Il “Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata” entra fra i grandi del mondo

È l’unico gestito dai tifosi

Appena fuori Torino, in un piccolo paese del suo circondario di nome Grugliasco, si trova uno dei musei più caratteristici del capoluogo piemontese, un museo che non solo è simbolo di una città, ma testimonianza storica e culturale dell’Italia intera.

 

Mi permetto di utilizzare le parole che scrisse nel 1950 uno dei più grandi giornalisti sportivi di sempre, Gianni Brera, per far comprendere cosa rappresenta il “Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata:

 

“Quelle maglie granate erano la voce di rinascita del nostro paese.

Ridavano onore a un popolo vinto e deluso.

In tempi così grami, la baldanza indomabile di quei ragazzi ridava fremiti nuovi al nostro orgoglio.

Riportava il nome del nostro Paese alla ribalta delle cronache civili, era ambasciatrice non dubitabile del nostro rinato dinamismo, era il simbolo della nostra speranza di sopravvivere.

Per questo l’Italia li amava, perché il Torino era lo sport italiano,

era la sua sintesi più armoniosa, il Torino era l’Italia”.

 

Il suo valore come museo, sempre poco considerato dalla città di Torino nelle sue istituzioni pubbliche, è stato giustamente e finalmente riconosciuto dall’ISMA, ossia dell'International Sport Museum Association, in pratica la federazione mondiale dei musei di calcio.

 

Infatti, a metà dello scorso mese il “Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata” sito a Grugliasco (TO), in Via La Salle 87, ha ricevuto la comunicazione ufficiale di essere entrato a far parte dell'International Sport Museum Association con sede a Lisbona, al pari dei più titolati e prestigiosi cub del mondo, quali Benfica, Real Madrid, Arsenal, Bayern Monaco, Boca Juniors, River Plate (per la cronaca sappiate che Milan e Juventus sono ancora in attesa di conferma).

 

Questo riconoscimento premia lo straordinario lavoro dell'Associazione Memoria Storica Granata e del presidente del Museo,  l'instancabile Domenico Beccaria, frutto di un impegno personale encomiabile e del lavoro appassionato di tutti coloro che, come volontari e senza compenso, si sono fatti carico di conservare e implementare una realtà museale di alto valore storico, culturale e sportivo.

 

Un caso unico al mondo, perchè altrove sono le stesse società di calcio a gestire i musei, scrigno della storia e sintesi delle imprese sportive delle loro squadre. 

 

Sperando che adesso anche il club e le istituzioni facciano la loro parte per renderlo sempre più importante e ancora più prestigioso.

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Articolo pubblicato il 02/12/2019