Chivasso (TO) - Al Teatro Civico "In nome del Padre"
Da sx Sabrina Testa, Piero Cognasso, Patrizia Ciamp e Maria Paola Cena

Anna Barbaro per Civico20News

Il penultimo appuntamento del Festival Internazionale di Teatro (in svolgimento a Chivasso con la cooperazione del comune, patrocinato da Città di Torino e Regione Piemonte e realizzato sotto direzione  artistica di GianLuca Vitale) permette ad una compagnia piemontese, La Corte dei Folli, di salire sul palcoscenico ed offrire a spettatori e giudici presenti una profonda opportunità di riflessione.

Sul palcoscenico è la disabilità a gridare forte il suo disagio, a narrare tutta la sua bruttezza con la voce di chi ne è stato portatore. E’ la stessa a offrire al pubblico silenzi assordanti, colpendo nel pieno la coscienza di ognuno, ognuno che -bene che vada- si pone di fronte ad essa con un pietismo ipocrita. 

I contorni della malattia mentale presenti nel dialogo, dai toni a volte forti altre teneri, fra un uomo ed una donna,  si delineavano identificandosi nella schizofrenia  e nel  ritardo celebrale. La narrazione angosciante e confidenziale da parte dei soggetti che ne sono portatori è svolta in piena consapevolezza ed è, per questo, drammaticamente intensa quanto ipoteticamente realistica.

Realmente esistiti lo sono certamente i personaggi che, pur accomunati dal medesimo destino, non si sono mai conosciuti né casualmente incontrati avendo vissuto in due diversi continenti, tuttavia la magia del teatro  ha fatto virtualmente avvicinare ed interagire in un lungo sfogo liberatorio.

Aldo e  Rosemary figli indegni di due personaggi in vista nell’ambito politico saranno vittime della schiacciante personalità dei loro genitori , giudicati ostacolo alla crescita nella rispettive carriere quindi particolarmente scomodi.

Verranno relegati all’ isolamento, condotti  nel dimenticatoio sociale e, di fatto,  disconosciuti. Si sveleranno essere Rosemary Kennedy ed Aldo Togliatti, personificazioni di vergogna sociale per ottantasei lunghi anni, età in cui entrambi  cessarono di esistere  senza mai aver potuto vivere, senza che alcuno sapesse della loro nascita.

Le contrapposte posizioni ideologiche, la differente provenienza sociale e la diversa cultura  data dal luogo di residenza ( america per lei, la russia per lui) corredavano l’ alternanza dell’ esposizione narrativa che, a titolo di  sfogo, si realizzava come una lenta svestizione dagli abiti che furono obbligati, loro malgrado, ad indossare dalle regole della società del  perbenismo. 

La regia di questo spettacolo veniva curata da Stefano Sandroni che, acquisendo il testo dell’ autore Luigi Lunari, pone i due protagonisti in un luogo non identificato, in un tempo non determinato dove, tuttavia, ad essi veniva offerta l’ opportunità di sciogliere i nodi di una vita incapaci di vivere, attrezzandosi per provarci in un’altra del  tutto nuova  e pronta da percorrere con maggiori ed idonei strumenti.

Prossimo appuntamento sabato 21 dicembre con la compagnia parigina “Comme Si”  dal titolo “ Deux Rien” che concluderà il ciclo del festival apertosi lo scorso  26 ottobre a Chivasso. Seguirà la premiazione delle due migliori compagnie teatrali, una per la categoria nazionale, l’altra per quella internazionale.

Il giudizio sarà affidato a diciassette esperti in ambito teatrale, gli stessi che costituiranno la giuria, ed al pubblico in sala a cui, a fine spettacoli, veniva stato chiesto di esprimere un giudizio.

Ad integrazione verranno tuttavia assegnati anche riconoscimenti UILT (Unione italiana Libero Teatro)  per la miglior regia, il migliore attore e la migliore attrice.

Alle due compagnie vincenti andranno i 1000 euro messi in palio mentre verranno riconosciuti 200 euro agli altri tre premiati.  Per prenotazioni telefonare al 3334249498.

 

Anna Barbaro

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 14/12/2019