Torino e l'isolamento del Nordovest

Alluvioni, strade interrotte, viadotti instabili, riduzione dei treni ad altavelocità: Nordovest isolato

L'Italia è ahinoi da troppo tempo divisa in due: il ricco e produttivo Nord contro un Sud con basso PIL, alta disoccupazione, cui recentemente si sta aggiungendo la mannaia del caso ex-Ilva di Taranto.

Negli ultimi tempi, però, stiamo assistendo a un'ulteriore suddivisione che è quella tra Nordest e Nordovest, quella tra zone come la Lombardia in cui viabilità, collegamenti, turismo, eventi la fanno da padrone e una macrozona costituita da Piemonte e Liguria in cui l'isolamento infrastrutturale, e non solo, si fa sentire sempre di più.

Recentemente abbiamo assistito a due fenomeni diversi che certificano lo stato di minor tutela dei nostri territori rispetto ad altra zone del Nord Italia.

Innanzi tutto c'è il problema legato alla viabilità e al precario sistema idrogeologico, per cui le recenti alluvioni hanno determinato grossi allagamenti e frane in molte aree come l'Alessandrino e quasi l'intera Liguria.

Il crollo del ponte Morandi del 2018, quello di qualche anno fa a Fossano, la frana che ha spaccato in due l'autostrada Torino-Savona e l'enorme buca sulla A21 nella zona di Asti ci hanno dato l'idea di quale sia la qualità insfrastrutturale di Piemonte e Liguria.

Da recenti studi, sono emerse pure criticità ad altri viadotti, come il Viadotto Bormida e il Ponte Scrivia, che ci portano a dubitare sempre più sulla sicurezza delle nostre strade, la maggior parte delle quali sono frutto di quel grande piano di (ri)costruzione infrastrutturale avvenuto nel boom economico tra gli anni '50 e gli anni '70 ma che necessiterebbero di manutenzione, cosa che troppo spesso evidentemente non avviene (si pensi anche solo ai cavalcavia di Corso Grosseto e Corso Mortara realizzati solo da una cinquantina d'anni e abbattuti per pericolosità dando il via a inguardabili rotonde che creano ingorghi nelle ore di punta).

C'è poi un secondo indicatore delle problematicità con cui si deve confrontare il Nordovest: il taglio dei treni ad altavelocità da dicembre che collegano Torino al resto d'Italia, per non parlare dei pochissimi Freccia Rossa tra Genova e Milano.

Trenitalia ha giustificato la riduzione di corse giornaliere con il fatto che Milano sta diventando un imbuto nella rete, causando troppo spesso ritardi e così sarebbe Torino a doverne fare le spese: a fronte di chi aveva più volte ribattezzato Torino dormitorio/quartiere di Milano e il Freccia Rossa la metropolitana d'Italia bisognerebbe riflettere sul fatto che allora i pendolari torinesi del sobborgo "Torino" avranno ancora maggiori difficoltà a raggiungere il centrocittà "Milano".

Pare doveroso ricordare una famosa canzone di Paolo Conte che recitava "Con quella faccia un po'così / Quell'espressione un po'così / Che abbiamo noi prima d'andare a Genova / E ogni volta ci chiediamo /  Se quel posto dove andiamo / Non c'inghiotte, e non torniamo più / Eppur parenti siamo un po' / Di quella gente che c'è lì" e sperare che quanto prima i Presidenti delle due Regioni, Cirio e Toti, facciano sentire la propria voce coesa sino a Roma affinché quella macrozona produttiva del Nordovest non rimanga indietro e isolata rispetto al resto del Nord.

 

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Articolo pubblicato il 29/11/2019