Mentre l'Italia muore, l'Europa ci isola e ne approfitta finanziariamente

L'Europa ai tempi del Coronavirus

L'Europa ai tempi del Coronavirus è quella che chiude i confini, che blinda i valichi, che ci isola come fossimo appestati, mentre stiamo insegnando a tutti cosa sia la gestione di una maxi-emergenza su scala nazionale.

 

Per questo desidero condividere con più persone possibili, le parole (lette su un social media) di un cittadino comune, che esprimono veramente il sentimento di un popolo ferito, ma orgoglioso, e spiegano con termini molto semplici, anche crudi, quello che molti italiani non hanno ancora capito.

 

Ma che sarebbe meglio capire al più presto.

 

Che l’Europa, dell’Italia, se ne frega, anzi, da anni e soprattutto adesso, sta facendo di tutto per farla fallire, malgrado le belle parole di circostanza di qualche politico europeo e qualche altro cialtrone italiano del governo in carica.

 

Ma ecco le parole di questo nostro concittadino, leggetele e rifletteteci sopra.

 

“L'Italia da un punto di vista economico stava dimostrando una resistenza eccezionale che sicuramente ha indispettito i potenti.

Secondo i loro calcoli doveva essere fallita da tempo, invece niente.

27 anni consecutivi di stretta macroeconomica, una predazione eccezionale e continua, interessi forsennati che si sono tradotti in un carico fiscale demenziale, minacce di ogni tipo, concorrenza sleale in ogni frangente e settore, guerra da sotto a tutte le nostre relazioni internazionali, energetiche e geopolitiche.

L'Italia resisteva, lavorando anche la notte, tra bianco, nero e grigio, la pensione di zia, un cervello così e due palle ancor più grosse, soffrendo e smadonnando, ma resisteva.

E allora ci voleva uno strattone fortissimo alla corda che abbiamo al collo.

A parlamento chiuso, a negozi chiusi, a Italia chiusa, lasciano aperta la borsa e i beni italiani se ne vanno in fumo.

Fabbriche, industrie, banche, assicurazioni italiane non valgono più nulla e i falchi dell'evasione vera, i fondi, i miliardari americani, francesi, tedeschi, arabi e di tutto il mondo, criminali apolidi di ogni risma, comprano a due soldi quello che c'era rimasto di grosso, e i piccoli chiudono definitivamente.

La BCE dice che non gliene frega nulla: che i malati morissero, i poveri schiattassero, i popoli patissero pure la fame.

E' il momento d'oro degli strozzini.

E' il momento più buio per noi tutti.

Ora la Grecia siamo noi.

Di colpo. Ma si sapeva da tempo.

Questo era il progetto, ma in pochi riuscivano a vederlo.

Ce lo chiede l’Europa! Ce lo chiede l’Europa!

Gliel'abbiamo fatto fare.

Gliel'abbiamo permesso.

Eravamo distratti.

Ora, nessuna distrazione ci è più permessa, neanche il virus, neanche il calcio che è chiuso, neanche le mascherine o i respiratori.

Dobbiamo riprenderci l'Italia o saremo noi gli stranieri a casa nostra, ma nessuno ci pagherà nulla, e non avremo dove sbarcare.

Qualcuno morirà di coronavirus, qualcuno domani mangerà bucce di patate, ma sarà un'inezia.

Qui, se non ci si sveglia, muore l'Italia”.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/03/2020