Analisi post elezioni regionali 2020

Il PD esulta ma perde molti voti, il M5S scompare mentre il centrodestra conferma la crescita in tutta Italia

Alle ultime elezioni regionali in Calabria vittoria di Jole Santelli, rappresentante del centrodestra unito, che diventa così la prima governatrice donna in una terra che ha bisogno di rinascere.

 

Confronto combattuto invece in Emilia-Romagna, in una regione governata da sempre dalla sinistra.

 

Per questo il centrodestra può già considerare una vittoria il risultato in bilico fino alla fine.

 

Una cosa che sembrava irraggiungibile fino a pochi anni fa.

 

Infatti, l’analisi politica deve soffermarsi proprio su questo punto fondamentale, al di là delle arroganti battute del Bonaccini vincente.

 

Bisogna riflettere su un centrosinistra che esulta per la vittoria dimenticando che ha mantenuto la governabilità di questa regione dopo ben 6 sconfitte di fila, tanto per ricordare solo le ultime.

 

Utilizzando come paragone la metafora del calcio, è come se una squadra esultasse per aver fatto un gol dopo averne già subiti ben sei.

Bravo Bonaccini, sei riuscito a segnare il gol della bandiera per il PD.

 

Al riguardo ripercorriamo tutte le ultime sconfitte della sinistra alle regionali.

 

Quelle in Umbria si sono tenute il 27 ottobre 2019 ed ha vinto Donatella Teseo della colazione di centrodestra con il 57,55 % dei voti.

 

Poi le elezioni regionali in Piemonte che si sono tenute il 26 maggio 2019. 

In questo caso ha vinto di nuovo il centrodestra capitanato da Albero Cirio con il 49,86 % dei voti.

 

Nelle elezioni regionali in Basilicata del 24 marzo 2019 le  consultazioni elettorali hanno visto la vittoria di Vito Bardi sostenuto da una coalizione di centrodestra con il 42,2 % dei voti.

 

Anche nelle elezioni regionali abruzzesi del 2019 che si sono tenute il 10 febbraio ha vinto il candidato di centrodestra Marco Marsilio con il 48,03 % dei voti.

 

Ancora, elezioni regionali in Molise del 22 aprile 2018 che hanno visto la vittoria del candidato della coalizione del centrodstra guidata da Donato Torno con il 43,69 % dei voti.

 

E ieri la sesta vittoria di fila del centrodestra in Calabria.

 

Infine, punto della bandiera per la sinistra con la vittoria di Bonaccini.

 

Indipendentemente dai meriti di Bonaccini, pochi, forse aiutato fin troppo dal finto movimento spontaneo delle Sardine, se infatti analizziamo i dati dei singoli partiti nelle elezioni in Emilia-Romagna 2020, risulta che il primo partito è il PD, ma con un risicato 34,7% dei consensi e 744mila voti. 

 

La Lega risulta subito dietro, con il 32% e 685mila voti. 

 

Terzo posto per Fratelli d’Italia all’8,6% e 184mila voti.

 

Quarto posto per il Movimento 5 Stelle che ottiene il 4,7% e 102mila voti, ma ormai verso il tramonto.

 

Male, infine, Forza Italia che non supera il 2,6% e si ferma a 55mila voti.

 

Ricordiamo che nelle regionali in Emilia-Romagna del 2014 il PD raccolse il 44,5 % dei voti.

 

Quindi questa del 2020 per il PD, è praticamente una vittoria di Pirro, anzi di Bonaccini.

 

Che invece di esultare, forse farebbe meglio a pensare a tutti i voti che ha preso il suo partito (-10%) i 5 anni, a conferma del cambiamento in corso da diverso tempo in Italia e che sta portando il centrodestra a vincere in quasi tutte le regioni.

 

A proposito, dopo ieri, alla sinistra sono rimaste da governare solo più 6 regioni, mentre il centrodestra ne amministra 14.

 

Zero, naturalmente, è il numero di quelle governate dal M5S.

 

Ma l’Italia, a livello politico, è ancora governata dall’asse giallorosso.

 

Quello non votato dagli italiani alle politiche, e numeri alla mano, neanche alle regionali.

 

Qualcosa non torna, ma chi glielo spiega a Giuseppe Conte e Sergio Mattarella ?

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Articolo pubblicato il 28/01/2020