Regione Piemonte: Legge regionale sugli Affidi. La cattiva coscienza degli oppositori.

Le prese di posizione dell’Arcivescovo Nosiglia e dell’On. Elena Maccanti della Lega

Un tempo si riteneva che la tutela dei bambini avrebbe dovuto superare ogni ostacolo, rappresentando una priorità etica, oltre che politica.

 

Di fonte ai tanti casi di maltrattamenti di bambini avvenuti in scuole materne pubbliche e convenzionate, ad opera degli insegnanti, od a casi di bambini sottratti in modo discutibile, alle famiglie, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’atto della presentazione della sua giunta, ha inteso dare un particolare rilievo a queste tematiche, insite nel suo programma, prevedendo  una delega apposita, in carico all’assessore Chiara Caucino.

 

Tra i primi indirizzi di questa giunta, anche in seguito ad alcune segnalazioni emerse in campagna elettorale, si è inteso mettere chiarezza nella tematica degli affidi, in modo particolare sugli allontanamenti dei minori dalle famiglie naturali, operato dalle assistenti sociali, principalmente per l’insussistenza economica della famiglia stessa. Tra le voci del provvedimento , seguendo l’esempio consolidato in altri Paesi, si prevede lo stanziamento di fondi a favori di famiglie in difficoltà, per ovviare al fenomeno di emarginazione con rischi ricadenti sulla  salute e buona cura dei minori. Apriti cielo!

 

Si è scatenato il putiferio che ha coinvolto  sigle politiche che sino ad oggi avevano dominato la materia e le strutture dedicate ai minori.

Per il vociare scomposto si è distinta la sindaca Appendino sino ai consiglieri regionali del PD e M5S.

 

Oltre i casi di povertà, nei conforti dei quali le misure proposte dovrebbero cercare di porre rimedio, non sono rari i casi in cui, attraverso interventi sospetti e finalizzati, qualche addetto ai lavori, cerca di convincere le  mamme sole che vivono con bambini minori in comunità protette, a rinunciare alla potestà, al fine di instradare i figli minori sul percorso adottivo.

 

Forse a pensar male si azzecca, viste le reazioni scomposte degli oppositori. Ciliegina sulla torta, l’assessore Caucino, in un confronto pubblico ha affermato che solamente chi ha avuto il dono della maternità, può comprendere intimamente la sofferenza di privarsi del proprio figlio.

 

Qualcuna si è sentita pungere sul vivo. Tra le oppositrici più esagitate si è distinta Monica Canalis, consigliera PD, sino ad oggi nota per aver accumulato in modo compulsivo cariche elettive, in dispregio alle indicazioni del suo partito e per i lunghi silenzi osservati nel corso delle sedute del consiglio. Forse si sarà svegliata improvvisamente?

 

Di fronte a queste indecorose proteste cadute purtroppo sul capo di minori che dovrebbero essere tutelati anche dalla politica, non sono mancate  autorevoli prese di posizione.

 

L’Arcivescovo Nosiglia, pur non intromettendosi nelle divisioni partitiche , ha affermato, come scritto nel Vangelo che “ ai bambini va portato il massimo rispetto”.  Invitando “ pertanto a moderare i tonidegli interventi e a perseguire un sereno confronto che ascolti i soggetti in causa che sono appunto sia le famiglie di origine e sia quelle affidatarie, i bambini stessi e quanti si occupano per il loro servizio anche sociale di salvaguardarne la persona e il futuro”.

 

“Il problema, prosegue l’arcivescovo, va al di là del pure importante aspetto finanziario e investe valori etici e civili fondamentali che riguardano ogni singola persona coinvolta. I bambini sono il più grande tesoro per una società e non possono diventare motivo di scontro per nessuno. Ci si occupi piuttosto dei loro «diritti»: alla vita, a una famiglia accogliente e sicura, a una scuola per l’infanzia gratuita per le famiglie numerose e a un sostegno per quelle povere;
a educatori che sappiano esercitare una vera e profonda umanità”.

 

Per poi concludere “Il mio compito è ricordare, a chi sembra averlo volutamente dimenticato, che l’unica priorità intorno a questa legge è il bene dei bambini. Un bene che si tutela e si promuove attraverso percorsi legislativi adeguati e attraverso una complessiva “cultura dell’infanzia” che, appunto, sia capace di astenersi dall’usare i bambini come braccio armato per imporre un’altra puntata del solito show mediatico” Parole eloquenti che non necessitano di ulteriore  commento.

 

Sul piano politico, l’onorevole Elena Maccanti ha precisato le finalità delle norme in discussione e cioè”. L’obiettivo è quello di spostare le risorse già previste aumentando il sostegno e l’aiuto alle famiglie. Un provvedimento di buonsenso e di tutela verso i bambini e verso i loro genitori “– continua Maccanti -.” D’altronde, gli stessi direttori di dipartimento del Regina Margherita, medici che dunque hanno le competenze e l’esperienza per conoscere a fondo il problema, hanno espresso un parere positivo nei confronti della legge: è il segnale che l’attuale meccanismo va rivisto”.

 

Mentre in risposta alle deplorevoli polemiche, l’On Maccanti precisa “Affrontare con un disegno di legge il tema degli allontanamenti dalle famiglie è un atto di grande coraggio perché si tratta di un argomento estremamente delicato ma che allo stesso tempo ha bisogno di una nuova normativa. È quindi un grande merito dell’assessore regionale Chiara Caucino averlo fatto ed aver accettato il confronto, spesso anche scomodo. Ci sembra invece che molte delle critiche arrivate siano solo strumentazioni politiche: ma il tema degli affidi interessa tutte le famiglie e non può certo essere appannaggio della sinistra o di interessi particolari”.

 

Nella serata di eri si è appreso che   a marzo sarà attivato presso l’assessorato regionale alle Politiche della famiglia un tavolo di confronto con Comuni, Province, Città metropolitana, enti gestori dei servizi sociali e sanitari, dipartimenti materno-infantili delle Asl, servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile, dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze, autorità giudiziaria minorile.

 

L’assessore ha formalizzato ieri la propria disponibilità durante la seduta del Consiglio delle autonomie locali (Cal), accogliendo le richieste di confronto con tutti i soggetti istituzionali interessati, con l’obiettivo di migliorare il ddl alla luce delle criticità esposte.

 

Il Cal ha accolto con favore l’apertura in questo senso ed ha deciso all’unanimità di non esprimere un parere sul provvedimento, di cui condivide la finalità di tutela del minore, rimandando al tavolo una più approfondita riflessione sul tema.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/02/2020