Longobardi a Belmonte

Alessandro Mella ci introduce alla bella mostra di Cuorgnè (Torino)

Vennero dal nord, dalle lande germaniche, per quel poco che possiamo saperne grazie, soprattutto, agli scritti di Paolo Diacono. I longobardi, nel corso dei loro spostamenti, finirono per giungere anche in Italia costituendo un regno solido, vigoroso e potente. Convertitisi al cristianesimo, a cui riservarono una sincera devozione ed affezione, andarono via via consolidando il loro potere politico e militare dimostrando anche un certo ingegno ed un acume tale da farli emergere nel caos che seguì al graduale decadimento della civiltà imperiale romana. Molti sono i reperti, i documenti e le testimonianze della loro presenza nei nostri territori. Perfino nella lingua corrente si ritrovano parole la cui origine risale chiaramente agli uomini “dalle lunghe barbe” o dalle “lunghe alabarde”. Una presenza che fu spezzata solo dalla discesa fulminea dei Franchi guidati da Carlo Magno.

Presso il Museo delle Antichità di Torino è possibile osservare un’interessante esposizione di cimeli restituiti dalla terra nel corso di scavi archeologici tenutisi nella necropoli longobarde scoperte in Piemonte. Siti ricchissimi, come quello di Collegno, al punto da restituire un’infinità di oggetti di primissimo interesse.

Ma anche la collina di Belmonte ha potuto, nel recente passato, stupire gli archeologi con la scoperta di importanti reperti per molto tempo conservati, e studiati, lontano dagli occhi del pubblico. E finalmente questi oggetti pieni di fascino e memoria sono stati resi disponibili a chi desiderava poterne prendere visione. Siamo stati, quindi, in visita alla mostra “Longobardi a Belmonte - 70 anni di archeologia al Sacro Monte di Belmonte" in corso a Cuorgné presso il Museo Archeologico del Canavese. I comunicati ufficiali spiegano come l'esposizione ponga l’attenzione sull’importante patrimonio di storia e archeologia emerso dal sito archeologico, dalla fondazione del castrum militare in età tardo-romana all’occupazione longobarda del VI secolo d.C., fino alla sua distruzione, avvenuta proprio per opera dei Franchi nell'VIII secolo.

Le teche, affiancate da chiare e dettagliate didascalie, ospitano una selezione di materiali davvero ammirevole ed emozionante. Emozionante perché quegli oggetti vengono da posti cari al nostro cuore, conosciuti e vissuti dalla maggior parte dei canavesani. Dalla magnifica “ascia barbuta” tipicamente longobarda alle altre armi, al vasellame, agli strumenti di lavoro.

E molto interessanti e dettagliati sono i numerosi pannelli esplicativi disponibili lungo il breve ma vivace percorso. Un percorso, occorre aggiungere, a cui si aggiunge l’esposizione permanente del museo compresa nel biglietto (5 euro intero e 3 euro ridotto. Piccole somme davvero ben spese).

Non basterebbero mille parole per pronunciare il giusto elogio alle molte e magnifiche persone che hanno organizzato, allestito e pensato la mostra.

Un’iniziativa davvero benemerita e, forse, lungamente attesa. Ai complimenti non può che associarsi, quindi, un vivo e sentito ringraziamento da parte di chi crede ancora nella cultura condivisa. Una vista è assolutamente da raccomandare per poter incontrare, da vicino, la Grande Storia.

 

PERIODO: Dal 12 Dicembre 2019 al 29 Maggio 2020.

Chiuso: Domenica e Sabato.

ORARI: Lunedì: 9:00-17:00 - Martedì: 9:00-17:00 - Mercoledì: 9:00-17:00 - Giovedì: 9:00-17:00 - Venerdì: 9:00-17:00 - Sabato: Chiuso - Domenica: Chiuso.

 

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Articolo pubblicato il 11/01/2020