La “potenza di fuoco” del governo Conte è solo un maxi prestito

L’ennesima fandonia del governo giallorosso

Conte l’ha sbandierata come la “potenza di fuoco” da 400 miliardi per far fronte all’emergenza economica da Coronavirus, ma è solo un maxi prestito.

 

Ecco, infatti, cosa gli risponde un imprenditore nel campo della ristorazione.

 

Tanto per fare capire a Conte, e a quelli come lui, cosa pensa la gente dei suoi proclami. 

 

“Ci avete chiesto di chiudere e abbiamo chiuso.

Ci avete umiliato con una elemosina di stato da 600 euro, ancora da incassare.

Ci avete costretto, in piena emergenza, a confrontarci con procedure inefficienti mentre noi, nel solo 2019, ci siamo dovuti adeguare alla fatturazione e allo scontrino elettronico, a un repentino, immenso e violento Grande Fratello fiscale.

Avete sospeso alcune e non tutte le scadenze di tributi e rateizzazioni in corso, pretendendo un visionario pagamento a giugno, dopo mesi di fatturati a zero e una ripartenza più che mai incerta.

Non vi ha lontanamente sfiorato l'idea, di abbassare la tassazione, nemmeno simbolicamente di qualche punto.

Ci avete concesso, solo per alcuni affitti, un inutile credito d'imposta che forse, useremo nel futuro quando saremo falliti.

Ci avete sospeso il mutuo prima casa perché se lo abbiamo in corso su un secondo immobile, frutto di sacrifici e duro lavoro, siamo considerati ricchi e dobbiamo pagare.

Ci chiedete, mortificandoci, di dimostrare il nostro calo di fatturato.

E alla fine, annunciato come una 'potenza di fuoco', ci dite che se vogliamo sopravvivere, dobbiamo accollarci un altro debito, chiedere un nuovo prestito e quando gradualmente si ripartirà, sommare a tutto l'arretrato, una nuova rata da restituire.

Quando i risparmi saranno finiti, quando la sofferenza psicologica prenderà il sopravvento, quando ci avrete portati allo stremo, privati di ogni entusiasmo e sogno, quando non incasserete più abbastanza da noi, avrete sulla coscienza un'intera classe produttiva, storie di uomini e donne, di famiglie e di generazioni che hanno reso grande questo Paese.

Piccoli, medi, grandi imprenditori che hanno dato, senza mai chiedere”.

 

Condivido e mi associo.

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Articolo pubblicato il 09/04/2020