"Tre sull'altalena" di Luigi Lunari

La Compagnia Teatrale ZENZERO E PEPERONCINO, propone un testo classico di Luigi Lunari per la regia di Roberto Briatta

Tre Sull'Altalena

 

Sabato 7 dicembre, al Teatro Blu di Buriasco, è stata rappresentata una versione tutta al femminile del noto testo di Luigi Lunardi, "Tre sull'altalena".

La Compagnia Teatrale ZENZERO E PEPERONCINO, di recente costituzione (31 ottobre 2015) nasce dalle “ceneri” di una precedente Compagnia Teatrale – LA MOUSSE -  ed è formata da un gruppo di brillanti attrici: Roberta Provenzale, Paola Gariglio, Patrizia Camandona e Maria Lattanzio.

I soci fondatori hanno frequentato la scuola di Teatro di Massimo Scaglione, al Teatro Nuovo di Torino, agli inizi degli anni ’80, producendosi successivamente in spettacoli di diversa natura, tra i quali “La cantatrice calva” di E. Ionesco, “Spirito Allegro” di N. Coward, una parodia de “I promessi sposi” di A. Manzoni in versione commedia musicale.

Il testo, che in origine era interpretato da figure maschili, è stato definito da Dario Fo "una macchina di fantastica fattura". Il grande Maestro ha quindi commentato: io l'ho letta d'un fiato, ridendo a bocca spalancata. E' una delle poche invenzioni teatrali per le quali valga la pena uscire la sera a Milano, sobbarcarsi il rito della vestizione, prenotare il biglietto, prendere il taxi, starsene seduti in una sala stipata di gente…”

La sala del "Blu" di Buriasco era gremita di spettatori che hanno atteso l'ultima battuta... peraltro un autentico colpo di scena, per manifestare una plateale approvazione.

Due parole sulla trama:

In un contesto Kafchiano tre donne si trovano misteriosamente in una stanza ed iniziano, pur non conoscendosi, ad entrare in relazione. La prima signora è una Manager proprietaria di un'industria, la seconda una militare che pensa di essersi introdotta in un ufficio di Import-Export, mentre la terza signora è una professoressa che, pensando di trovarsi dal proprio Editore, entra nella stanza per recuperare le bozze di un suo libro.

L'aspetto più intrigante che dona una nota metafisica al Lavoro teatrale, è rappresentato dai tre personaggi femminili che, entrando nella stanza da altrettante porte differenti, si accorgeranno, in un secondo momento, che potrebbero uscire unicamente dall'unica porta dalla quale sono entrate.

La trama si complica e si sviluppa nei dialoghi, inizialemente imbarazzati, delle tre sconosciute che si trovano a dover condividere lo spazio della stanza addiritttura per una notte intera.

La situazione paradossale diviene fertile substrato filosofico sul quale le ottime interpreti danno vita a dialoghi molto dinamici ponendo domande sul senso della vita e della Realtà, e cercando costantemente credibili spiegazioni alla loro presenza in quel luogo.

Ci si domanda cosa rappresenti quello strano ambiente in cui vengono formulate domande relative alla vita e alla morte, si ipotizzerà che quel "non luogo" possa essere l'anticamera di una dimensione ornirica se non addirittura trascendente.

Potrebbe essere l'anticamera dell'Aldilà, la zona d'ombra presente in molte descrizione religiose... il Bardo dei tibetani, il Limbo dei cristiani o l'Ade degli antichi Greci...

Un argomento difficile che necessita di una interpretazione complessa e di una regia attenta e puntuale come quella proposta da Roberto Briatta, noto per le sue importanti operazioni teatrali e televisive, sia in veste di attore che di regista.

Non mi dilungherò sugli aspetti legati alla suggestione del testo, esprimerò, invece, non scontati apprezzamenti sulle capacità interpretative, emerse durante lo spettacolo di sabato 7 dicembre.

L'esperienza teatrale e l'abilità scenica delle attrici, hanno, infatti, messo in evidenza le sfaccettature psicologiche delle protagoniste di "Tre sull'altalena", creando un pathos ricco di suggestioni e di spunti umoristici che hanno contribuito a rendere fruibile l'intera rappresentazione, ad un pubblico piuttosto variegato.

Le domande sul senso dell'esistenza hanno prevalso sulle risposte, le battute di spirito hanno in molti casi risolto situazioni che sembravano senza possibilità d'uscita, introducendo alcune chiavi interpretative che, sotto la lucente vernice dell'umorismo, nascondevano Verità dai toni seri e misteriosi.

L'ingresso di un quarto personaggio ha sbloccato improvvisamente l'apparente cristallizzazione del tempo e l'imbarazzante disagio di una situazione paradossale, regalandoci un finale inaspettato, nel quale...  una misteriosa donna delle pulizie...

Mi fermerei quì!

Ora attendiamo che venga definita una data per l'attesa rappresentazione torinese della Commedia di Luigi Lunardi, della quale daremo tempestiva notizia, per scoprire il finale di questo eccellente Lavoro.   

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/12/2019