M5S agguerrito o arrendevole?

Quando le urla nascondono (forse) silenzi

Che confusione! Fra banchi di Sardine in rivolta e fazioni di Grillini in protesta, per la Maggioranza di Governo (meglio essere precisi, poiché se si potesse votare la maggioranza nel Paese risulterebbe probabilmente diversa) quella appena trascorsa è stata una settimana di frittura…, no, di frattura.

Si sono già più volte poste in evidenza le storture e le illogicità di pensiero e di azione che, ormai con cadenza quotidiana, vengono propinate al saccagnato popolo italico, stretto nella morsa di Fisco predatorio e Giustizia inquisitoria a vita. In più (probabilmente per svicolare l’attenzione dalle animosità che scuotono giorno per giorno Palazzo Chigi) echeggia la nuova chiamata alle armi del Ministro Luigi Di Maio, già capo politico dei 5S e ora (almeno fino ai prossimi agguerriti e contesissimi Stati Generali) capo politico occulto (con tanto di ritorno alla cravatta e in barba al finora incolore Vito Crimi).

L’adunata suona contro il ripristino dei vitalizi agli ex Parlamentari, una delle proposte vessillo del M5S che, Sabato 15 Febbraio, scenderà giustappunto in piazza per far sentire tutto il proprio disappunto contro “chi vuole restaurare i privilegi”. Il punto cruciale si annida però in questo passaggio: chi sono davvero costoro secondo Di Maio e compagni? E che cosa fanno i Grillini per osteggiarli?

Perché se da forza di opposizione potevano tranquillamente permettersi di urlare “vaffa” e di gesticolare all’esterno dei palazzi, ora le alte responsabilità di Governo richiederebbero un posizionamento più consapevole e meno generalista, con tanto di disponibilità a far saltare il banco (e con esso anche i loro scranni) qualora si profilasse un diverso sentire da parte degli alleati.

I 5S volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno (evidentemente, a Sinistra, i richiami ittici rappresentano davvero un leitmotiv): ora sembrano piuttosto essersi incartati in quella scatoletta… e di starci talmente bene da aver fatto nascere – senza distinzione e assunzione di responsabilità - due Governi del tutto ossimorici e antipodali, come se fossero la stessa cosa, pur di tenere la posizione.

Se questa non è casta…

 

(Immagine in copertina tratta da ansa.it)

 

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Articolo pubblicato il 10/02/2020