Ignąc Semmelweis. Una storia di mala sanitą dal passato. Di Clara Bon

Si sente parlare ancora troppo spesso di “mala sanità” , purtroppo anche in Italia.
Basti pensare allo sconcertante caso di un anno fa, quando in questo periodo una donna ricoverata in un ospedale di Napoli, venne ripresa in video ricoperta da formiche.
Proprio in questi casi, c’è una storia dal passato che non tutti conoscono nonostante sia un episodio fondamentale nella storia della medicina, o meglio della buona sanità. Oggi, Civico20News lo vuole raccontare ai suoi lettori.
Nonostante sia un avvenimento realmente accaduto la bellezza di circa duecento anni fa, potrebbe apparire spaventosamente attuale ancora oggi, alle porte del 2020.
Il protagonista di questa storia si chiama Ignàc Semmelweis, noto anche come salvatore delle madri. Un medico ungherese che diede un importante contributo nello studio delle trasmissioni batteriche da contatto e alla prevenzione della febbre puerperale.


La febbre puerperale è una grave infezione dell’utero che può verificarsi dopo un parto o un aborto, provocata da una contaminazione da batteri, in particolare Escherichia coli, streptococchi o altri germi anaerobi che infettano l’endometrio, lo strato più interno dell’utero, nelle zone in cui per vari motivi ha subito delle lesioni.

Ignàc nacque nel vecchio quartiere commerciale Tabàn di Buda, allora diviso da Pest. Svolse i suoi studi di medicina presso l’Università di Pest e di Vienna. Iniziò poi a frequentare la clinica di Ostetricia, campo che al tempo non occupava un posto di prestigio nella gerarchia accademica della medicina europea. Contemporaneamente, ottenne il permesso di dissezionare i cadaveri delle donne morte per malattie e operazioni ginecologiche, dove imparò i nuovi metodi di osservazione e di analisi. Nel 1846 divenne dottore in chirurgia e ostetricia. Nello stesso anno ottenne l’incarico di assistente effettivo del dottor Klein, che dirigeva la clinica ostetrica del più moderno ospedale europeo dell’epoca, quello di Vienna.

Ossessionato dall’elevato numero di decessi delle partorienti per febbre puerperale, il giovane medico dedicò tutte le sue forze al lavoro in corsia e a continue dissezioni.
Nei trent’anni in cui Semmelweis lavorò nella clinica ostetrica, le donne morte di febbre puerperale ammontavano all’1 %. Le cose cambiarono, quando nel 1823 la clinica fu affidata a Klein, e le morti crebbero al 13%.
Nel 1834 Ignàc fondò una seconda divisione di maternità dedicata al tirocinio delle ostetriche. Lì, la percentuale di decessi di donne per febbre puerperale calò di nuovo di molto.
Questo perché, nella sua sezione, il dottor Semmelweis voleva far rispettare delle regole, che oggi sono all’ordine del giorno, ma un tempo risuonarono come rivoluzionarie, creando anche dei dissensi nella comunità medica. Parliamo di regole quali: lavarsi le mani tra un’operazione di dissezione e una ginecologica.

Difatti, Semmelweils, attraverso le sue minuziose ricerche svolte anche sul cadavere di un collega, approdò ad una ipotesi, straordinaria per l’epoca: la febbre puerperale è una malattia che viene trasferita da un corpo all’altro a seguito del contatto che i medici e gli studenti presenti in reparto avevano prima con le donne decedute e immediatamente dopo con le partorienti visitate in corsia.
Mise quindi in atto delle disposizioni: lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calcio e cambiare le lenzuola sporche delle partorienti con altre pulite.
I fatti gli diedero immediatamente ragione. Era il maggio 1847.

I dati confermarono che le morti successive alle nuove regole adottate dal dottore diminuirono in modo incredibile. Questi dati, invece di suscitare ammirazione, o perlomeno curiosità e interesse verso il dottore, gli attirarono invidie e gelosie. Lo stesso direttore dell’Ospedale in cui lavorava, il dottor Klein, andò contro le novità apportate in reparto, in quanto considerava fondamentale per gli studenti una densa attività autoptica. Ragion per cui non rinnovò il contratto a Semmelweils.

Riuscì solo in parte a diffondere le sue teorie, aiutato da amici che lo sostennero, ma per lo più fu ostacolato dal mondo medico, che per principio si rifiutava di ammettere che i medici stessi fossero stati degli ‘untori’.
A causa del rifiuto della sua teoria da parte dei medici e della scuola viennese, si lasciò schiacciare da complessi di inferiorità e spirito di persecuzione.

Intanto, nell’ospedale di Vienna, una volta cacciato Ignàc, le morti ritornarono ad essere ingenti.

Il dottore tornò in Ungheria, dove applicò lo stesso metodo all’ospedale di Pest. Anche qui ottenne un abbassamento significativo dei nuovi casi di febbre puerperale.
Proprio in Ungheria scrisse e pubblicò il suo testo storico ‘Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale’, ma la comunità scientifica gli si scagliò contro.
Ignàc Semmelweis finì per essere ricoverato in manicomio a Dobling, ove morì nel 1865, a causa di un’infezione insetticida contratta durante un’operazione chirurgica.

Clara Bon

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Articolo pubblicato il 07/12/2019