Il flagello di Conte - L’Italia è in declino e la democrazia in pericolo

Il referendum del 29 marzo è il trabocchetto che farà trionfare la cricca al potere

La crisi di governo è virtualmente aperta, tutti ormai lo capiscono. Quando un partito, quello di Renzi, non partecipa al Consiglio dei ministri, quando il Presidente del Consiglio bolla un partito di maggioranza - sempre quello di Renzi - come peggiore della peggiore delle opposizioni, quando platealmente e ripetutamente i partiti di maggioranza votano in modo difforme in Parlamento, in un paese normale la crisi politica verrebbe immediatamente formalizzata.

 

Ma oltre alle schermaglie partitiche che continuano a nauseare gli italiani e li allontanano dalla politica, ben altri pericoli incombono. Siamo un Paese in declino. I dati che Civico20News ha diffuso e commentato nei giorni scorsi, lo attestano ampiamente.

 

I grillini al governo, oltre ad aver accentuato quest’involuzione, si sono opposti e si oppongono ad ogni iniziativa, quale l’approvazione dei molteplici progetti di opere pubbliche ed infrastrutture, da cantierare con risorse già stanziate. Ciò porterebbe, come per la TAV, a segnare il punto d’inversione.

 

Non è solo la  politica economica e la recessione a preoccupare.

I grillini sono per lo sfascio dello stato di Diritto, dall’approvazione di norme contro la prescrizione, degne di un paese sudamericano, sino alla legge che taglia il numero dei parlamentari. Le finalità insite in questa legge ci portano al consolidamento di una cricca al potere che in disprezzo alla democrazia, deciderà in modo incontrastato tutte le leggi che il regime impone ad iniziare da quelle fiscali.

 

Il testo approvato l'8 ottobre 2019, prevede la diminuzione del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato.

 

Dal momento che in seconda deliberazione la legge non è stata approvata a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna camera, un quinto dei senatori ha potuto richiedere il referendum confermativo, come da comma 2 dell'articolo 138.

Referendum  richiesto da 71 senatori,(superiori ai 64 richiesti) appartenenti a quasi tutti i gruppi.

 

Contro la Legge che riduce i Parlamentari e rischia di lasciare ampie zone del Paese senza rappresentanza, si è costituito anche a Torino il comitato che raggruppa cittadini di ogni tendenza politica, per divulgare le motivazioni necessarie al cittadino per esprimere il No al Referendum.

 

Il Governo ha camuffato questa legge come norma “taglia spesa, ma ciò è falso.  

 

“La TAV, ci precisa Mino Giachino, uno dei promotori,  vale ogni anno 20/30 volte il contro dei parlamentari tagliati ma crea migliaia di posti di lavoro..... e se aggiungiamo le altre opere bloccate dai 5 Stelle, “.abbiamo bisogno di parlamentari esperti e competenti per rilanciare l’Italia mai stata così in basso nelle graduatorie mondiali”

 

Non  dimentichiamo che la richiesta di istituire il Parlamento degli  eletti, portata avanti dai moti liberali del Risorgimento e che ha caratterizzato le Costituzioni dell’Ottocento, mirava appunto al controllo delle disposizioni in materia fiscale, allora arbitrio dei sovrani.

Forse, abbindolati dai grillini, vogliamo stracciare le conquiste democratiche e tornare indietro di oltre 150 anni!.

 

Domenica 23 febbraio, alle ore 11, il Comitato per il NO al Referendum , invita i torinesi a un Flash Mob che si terrà in Piazza Castello, sotto il Palazzo delle Regione Piemonte.

L’occasione per contarsi!

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Articolo pubblicato il 22/02/2020