Come tenere fuori dalle nostre case 400mila batteri

Una buona abitudine ai tempi del Coronavirus

Togliere le scarpe prima di entrare in casa sarebbe una buona abitudine visto che è stato calcolato che sarebbe come tenere fuori dalle nostre stanze 400mila batteri.

 

In Giappone è un’antica tradizione seguita non solo nelle case ma anche in alcuni ambienti pubblici, come certi ristoranti, ed è considerato maleducato non farlo.

 

Sta di fatto che sotto le nostre scarpe si annidano migliaia di batteri e altre sostanze potenzialmente pericolose.

 

Secondo Jonathan Sexton, microbiologo ambientale dell’Università dell’Arizona, «ogni scarpa mediamente ospita decine di migliaia di batteri per centimetro quadrato».

 

In altri termini oltre 400mila batteri esterni che possono causare polmoniti, diarrea, infezioni o meningiti.

 

Togliere le scarpe quindi dovrebbe sempre essere una regola, soprattutto se in casa c’è un bambino, un anziano, o una persona con un sistema immunitario debole.

 

E soprattutto dovrebbe essere seguita durante questi tempi di Coronavirus.

 

Tra l’altro, forse non tutti sanno che la peste a Torino del 1630 ebbe origine da un calzolaio.

 

Infatti, il 2 gennaio 1630 venne segnalato il primo caso di peste a Torino, e si trattava di un calzolaio.

 

Non è un caso che sovente le prime vittime furono coloro che lavoravano a diretto contatto con calzature o con oggetti quotidiani in contiguità con il suolo che, troppo spesso, mancava delle più elementari condizioni igieniche.

 

Torino, a quei tempi, come le maggiori città piemontesi, vide aumentare la diaspora dalle campagne e dai territori limitrofi, fino a vietare l'ingresso agli stranieri e chiudere le porte della città.

 

L'epidemia si diffuse comunque rapidamente, coinvolgendo anche altri centri della provincia come Pinerolo ed estendendosi poi ai territori del cuneese quali Alba, Saluzzo e Savigliano.

 

A Torino la situazione raggiunse il culmine della gravità con il sopraggiungere del caldo estivo del 1630 che favorì la trasmissione del morbo.

 

Fortunatamente, durante l’epidemia di peste che sconvolse Torino nel 1630, ci furono alcuni uomini che si distinsero per il loro impegno e le loro capacità.

 

Domani racconteremo di due di loro.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/03/2020