Nel 2020 arriverà a Torino la mostra dedicata a Frida Kahlo, per la prima volta in Europa. Di Clara Bon

Sarà possibile ammirare l’intera collezione delle fotografie dell’artista scattate da Nickolas Muray, suo amico di lunga data e amante.

Frida Kahlo, donna dal passionale spirito indipendente e un singolare talento artistico, visse un’esistenza tutt’altro che facile. Per esprimere sentimenti ed emozioni non solo usò la sua pittura, ma creò un vero e proprio personale linguaggio figurativo dipingendo la sua disabilità.

Il mondo contenuto nelle opere di Frida si rifà soprattutto all’arte popolare messicana e alla cultura precolombiana: immagini votive popolari, raffigurazioni di miri e santi cristiani, ancorati nella fede del popolo. 

Negli anni successivi fu attiva anche dal punto di vista politico. Insegnò arte e lo fece con un’accezione nobile e rivoluzionaria. Insegnava ai suoi studenti a non stare chiusi nelle aule ma ad andare fuori a dipingere la vita di strada. L’aiuto principale che dava loro era quello di stimolarli. Non diceva niente sul modo in cui dovevano dipingere o sullo stile, come gli altri maestri. I suoi studenti la ricordano soprattutto per aver insegnato loro l’amore per la gente e per l’arte popolare.

Negli autoritratti, Frida si rappresenta quasi sempre in abiti di campagna o con costumi indio. 
Nella Mostra che sarà aperta a Torino dal primo febbraio, la vedremo ritratta nella sua concreta trasparenza.

Non i soliti scatti visti e rivisti, ma momenti segreti e intimi dell’artista più conosciuta e amata del Messico, immortalati dall’imperdibile fotografo Nickolas Muray in 60 fotografie.
Chi visiterà la mostra avrà l’opportunità di conoscere meglio Frida, entrando in contatto con le sue emozioni.

Oltre a riprodurre gli ambienti tanto cari all’artista, una delle aree più suggestive sarà quella dedicata all’incidente che il 17 settembre 1925 cambiò la vita di Frida: nella sala introduttiva multimediale verranno simulati i rumori e i colori di quel tragico incidente: l’autobus diretto a Coyoacàn, su cui Frida Kahlo era salita con il suo ragazzo, Alejandro Gomez, per tornare a casa dopo la scuola, si scontrò con un tram, che la ridusse a letto per mesi vuoti che riempì con la sua arte.

La sua sofferenza iniziò però molto prima di quell’incidente. A soli sei anni si ammalò di polmonite e fu costretta a letto per mesi.

Tra le foto in esposizione c’è anche l’iconica “Frida Kahlo on a White Bench” -scattata da Muray nel lontano 1932- oltre alle tante istantanee colme dei colori, le espressioni, gli occhi e il sorriso di Frida Kahlo.

Nickolas Muray è stato un fotografo ungherese nazionalizzato americano. Bello e squattrinato sbarcò nel 1913 ad Ellis Island, cominciò a fotografare la vita del mondo che andava scoprendo. Il suo occhio, il suo glamour, la sua capacità di mettere a proprio agio chiunque (celeberrimo il servizio fotografico al vecchio e schivo Claude Monet) e la qualità pittorica e incisoria dei suoi scatti varcarono presto i confini del Village, per arrivare nei luoghi più luccicanti d’America.

La mostra è organizzata da Next Exhibition e ONO Arte Contemporanea. L’esposizione sarà visitabile dal primo febbraio fino al 3 maggio 2020 presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 17.30, sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 18.30.

Il costo del biglietto intero sarà di 14 euro, il ridotto costerà 12 euro, mentre per i possessori della Tessera Musei il prezzo è di 10 euro.
Gratuito per i bambini al di sotto dei sei anni.

Clara Bon

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Articolo pubblicato il 28/12/2019