Torino - Artriti, sport e attività motoria: le malattie reumatiche si possono curare con l'attività fisica
Maria Bruzzone

Aapra e Anmar insieme per una vita più dignitosa degli ammalati

E’ un dolore devastante dal punto di vista fisico e psicologico. E’ la sindrome fibromialgica che colpisce articolazioni e muscoli e porta stanchezza, disturbo del sonno e deficit di concentrazione. Un terzo della popolazione è fibromialgica. La depressione è uno dei risvolti di questa malattia che viene definita “il male del secolo”.

La sindrome fibromialgica colpisce soprattutto le donne e un dato spiega la sua diffusione “silenziosa”. “Su 20 pazienti, 19 sono donne, uno soltanto è uomo, perché alla base esiste un substrato genetico e ormonale” spiega Maria Bruzzone, reumatologa dell’Asl di Verbano Cusio Ossola -. Ma i fattori esterni sono altrettanto importanti. Infatti l’origine di questa malattia, secondo la letteratura scientifica, risiede anche in traumi psicofisici, nello stress psicofisico, dall’ambiente esterno (dall’alimentazione all’inquinamento atmosferico) e fumo, per esempio”.

L’età media delle persone colpite è 30-50 anni, ma la malattia può sorgere anche in età giovanile. “Purtroppo non solo non si può prevenire, ma la sindrome fibromialgica viene diagnosticata tardi perché spesso viene confusa con altri disturbi, quindi è una “diagnosi di esclusione” e i pazienti si trovano a girovagare tra ortopedici, neurologi, neurochirurgi, negli ambulatori e ospedali anche dai 3 ai 5 anni, prima di conoscere il vero nome della malattia” ammette la dottoressa Bruzzone.

E’ un vero dramma, la sindrome fibromialgica, che mette in ginocchio la vita di molte persone nella nostra regione e in Italia. L’attività fisica può venire in aiuto ai malati fibromialgici e reumatici e su questo tema si  parla oggi, sabato 16 novembre alle 9,30 all’Isef (piazza Bernini 12) al convegno “Artriti, sport e attività motoria” promosso e organizzato da Aapra onlus (Associazione Ammalati Pazienti Reumatici Autoimmuni), presieduta da Raffaele Paone, e Isef, con la partecipazione del Gruppo Les Italiano e del Gils.

 

Il convegno: l’invito a “curarsi” anche con lo sport

 

Già, l’attività fisica, come yoga, Tai chi, pilates, nuoto, fit walking, può ridurre il dolore dei malati fibromialgici  e reumatici dal 20 al 50%. “Qualche paziente fibromialgico per esempio – spiega la dottoressa Bruzzone - ha anche sospeso la terapia farmacologica”.

Tre associazioni di patologie reumatiche, medici e professionisti dello sport insieme all’Isef sono unite per sfatare la convinzione che artriti e attività fisica viaggiano su binari differenti.

“Il convegno - spiega Raffaele Paone, presidente di Aapra onlus - ha lo scopo di incoraggiare all’attività fisica chi per anni, per limitazioni fisiche, ha creduto che far attività fosse dannoso e controproducente. E’, insomma, un invito a “curarsi” anche con lo sport, in una sede polisportiva prestigiosa che fa cultura, sostiene e diffonde informazioni scientifiche.?Perché sono ormai tanti gli studi che confermano i molteplici effetti benefici, come la riduzione del rischio cardiovascolare, il miglioramento della funzionalità articolare, del tono dell’umore, dello sport sulla salute, anche in corso di malattie croniche, infiammatorie e non, come la fibromialgia”. “Il convegno – conclude il presidente di Aapra - è una occasione per chi è affetto da patologie reumatiche per confrontarsi su benefici e cautele, per ricevere consigli, per fugare dubbi e perplessità riguardanti esercizio fisico e tipo di problematica correlata alle specifiche malattie. E’ un incontro tra malati e professionisti, per sostenere formazione e assistenza”.

 

Liste di attesa interminabili per una visita specialistica

 

Sono circa 150 patologie reumatiche autoimmuni conosciute - artrite reumatoide, artrosi, fibromialgia, gotta e lupus eritematoso sistemico sono le più diffuse – colpiscono 365 mila piemontesi, più di 190 mila nella sola città di Torino. A esserne colpiti gli anziani, ma anche adulti nel pieno della loro vita privata e professionale.

La polimialgia reumatica interessa 10 abitanti su 100 mila già a partire dai 50 anni in su e riguarda perlopiù le donne in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini. Gli ultimi studi rivelano che si tratta di una forma attenuata di arterite gigantocellulare.

Crescono anche malattie come le osteoartrosi, ossia i processi degenerativi a carico delle cartilagini e delle strutture articolari legate perlopiù all’avanzare dell’età. Quella del ginocchio, per esempio, interessa il 44% delle donne ed il 31% degli uomini, quella dell’anca si verifica a 600 donne e 400 uomini su 100 mila abitanti, quella della colonna si è visto che si presenta intorno ai 65 anni di età e colpisce il 57% delle donne ed il 19% degli uomini, mentre quella della mano riguarda il 33% delle donne ed il 22% degli uomini.

Sui pazienti reumatici pendono più spade di Damocle: le liste di attesa per ottenere una prima visita specialistica sono lunghe mesi (fino a 18 mesi in alcuni ospedali torinesi), (è la denuncia dei pazienti), quindi la diagnosi viene pronunciata sempre più tardivamente con pesanti conseguenze sulla vita degli ammalati, e le richieste di cura, in aumento, si scontrano con la carenza di specialisti (è il loro stesso appello).

Aapra, con Anmar (Associazione nazionale Malati reumatici), rappresenta la voce dei malati reumatici che chiedono aiuto e un maggior sostegno.

Aapra si prefigge di raccogliere tutti i malati e i pazienti che non si sentono rappresentati da altre realtà, di confrontarsi su vari tavoli, politico-regionali e ospedalieri, promuovendo un tavolo “permanente” di confronto tra le istituzioni, gli operatori sanitari e i pazienti – spiega il presidente Aapra Raffaele Paone -, l’incontro di sabato 16 novembre è un’altra importante occasione per combattere gli ostacoli che ancora non garantiscono le cure adeguate e una qualità della vita dignitosa ai nostri ammalati”.

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/11/2019