Torino. Cirio in Consiglio Regionale. “In Piemonte c’è la calamità occupazionale con cinquemila posti di lavoro a rischio”

Il Consiglio all'unanimità chiede al governo 150 milioni per le aree colpite da crisi.

Il consiglio Regionale del Piemonte ha iniziato l’anno dedicando la prima seduta all’esame delle problematiche occupazionali, con un 2020 che si prevede ancora in peggioramento.

 

In apertura dei lavori il presidente Cirio e successivamente l’assessore Elena Chiorino,  hanno evidenziato “un quadro critico con un calo di 17mila unità occupate. In particolare l’industria manifatturiera perde 25mila addetti, mentre i servizi e l’agricoltura guadagnando rispettivamente 2mila e 4mila posti".

 

Il presidente Cirio, ha più volte evidenziato come l’impegno prioritario di sostegno delle attività produttive e di difesa dei livelli occupazionali dovrà coinvolgere tutti i consiglieri, oltre alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali. La Giunta ha utilizzato anche  le leve messe in opera dalla Giunta Chiamparino.

 

Sull’analisi di progetti emergenti  che potrebbero drenare maggior linfa al sistema produttivo è già in opera il Politecnico per definire linee d’intervento e priorità. Dall’Automotive, all’Aerospaziale, alla Ricerca sino alla Città della Salute.


“Ringrazio il Consiglio per aver accolto la mia proposta di dichiarare lo stato di emergenza occupazionale in Piemonte - ha commentato Cirio - Ringrazio anche tutti i consiglieri di aver votato un documento condiviso che avrà delle ricadute concrete, dandoci la possibilità di rivendicare dal Governo non solo il rifinanziamento della cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali, ma anche certezze sugli investimenti promessi personalmente al nostro territorio dal premier Conte. Abbiamo bisogno di sapere quanto andrà al Piemonte dei 150 milioni di euro previsti per tutta Italia dal governo per le crisi industriali e quanto verrà stanziato per gli specifici accordi di programma che riguardano la Città dell’aerospazio e il Manufacturing and Competence Center, dal momento che di questo in Finanziaria non c’è traccia. La solidarietà non basta, ora alle promesse del Governo devono seguire fatti concreti”.

 

Con la risposta del Governo, prosegue Cirio “la Regione potrà confinanziare in maniera paritaria con i fondi europei. Se non abbiamo certezza della cifra del governo, non possiamo stanziare quelli di Bruxelles perché se la cifra non è uguale l’Europa non ce li lascia usare”.

 

Il Consiglio regionale del Piemonte ha così approvato all’unanimità l’ordine del giorno che dichiara “lo stato di emergenza occupazionale e salariale in Piemonte” e chiede il “rifinanziamento in deroga alla Cigs e il finanziamento di 150 milioni di euro per le aree colpite da crisi industriali in Piemonte, promessi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte”.


Il documento è stato presentato da tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, dal presidente della Giunta Alberto Cirio e dal presidente del Consiglio Stefano Allasia.


I capogruppo della maggioranza, Alberto Preioni della Lega, Maurizio Marrone FdI e Paolo Ruzzola, FI, in articolati interventi hanno sostenuto le motivazioni  e l’impegno della Giunta.

 

Per il Pd è intervenuto Raffaele Gallo, secondo il quale “è vero che i fondi statali potrebbero aiutarci, ma per il momento non ci è chiaro cosa faremmo con quelle risorse. Se chiediamo soldi per mettere in campo le misure illustrate da Chiorino, non risolveremo il problema. Il Piemonte deve essere percepito come territorio di opportunità per imprese, il pubblico deve investire nella ricerca e innovazione industriale”.

 

Purtroppo negli interventi di Marco Grimaldi (LEU) e Sean Sacco (M5S), sono riemerse riproposizioni di incrostazioni ideologiche e di aspetti che poco o nulla hanno a che  fare con l il sostegno alle attività produttive e la difesa dei livelli occupazionali.

 

E, seppur con toni meno marcati del passato è emersa la solita canea antindustriale di cui l’estrema sinistra ed i grillini sono ormai veterani  e maestri . Speriamo si scenda dai distinguo ideologici, quando il consiglio dovrà discutere le fasi specifiche e gli interventi mirati.

Sono quindi intervenuti i segretari delle Organizzazioni sindacali espressamente invitati dal Presidente del Consiglio Regionale, Allasia.


Per Giovanni Esposito (Cigl): “Le prospettive ci preoccupano: i dati dicono che fino al 2018 le aziende crescevano, ma c’è stata un’inversione di rotta dal 2018/2019, soprattutto a causa dei dazi. Oggi siamo la quarta manifattura dell’Italia, abbiamo perso posizioni. Manca una visione europea e nazionale, si compete fra regioni e dentro la stessa regione, fra le varie province. Si crea una competizione al ribasso e non si punta alla qualità del prodotto”.

 

Dall’intervento Giovanni Cortese segretario generale Uil emerge che: “Il Piemonte è ormai agli ultimi posti. La disoccupazione è superiore dell’1,5% rispetto alle altre regioni dell’arco alpino. Quella giovanile dell’8%. Rispetto a 2007, in Piemonte la disoccupazione è aumentata del 60%. Siamo preoccupati anche per l’automotive: senza gli accordi firmati nel 2010/2011 le aziende sarebbero state già chiuse”.

 

Mentre  per Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte: "la mancanza di crescita porterà ad una povertà che non saremo più in grado di governare. Ci vuole un'alleanza di scopo per il Piemonte per parlare con il governo e ottenere fondi per riavere gli ammortizzatori sociali".

 

Conclude Armando Murella, segretario generale Ugl: “La politica oggi è debole, le multinazionali hanno potuto fare quello che volevano. Serve un’inversione di tendenza, l’apertura dei grandi supermercati non ha portato tutta l’occupazione annunciata, certi settori sono sottopagati. Non si può andare avanti con contratti di solidarietà, bisogna creare vero lavoro”.

 

“Civico20” seguirà con attenzione l’evolversi delle linee d’impegno e d’intervento definite nel corso della seduta di ieri.

 

Il Presidente Cirio ha altresì informato il consiglio che nella prima settimana di  febbraio ci sarà l’incontro con i vertici FCA, con la giunta  e con i capigruppo degli altri partiti, perché, prosegue Cirio“ il dottor Gorlier ci racconti gli sviluppi di un accordo ormai vincolante che prenderà corpo entro 20 mesi, e che conferma i 15 miliardi di investimenti e garantirà piena occupazione nei nostri stabilimenti entro il 2022”.

 

Ci auguriamo che in una situazione occupazionale così drammatica, non si ripeta la scelta scellerata di Chiara Appendino che l’anno scorso ha rifiutato l’insediamento di nuovi insediamenti industriali, accampando aspetti ambientali, non approfonditi.

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Articolo pubblicato il 08/01/2020