«Auneuroooo!»

Un racconto di Maria Rosa Arena

«Peeeere! Meeeele! Beeeelle e buone! Un euro, un euro, un eur…» Vincenzo tossì. «… o!» finì la frase. Si riannodò la sciarpa verde al collo e si guardò intorno.

Dove saranno finiti tutti, oggi? Pensò grattandosi il naso.

Una vecchietta arrivò col carrellino color giallo oro. Si mise a ridosso del banco di Vincenzo e lo fissò come se fosse Babbo Natale.

«Mele? Pere? Signò! Che le do?» L’altra fece per allungare una mano bianca e striminzita verso la frutta.

«Eh no, abbia pazienza! Guardare ma non toccare!».

L’altra lo studiò da dietro gli occhiali: «Io se non tocco non compro!» disse infine puntando i piedi.

«Lo sa che i vigili mi fanno la multa, se la vedono! Proprio non si può! Si fidi!».

«Vincenzo! Il caffè!» urlarono dal banco di olive, vicino. Il ragazzo del bar, stava posando un vassoio sul pianale accanto alle melanzane, colmo di tazzine e brioches.

«Finalmente! Signo’ arrivo subito! Mi aspetti qua!» disse alla vecchia.

Vecchia befana, pensò! Una ce n’è in giro stamattina, e deve proprio venire a scassare le palle a me!

La Signorina Esterina lo guardò andare verso il banco vicino. Bofonchiò qualcosa e poi infilò le mani nella frutta toccando tutto quello che poteva: un occhio verso Vincenzo, un occhio verso la merce.

Tiè! Pensò, razza di rincitrulito!

A un certo punto con la punta delle dita toccò qualcosa di freddo. Troppo freddo per essere una pera - a meno che – brutto ‘sassino – congeliamo la frutta, eh!

Esterina ravanò ancora di più. Le mele vorticarono l’una sopra l’altra mentre cercava, allungandosi col busto, di arraffare la cosa fredda. Alla fine, ci riuscì. Tirò fuori la mano dal grappolo di frutta e se la portò col bottino, davanti alla faccia. Una mano con le unghie laccate era stretta nella sua, facendole quasi le corna. Ce n’era decisamente una di troppo.

Esterina urlò come se un branco di cani, si fosse attaccato alla sua gonna e avesse cominciato a mangiarla viva. Vincenzo si girò e corse verso il suo banco. Vide la vecchia con in mano un’altra mano mozzata e urlò più forte di lei.

«Do-ve l’-ha pre-sa quel-la, Cris-to San-to?» disse balbettando Vincenzo. Era diventato bianco come la sua bilancia. Per tutta risposta Esterina mollò la mano monca che ricadde in mezzo alle mele e cominciò a pigliarlo a borsate sulla testa.

«Brutto delinquente! Non sai più cosa vendere?» disse continuando a strepitare. Vincenzo era sconcertato: «Come? Cosa? Lei piuttosto, vecchiaccia malefica, dove l’ha presa quella mano? Dalla Famiglia Addams?» cominciò a sentirsi male.

Gli ambulanti accorsero per cercare di capire cose stesse succedendo. La gente si fermò a guardare bisbigliando. Nessuno vide l’oggetto del contendere. Fecero sedere Vincenzo ed Esterina su delle cassette impilate. La mano, troneggiava in mezzo alla frutta come il cartellino del prezzo. Pareva fare ciao ciao. Arrivarono i vigili. La gente li fece passare.

«Che succede qui?»chiese l’Ispettore Randetta, cercando di allontanare i curiosi.

«Io… io…»fece Vincenzo senza riuscire a dire altro.

«Lui... lui» disse Ernestina passandosi una mano sulla fronte.

«Io, mammata e tu!» disse Randetta «E allora? Vogliamo spiegare il motivo di tanto starnazzare o vi denuncio per disturbo alla quiete pubblica: la mia!».

Vincenzo ed Esterina puntarono all’unisono l’indice verso il cumulo di mele.

La mano, con le unghie dipinte e la fede troneggiava sotto alla scritta “un euro al chilo”. In quella posizione aveva le dita leggermente piegate. Tutte, tranne il medio: quello puntava verso il cielo come fosse inamidato.

«E che diavolo!» esplose Randetta. La folla che si era radunata a godersi la scena, reagì inorridendo, facendo un passo indietro.

«Ecco!» disse Vincenzo

«Ecco un corno!» rispose Esterina

«Finitela!» urlò l’Ispettore togliendosi il cappello e grattandosi la fronte.

Nel trambusto arrivò pure la Polizia. Fece un cenno all’Ispettore Randetta e si appartarono confabulando. Poi un agente con in guanti prelevò la mano e la mise in una busta. Tutti assistettero in silenzio all’operazione.

«Avete preso il responsabile, quindi?» chiese Randetta al Commissario.

«Si, ha confessato. È il macellaio del quinto alimentare. Ha tagliato a pezzi la moglie e ha distribuito i pezzi piccoli per tutti i banchi del mercato prima della spunta. Nessuno lo ha visto! Il grosso lo stava vendendo al posto del prosciutto» disse.

«Cose da pazzi» disse Randetta. «E come si giustifica, se si giustifica?» chiese l’Ispettore.

«Ah, beh… ha detto che lui è un cittadino onesto che paga la Tari e che quindi l’organico va smaltito sempre nell’organico».

Randetta rimase basito. Si portò una mano alla fronte e poi urlò alla Agente Scelto Trombazzo: «Acchiappa a chiss!», indicando Vincenzo.

Il pover’uomo scappava urlando per il mercato inseguito da Esterina con il carrello giallo: era pieno di mele e lei gliele lanciava, come se fosse al tiro a segno…

Maria Rosa Arena

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Articolo pubblicato il 16/02/2020