo turno il Presidente Iohannis con oltre il 39% davanti a Dancila

L’esito scontato delle elezioni presidenziali. Ballottaggio il 24 novembre

Ieri 19 milioni di cittadini Rumeni sono stati chiamati alle urne per l’elezione del presidente della Repubblica. La partecipazione al voto è stata del 48 per cento, ben superiore alla media in Romania, e hanno votato anche molti romeni residenti all’estero.

La Romania è infatti una repubblica semi-presidenziale, in cui il Capo dello Stato è eletto direttamente dai cittadini (come in Francia) ma di fatto guida l’esecutivo solo se dispone di una maggioranza in Parlamento – che può esprimere un Primo ministro di diverso orientamento politico.

In totale si sono presentati 14 candidati per la presidenza, con nessuno che però ha messo a rischio la rielezione dell’attuale presidente.  L’esito era scontato il Presidente uscente, il moderato Klaus Iohannis che ha ricevuto oltre il 39% dei voti, era di gran lunga il favorito in questa competizione.

La sua candidatura è stata appoggiata dal Partudul National Liberal. (di cui Iohannis è stato presidente prima di divenire Capo dello Stato), secondo partito del Paese alle elezioni del 2016, all’opposizione dell’attuale governo social-democratico.

Iohannis avrà inoltre l’appoggio di una coalizione che vede al proprio interno anche il Forumul Democrat al Germanilor din Romania che rappresenta la minoranza tedesca nel Paese.

Il suo programma è rivolto a ribadire il concetto di una Romania più presente all’interno dell’Unione Europea e che sappia consolidare l’importanza del Patto Atlantico nell’Est Europa. Per il Partidu social democrat (PSD) troviamo come candidata Viorica Dancila che ha ottenuto il 22,5 %.

La candidata, leader del partito stesso, è riuscita nell’intento di correre per le elezioni superando le molte polemiche. La sua figura è però indebolita in seguito alla sfiducia che il suo governo social-democratico, guidato da lei stessa, ha subìto: a causa della fuoriuscita dei liberal-democratici (ALDE) dal governo, da agosto Dancila non ha più la maggioranza in Parlamento.

Inoltre dal punto di vista elettorale il partito sta attraversando una fase di forte crisi. Alle ultime europee il PSD ha ottenuto solo il 22,5% a fronte del 37,6% delle precedenti europee del 2014 e soprattutto del 45,5% con cui aveva vinto le elezioni parlamentari del 2016.

Il successo di Iohannis (presidente dal 2014) è una vittoria della società civile romena che da anni si batte contro la lunga èra di corruzione, malversazione e abusi di potere dei governi guidati dal Partito socialdemocratico.

Un partito che è un caso speciale: erede dei comunisti, appartiene ai socialisti europei ma è schierato su posizioni anti-integrazione e ha varato riforme che hanno gravemente indebolito l’indipendenza della magistratura, attirandosi dure critiche della Ue.

Corruzione e strapotere dei socialdemocratici hanno pesato anche sul pur fortissimo boom economico, creando gravi perdite specie nei fondi per le infrastrutture. Il leader degli sconfitti, il potentissimo Liviu Dragnea, è stato condannato per frodi e illeciti gravi e sta scontando tre anni di carcere.

Iohannis da parte sua ha sempre difeso i valori democratici europei.
Non avendo raggiunto il 50% dei suffragi, il 24 novembre sarà necessario ricorrere al ballottaggio tra Klaus Iohannis e Viorica Dancila.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/11/2019