L'angolo della satira del prof. Giancarlo Pavetto - La lunga ansiosa attesa di una voce autorevole

Rotto finalmente un pesante silenzio

Si è fatto attendere a lungo, alimentando un drammatico stato di ansia nel popolo italiano. Ma ieri finalmente abbiamo potuto udire di nuovo la sua voce suadente ed autorevole. Mario Monti , il grande bocconiano, il professore universitario per eccellenza, il salvatore di una patria che stava cadendo nel baratro, l’uomo superiore che era stato capace , senza battere ciglio, di osservare le lacrime che rigavano il volto della sua ministra Fornero al momento del varo della riforma pensionistica, ha fatto finalmente udire la sua voce.

Lo ha fatto con un’intervista sul giornale La Stampa, il quotidiano che la SEDI ha dovuto alienare, perché perdeva lettori ogni mese, nella quale non è però riuscito ad irradiare sui poveri italiani aggrediti dal coronavirus cinese neppure un filo di speranza.

Il suo pensiero, suggerito dalla sua esperienza come euroburocrate e dalle partecipazioni pluriennali a conventicole esclusive come il club Bilderberg, (oggi peraltro molto svilito dalla partecipazione di elementi come la Gruber), è stato riassunto dal giornale torinese con il titolo “più Europa per allontanare il virus”.

L’uomo del loden ha anche detto. a proposito del pesante silenzio osservato dall’ente europeo, sul caso del coronavirus, che “il più delle volte ci lamentiamo dell’Europa perché non può esercitare competenze che gli stati membri non le hanno attribuito”.

Come se, a misurare i volumi delle vongole od a stabilire in via ufficiale la curvatura delle banane, la sua UE, sia intervenuta solo in seguito alle competenze ricevute dagli altri stati del continente.  

La voce, come sempre “autorevole”, di Mario Monti ha chiuso l’arco di una settimana nel corso della quale l’avvocato pugliese Giuseppi Conte ha imperversato in tutti i telegiornali.

Solo nel corso della domenica precedente il suo lungo naso ha fatto ben sedici apparizioni in diretta televisiva.

Prima affermando che tutto il possibile per fermare l’epidemia era stato fatto e subito dopo annunciando che erano necessarie ben più drastiche misure governative.

Con un comportamento talmente incoerente e contradditorio, che, oltre a sollevare un grave stato ansioso negli italiani, ha indotto molte altre nazioni a mettere in stato di emarginazione non solo i focolai interessati dal virus, ma tutto il nostro paese.

Ha pertanto dovuto levarsi subito dopo, la voce afona e monotona del presidente della repubblica che, incalzato dal suo inconscio che gli rimproverava l’errore di avere promosso, a capo di un governo caotico e dissociato, un individuo come il povero Giuseppi, ha cercato di moderare lo stato ansioso della popolazione.

Nel contempo, il capo dello stato si è trovato di fronte ad un interrogativo al quale finora non è riuscito a rispondere.

Un interrogativo che ha riguardato la iperattività da lui manifestata, all’esordio della malattia, nei confronti dei cittadini cinesi residenti in Italia, verso i quali non si è risparmiato di mettere in evidenza, insieme ad abbracci plateali, visite alle loro comunità ed alle loro scuole ed anche concerti musicali a loro dedicati.

Viene pertanto spontaneo domandarsi quale sia la ragione che ha convinto il presidente Mattarella ad evitare un analogo comportamento nei confronti dei cittadini italiani che popolano i distretti colpiti dal coronavirus.

C’è infine da ricordare che, nonostante il governo attuale sia prono ed in ginocchio dinanzi ai burocrati di Bruxelles o di Strasburgo, al servizio della  “quattr’ossa” Ursolina,  la tanto riverita UE ci ha messo in quarantena.

I nostri europarlamentari sono costretti a rimanere a casa, perché, provenendo da zone potenzialmente infette, non sono graditi.

Sono state anche sospese le missioni in Italia dei funzionari e degli altri deputati europei, ed in definitiva, come osserva Belpietro, l’Europa sta stendendo intorno a noi un vero e proprio cordone sanitario.

Senza che nessuno degli eurobolscevichi, infiltrati nei gangli dell’UE dal governo giallorosso, quali il David Sassoli, il Paolino Gentiloni o la trimammelluta Simona Bonafè (secondo Guareschi le donne comuniste hanno diritto a questa definizione, anche se sono carenti in materia), osi alzare un filo di voce e decida di difendere il nostro paese dai soprusi degli altri membri dell’Europa.

Loro hanno però un grande motivo di soddisfazione, non ne fanno mistero e lo esternano in tutti i mass media: quello di constatare che i maggiori focolai di infezione sono localizzati nelle regioni governate dal centrodestra.

(immagini The Daily Telegraph - Deutshe Welle- The Indipendent)

 

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Articolo pubblicato il 03/03/2020