il Virus che ci toglie il determinismo

Il Corona virus ci sta togliendo la possibilità di (ri)programmare la nostra vita

In queste ultime settimane sta accadendo qualcosa che per noi, protagonisti dell'epoca del determinismo, della possibilità di prevedere e programmare tutto in maniera meccanicistica (addirittura le previsioni meteo a quindici giorni), rappresenta un'assoluta novità: l'incapacità di accettare di non poter programmare il nostro futuro, di dover vedere rotta la nostra quotidianità.

Noi, in grado ormai di governare la natura, al più ci siamo trovati a dover accettare brevi pause nell'interruzione del nostro vivere quotidiano, così come accade nel caso di terremoti, alluvioni, tornadi, ma mai avremmo pensato che la natura invisibile di un semplice virus potesse bloccare il nostro vivere per un tempo indeterminato.

Un quadro che ben rappresenta la nostra situazione attuale è quello splendido Viandante sul mare di nebbia del pittore romantico Friedrich dove un uomo contempla l'infinito e ci trasmette l'indagine impietosa della nostra anima, con tutte le sue insicurezze, i suoi errori, i suoi dubbi e le sue certezze, poiché in fondo con tutta la nostra conoscenza, la nostra tecnica, la nostra ostentata sicurezza, rischiamo di soccombere dinanzi a un banale virus.

La sola idea di non sapere quando e se riusciremo a ricominciare la nostra vita abituale ci terrorizza, al limite di chi svuota supermercati preso dal panico tipico di quei film armageddon americani dove in pochi giorni l'umanità si avvicina alla quasi totale estinzione, oppure di chi prende l'inziativa, come da parte dei nostri politici, di bloccare tutto, cinema, teatri, spettacoli, scuole, aziende.

Persino quel chiodo schiaccia chiodo che abitualmente fa sì che i mass media dopo qualche giorno dal notizione di turno passano a parlare d'altro è un totem che non funzione più, e così il quotidiano bollettino di infettati e di morti riempie completamente telegiornali, e i soliti programmi di distrazione di massa che provano a farci dimenticare i problemi dell'occupazione o di un fatto di cronaca sembrano non funzionare più, con palinsesti fitti di trasmissioni, speciali, talk show e maratone TV sul virus.

Con il tempo questo virus, che in definitiva ha una incidenza di letalità non troppo dissimile da quella del normale virus influenzale che ogni inverno mette a letto in Italia circa otto milioni di cittadini, scomparirà, si attenuerà, e torneremo a vendicarci inconsapevolmente dellla natura con il nostro inquinamento, non consci che a lungo termine sarà probabilmente più quello a rovinare il nostro futuro.

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 08/03/2020