Chi visita almeno un museo o una mostra all'anno vive più a lungo

Lo afferma un nuovo studio dello University College London

Facendo seguito all’articolo di ieri dedicato all’arte che emoziona, è nostra premura darvi informazione di un nuovo studio sugli effetti dell’arte sull’uomo, condotto della prestigiosa University College London.

 

Già in passato, studi condotti da altre importanti università avevano dimostrato che esiste una relazione tra la fruizione dell’arte e la prevenzione di disturbi della mente e del corpo, come la depressione, la demenza, e alcuni dolori cronici.

 

Uno nuovo studio dello University College London, noto ateneo di Londra, ritiene invece che chi visita almeno un museo o una mostra d'arte all’anno, vive più a lungo.

 

Una bella scoperta che si basa su un sondaggio condotto su 6.710 persone in tutta l’Inghilterra (tutti soggetti di cinquant’anni o più), e che svela una correlazione tra la frequenza con cui si fruisce l’arte e l’aspettativa di vita.

 

I risultati di questo studio sono stati pubblicati a fine 2019 sul British Medical Journal, importante rivista scientifica di medicina, che così riporta:

 

"Nell’ambito della ricerca sulla salute, la fruizione dell’arte può essere associata alla longevità in quanto allevia lo stress e la depressione, e provvede a risorse emozionali, cognitive e sociali che supportano i sistemi di regolazione biologica e le scelte comportamentali. 

La fruizione dell’arte, inoltre, arricchisce il capitale sociale e riduce la solitudine, associata alla mortalità. 

E ancora, può supportare la conservazione delle facoltà cognitive e promuove l’empatia, la comprensione, l’intelligenza emotiva, tutti aspetti collegati a maggiori possibilità di sopravvivenza.

Inoltre, può aiutare a ridurre i comportamenti sedentari, contribuendo alla salute cardiovascolare e alle funzioni del sistema immunitario, e può anche contribuire a ridurre l’assunzione di comportamenti rischiosi.

La fruizione dell’arte è anche collegata a una più alta percezione del proprio scopo di vita, altra caratteristica associata a migliori funzioni immunitarie e comportamenti salutari.

Ci sono pertanto forti ragioni teoriche che fanno supporre che la fruizione dell’arte possa essere collegata alla longevità degli individui".

 

Lo studio dello University College di Londra ha analizzato le abitudini dei soggetti che hanno risposto al sondaggio e ha riscontrato che per coloro si recano ad almeno un evento culturale all’anno, il rischio di morte precoce si riduce del 14% rispetto al dato di chi non visita mai musei o mostre. 

 

E più si partecipa, più il rischio scende.

 

Chi frequenta eventi d’arte con maggiore frequenza (mensilmente o più) ha un rischio che si abbassa fino al 31%.

 

I medici dello University College hanno anche provato a spiegare il perché di questa relazione, ravvisando che l’associazione tra arte e longevità si può spiegare sulla base delle differenze cognitive, mentali e fisiche tra chi frequenta mostre e musei e chi non le frequenta.

 

I primi avrebbero dimostrato più impegno sociale e civico, maggior mobilità, comportamenti più salutari.

 

Lo studio giunge pertanto alla conclusione che tra frequenza di fruizione dell’arte e longevità sembra esserci un’associazione, anche se si è trattato di una ricerca basata sull’osservazione.

 

Gli studi in questo settore stanno comunque crescendo, e lo dimostra anche, in alcuni paesi come Regno Unito, Danimarca, Canada, la recente introduzione della fruizione dell’arte come terapia per alleviare alcune patologie psichiche, o anche semplicemente la presenza di opere d’arte negli ospedali, che avrebbe garantito maggiore soddisfazione da parte dei pazienti e risultati positivi nei loro percorsi di guarigione.

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Articolo pubblicato il 21/01/2020