Stradario torinese: corso e barriera di Orbassano

Quando la Crocetta era un sobborgo di Torino

In un precedente articolo dedicato alla via Rivalta abbiamo ricordato che questa via - oggi suddivisa con intestazione rispettivamente ai Fratelli Carle, Enrico Martini Mauri, Rivalta e Rodolfo Renier – era già vagamente ricordata a fine ‘800 e la Guida Marzorati del 1900 la definiva «via privata oltre la barriera di Orbassano».

 

Stiamo parlando della Barriera di Orbassano aperta nella Cinta Daziaria del 1853 che è posta poco prima dell’attuale incrocio del corso Alcide De Gasperi, già corso Orbassano, proprio con la via Fratelli Carle.

 

Qualche vecchia cartolina ci aiuta a identificare il luogo preciso. L’edificio porticato delle guardie daziarie, dove si pagava la tassa sulle merci in entrata, appare nella aperta campagna, e successivamente inglobato nelle nuove costruzioni - si nota ancora la sua tettoia porticata - e, anche se ormai scomparso, può essere identificato con il cortile del civico 50.

 

Va notato che, a differenza di altre aree cittadine, il quartiere nato in corrispondenza di questa barriera non ha preso il nome di Barriera di Orbassano ma quello di Crocetta.

 

Per trovare una spiegazione, consideriamo il percorso della strada per Orbassano, divenuta poi il corso Orbassano col primo tratto poi ribattezzato corso Alcide De Gasperi in tempi relativamente recenti.

 

Se ne trova traccia in una pianta di Torino del 1874 dove la si vede originare in corso Duca di Genova (oggi Stati Uniti), all’angolo con il corso Principe Umberto (oggi Re Umberto). Il suo andamento obliquo in direzione della Crocetta viene in parte cancellato dal reticolato ortogonale pianificato e attuato per la costruzione del Borgo San Secondo, quando lungo il corso del principe Umberto (oggi Re Umberto) gli edifici terminano all’altezza di via Legnano.

 

La nuova Piazza d’Armi, compresa fra gli attuali corsi Castelfidardo, Montevecchio, Galileo Ferraris e Luigi Einaudi, ne cancella un altro tratto.

 

La strada di Orbassano attraversa il Borgo della Crocetta, posto poco oltre il corso Einaudi.

 

La Crocetta è composta dalla chiesetta più piccola affacciata sulla piazza dell’attuale mercatino, da qualche costruzione, da alcune ville come la Verrua, ancora esistente ed il Losa. Si trova anche la cascina Rosa Vecchia, un grande vivaio di viticoltura, e vi passa il canale dell’Ergastolo che andrà a gettarsi nel Po. Nessun edificio è allineato al futuro reticolo urbano. L’attuale Chiesa della Beata Vergine delle Grazie sorgerà nel 1889.

 

In corrispondenza della Crocetta, dall’odierno corso Einaudi l’obliqua strada di Orbassano viene rispettata benché anomala rispetto al reticolato ortogonale del quartiere Crocetta e diviene il corso Orbassano. Come già detto prende in seguito il nome di corso Alcide De Gasperi, nel tratto compreso fra corso Luigi Einaudi e largo Orbassano.

 

Alla Barriera di Orbassano segue la Barriera della Crocetta che si può collocare all’incirca dove oggi si trova il giardino «Caduti di Cefalonia e Corfù» ovvero dove la via Paolo Braccini fa angolo con corso Lione e corso Ferrucci.

 

La Barriera della Crocetta è un attraversamento della cinta per la ferrovia che unisce Porta Nuova con Porta Susa, non interrata ma sul piano di campagna, e vi giunge una stradina a zig zag, vagamente parallela all’attuale corso Luigi Einaudi. La Barriera della Crocetta serve però anche come collegamento con le cascine che sorgono nelle campagne oggi occupate dal Borgo San Paolo e da Mirafiori Nord tramite la Strada del Paletto (o stradetta del Gerbo), strada campestre che origina dalla Barriera, affianca il Poligono del Genio Ferrovieri (nell’angolo delle vie Paolo Braccini e via Rio de Janeiro) e poi procede nella campagna – dove si trovano numerose cascine oggi scomparse - e raggiunge la cascina Giaione (oggi in via Guido Reni n. 102) e il Gerbido, frazione del comune di Grugliasco.

 

Questa strada sopravvive per un tratto nelle vie Lussimpiccolo, Tolmino e Osoppo, queste ultime separate dalla trincea della ferrovia per la Francia, che presentano un andamento ribelle rispetto al reticolato delle altre vie, molto più evidente quando si osservi una cartina topografica.

 

Sempre esaminando una piantina attuale della zona della Crocetta possiamo notare che nel tratto fra gli attuali corsi Giovanni Pascoli e Francesco Ferrucci si sono perse le tracce della precedente Cinta Daziaria: oggi non vi sono corsi che ripercorrano il tracciato della strada di circonvallazione. 

 

Anche se piuttosto lontana dal centro storico di Torino e in aperta campagna, nel 1853 la Crocetta è stata inserita nel perimetro della Cinta Daziaria, costruita veramente “për la chërsua”, per la crescita, lasciando verso Sud una zona assai ampia per la futura espansione cittadina.

 

L’ingrandimento lungo la via Sacchi-corso Stupinigi, corso Re Umberto (allora Principe Umberto), corso Galileo Ferraris, corso Vinzaglio-Corso Duca degli Abruzzi è iniziata con il borgo San Secondo ma il trasferimento della Capitale a Firenze (1865) ha inizialmente mandato in crisi l’economia e lo sviluppo cittadino. È la situazione che emerge dalla pianta del 1874.

 

Parlando del quartiere Crocetta, alle informazioni che emergono da libri e documenti si mescolano i miei ricordi personali: vi ho vissuto dal 1951, anno di nascita, fino al 1963 quando con la mia famiglia mi sono trasferito nell’adiacente quartiere Santa Rita pur continuando a frequentarlo.

 

Per questo motivo posso dire di avere assistito ad un progressivo espandersi della Crocetta dal suo nucleo iniziale fino a raggiungere e fagocitare il Borgo San Secondo e Santa Teresina che personalmente ricordo ancora come precise entità a se stanti.

 

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Articolo pubblicato il 27/03/2020