I nuovi addobbi natalizi
Sulle rive del Po Foto G.Guerreri

Torino presenta la nuova collezione di addobbi natalizi donati dalla recente piena del Po.

Passeggiando lungo la sponda del Po, quella opposta al Parco Michelotti ex Giardino Zoologico di Torino, veniamo salutati da numerose strutture lignee preziosamente addobbate per le prossime festività natalizie.

Ci coglie lo stupore: una sorta di autentico miracolo ha fatto si che il fiume più lungo d'Italia donasse spontaneamente piccoli e grandi regali che sarebbero irrimediabilmente andati perduti se un disegno superiore, non necessariamente di natura divina, non li avesse integrati tra le frasche, non troppo fresche, di rami e radici rinsecchite.

Osservando bene e da vicino le singolari composizioni potremmo accorgerci che non si tratti di spettacolari installazioni ispirate all'artista tedesca Paloma Varga Weisz, ben rappresentata al Museo arte moderna del Castello di Rivoli, bensì di Naturoglifi spontanei. 

I Naturoglifi sono pure espressioni artistiche che nascono dalla preziosa integrazione tra ciò che esiste in Natura e ciò che viene innaturalmente introdotto dalle attività umane nell'ambiente.

Il valore di tali autentiche opere d'arte semispontanee nasce proprio dal rapporto Natura-Uomo. Un rapporto quasi sessuale che prevede compenetrazioni, a volte violente, dai risultati mirabili.

Ciò che affascina di più è l'accostamento, apparentemente casuale, dei singoli elementi che costituiscono i Naturoglifi

Tali elementi sembrano essere disposti con grande cura, tanto da essere paragonabili a quelli presenti in altre Opere sicuramente più famose di queste. Mi riferisco, a titolo d'esempio, alla notissima Venere di Michelangelo Pistoletto, presente al Castello di Rivoli, che appare come una spettacolare montagna di stracci colorati...

La Giunta attuale, così feconda di idee suggestive e innovatrici, potrebbe sfruttare meglio questa rara opportunità, ponendo delle targhette didascaliche su ogni Opera e creare dei percorsi di studio che prevedano anche precise ricerche sui materiali e sugli abbinamenti cromatici delle sculture.

Catalogare con cura le opere dovrebbe essere il primo passo, organizzare dei Seminari scientifici che possano prevedere sviluppi culturali e tesi di laurea, la naturale conseguenza...

 

 

La plastica, intesa come derivato petrolifero, assume un'importanza decisamente notevole: arricchendo i rami e le radici di alberi strappati alle loro verdi dimore dalla recente piena, rappresenta il valore aggiunto che gli scarti delle attività umane rappresentano e abbelliscono sfidando gli ecologisti che pretenderebbero di eliminare il prezioso materiale eterno, rischiando anche di ridurre le isole galleggianti presenti negli oceani.

Molti oggetti hanno trovato un'importante collocazione presso le rive del Po, rallegrando anche le piccole paperette (in questo caso di materiale vivente), che si sentono anch'esse partecipi delle prossime festività.

Qualcuno suggerisce di illuminare le installazioni per poterle osservare anche di notte... vedremo se la Sindaca o Sindachessa che dir si voglia saprà cogliere anche questo suggerimento... uno più uno meno...

- Sarebbe un vero peccato,

dichiara una anziana signora che sta portando a spasso il proprio cagnolino,

- sarebbe un vero peccato rischiare di perdere questa splendida occasione. Non capita tutte le piene di poter osservare tanta abbondanza di materiali riciclabili, miracolosamente sfuggiti alle orride prigioni dei tristi cassonetti per la raccolta differenziata... la Natura gli ha reclamati! Questo è un segnale di continuità... qualcosa NON sta cambiando!

La signora si stava infervorando un po troppo... ho preferito proseguire da solo...

Suggerisco un titolo per la futura mostra fluviale, con la speranza di poter continuare a godere di tali plastiche bellezze:

Torino espone se stessa: un viaggio fantastico tra le rive di un fiume che si autoabbellisce raccogliendo policromi sacchetti e oggetti di varia natura che denunciano lo stato di salute di una Città... meglio di moltre altre espressioni di patetica autocelebrazione urbana.

 

Le fotografie sono di G.Guerreri

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/12/2019