L'angolo della satira del prof. Giancarlo Pavetto - Christine Lagarde

La sua transmutazione genetica da allodola a sanguisuga

Christine Madeleine Odette, l’attuale presidente della BCE, nata Lallouette si è appropriata tra le altre cose del cognome di uno dei suoi mariti ed è diventata Lagarde.

Ha 64 anni e non è una bella donna.

Il sito WEB MEDIAMASS, specializzato in capovolgimenti ironici delle cose, ha dato notizia che la prestigiosa la rivista francese Glam Mag l’ha nominata nel suo numero di Aprile 2020, (quello che uscirà), la politica più sexi del mondo (sic).

E’ alta un metro e ottanta  ed ha un aspetto segaligno, per cui e’ davvero difficile trovare in giro per ll continente europeo una creatura femminile che sia meno attraente di lei.

Christine Lagarde ha infatti uno sguardo austero e disarmante, il suo corpo richiama quello di una cicogna. Il suo volto quello di un fenicottero della foce del Rodano.

E’ approdata nei ruoli di comando dell’UE nel solito modo in cui arrivano gli altri figuri istituzionali. Attraverso una nomina di tutti gli altri commissari e mai con un avallo, un voto, dei cittadini europei.

Il che spiega il motivo che li fa prendere provvedimenti spiacevoli contro i loro sudditi, senza il timore di perdere consenso popolare.

E spiega anche ampiamente l’empatia e la solidarietà che ricevono da quei politici europei che, come loro, sono stati nominati, al di fuori di regole dettate dalla democrazia.

La Lagarde, questa irresponsabile creatura, era già da tempo insediata nei gangli direttivi dell’UE e doveva solo attendere che i sudditi del continente esprimessero con regolari votazioni, che non riguardavano lei, ma solo i parlamentari, il loro parere.

Poi, con il tacito consenso di altri nominati, (questa volta dai partiti), tra i quali occorre menzionare  due postcomunisti, come i noti Gentiloni e Sassoli, questa paladina dell’austerità dei popoli, senza colpo ferire, si è insediata alla direzione della BCE.

Applaudita anche da tutti gli italiani schierati con la sinistra, e da molte istituzioni filo europee, è arrivata a questa carica, camminando tronfia sul tappeto rosso che le avevano steso altri commissari, con cui aveva spartito i ruoli di comando più importanti.

Ma quale era la strada che la Lagarde aveva percorso per raggiungere la direzione della BCE?    

Era nata a Parigi ed aveva frequentato le scuole del nord della Francia. Supportata da una facoltosa famiglia, era stata inviata negli Stati Uniti dove era stata inserita, come stagista,  in grandi studi legali.

Con l’appoggio del mondo ebraico internazionale e dei consoci del club Bilderberg, aveva iniziato a scalare i consigli di amministrazione di alcune istituzioni internazionali.

Si è in breve resa conto che per continuare l’ascesa verso posizioni economico finanziare più elevate, doveva avvalersi della protezione dei politici.

Non potendo contare su rapporti intimi od almeno affettuosi, perché il suo aspetto fisico non glielo consentiva, non ebbe dubbi nel ricorrere all’arte del servilismo.

E’ diventata di dominio pubblico una lettera da lei scritta al presidente francese Sankozy, nella quale si poteva leggere l’impegno, certo un po'ambiguo, “usami come mi vuoi”, ed anche “sono al tuo fianco per servirti”.

Affermazioni queste, che la avevano fatta insignire dell’ambito titolo di “lecchino d’oro.”

In uno dei convegni internazionali, tenuto a Cannes, scrive Alan Friedman, Christine Lagarde, per tenere bordone al suo protettore, “parlava come un pappagallo, un bambolotto, o come il ventriloquo di un ex fedelissimo di Sarko, che aveva fatto il gioco sporco contro l’Italia.

Più di una volta la sua carriera fu rallentata da infortuni. Fu ai margini di un’inchiesta e di un processo condotto dalla magistratura francese contro Bernard Tapie, l’ex presidente del Marsiglia.

E, nonostante i lauti emolumenti che le venivano attribuiti, la inamovibile madame francese, fu condannata per un reato di  corruzione, legato a ben 400 milioni di euro.

Dopo il mesto tramonto del suo sponsor Sarkozy, fu cooptata dal sopraggiunto presidente Macron che le affidò per ben due volte dei ministeri, che le servirono da trampolino per arrivare alla presidenza del Fondo Monetario Internazionale.

Da quella poltrona, la donna dal volto di fenicottero, fu l’ispiratrice di ogni politica di rigore e di austerità e non si fece alcun scrupolo di distruggere l’economia della Grecia, e di metterne in miseria la popolazione.

Una manovra che, dopo avere dichiarato guerra al debito pubblico italiano, voleva replicare per il nostro paese.

Raggiunta la presidenza delle BCE, grazie all’ignavia ed alla sottomissione dei post comunisti e dei segugi del comico genovese, è incorsa in quella che in molti ambienti è stata definita una “GAFFE”. Un’affermazione, nella quale si precisava che (al contrario del suo predecessore Mario Draghi) lei non si sarebbe occupata dello spread, che ha risvegliato dal torpore perfino un Sergio Mattarella che, fino ad allora in adorazione di tutto ciò che profumava di Europa, ha dovuto prendere le parti degli italiani.

Non tutti concordano però sulla versione della GAFFE, che da molti analisti viene invece e purtroppo ritenuta lo squillo di tromba che dà il via alla carica della truppa.

Uno squillo di tromba utile a chiamare a raccolta ed a combattere insieme, come chiens de (La) garde, dello stato preagonico dell’UE, nazioni come la  Germania, la Francia, gli stati del nord e quegli italiani eurofanatici, che come il Prodi, il Mattarella, il Conte, lo Zingaretti, il Bersani, il Gualtieri, il Sassoli, il Gentiloni  e tutto il mainstream sinistrorso, concordano nel lasciare rosicchiare ai riveriti burocrati di Bruxelles quello che resterà  del nostro paese dopo il passaggio del coronavirus.

(immagini Chicago Tribune - The Indipendent - El Pais -

                

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Articolo pubblicato il 17/03/2020