«Geopolitica e Pandemia Covid-19: riflessi sull'Europa e l'aerea meridionale del Mediterraneo»

Marco Montesso per «Civico 20 News» (seconda e ultima parte)

Leggi qui la prima parte dell’articolo.

 

A questo proposito è meritorio citare gli sforzi messi in atto da Università, Musei, centri culturali nonché della televisione pubblica di creare occasioni di svago e istruzione attraverso conferenze, visite virtuali a collezioni d’arte, ecc.

Ciò che sarà ancora più evidente nel futuro prossimo e che rimarrà è sicuramente una maggiore e più conscia, sempre in meglio, considerazione del web soprattutto come valido ricettacolo e veicolo di informazioni e apprendimento nonché di lavoro.

Si citi qui la scuola e l’università a distanza, lo smart working, interessante molti lavoratori pubblici e privati, ecc., tutti vieppiù beneficiati nel medio periodo oltre la fine dell’Emergenza.

Sugli altri cambiamenti in senso rapporti interpersonali, comportamenti sociali e mondani e compagnia cantando, sicuramente se ne registreranno almeno fino a quando, tra un anno e mezzo dicono gli esperti più prudenti, un vaccino efficace sarà a disposizione del Mondo e la Pandemia sarà quindi un ricordo.

Qui tuttavia non si vogliono e possono fare delle previsioni a 360 gradi circa le ricadute positive di un dopo Crisi o come qualcuno afferma di un dopo “Guerra”.

Gira sul web a questo proposito una barzelletta che dice di come si debba essere felici in quanto lo stato ti chiede di combattere questo conflitto standosene comodamente seduti sul divano di casa!

Presumibilmente sarà più maturo e coinvolto in prima persona in quella “ricostruzione” che sempre segue un evento drammatico, come insegna la storia.

Quello che invece qui interessa è il rimarcare un aspetto importante e interessante al contempo, cioè quello già intravisto prima, di un Paese che ad onta della universale nomea ha saputo fare addirittura da battistrada per tutti gli altri stati UE, USA e c. compresi.

Infatti nel mondo ormai di parla di misure all’italiana per contenere i disagi della Pandemia e più efficientemente combatterli da tutti questi Paesi che nel non essere stati inizialmente così restrittivi hanno visto dilagare il virus.

Gran Bretagna, Francia, Svezia, Norvegia, ecc. e Oltreoceano: tutti per essere efficaci applicano il nostro modus operandi.

A dire il vero un Paese in Europa è stato ancora più virtuoso ed efficace, la Grecia che conscia delle limitatezze del suo sistema sanitario e dell’economia in genere fiaccata dai celeberrimi fatti di anni orsono si è messa strettamente in lockdown, facilitata anche da una popolazione per l’appunto abituata alle ristrettezze e conscia che un’altra crisi più grande non se la sarebbe potuta permettere.

E qui si arriva al nocciolo del problema.

La crisi economica con tanto di conseguenti ricadute sociali che aleggerà sul Continente europeo e sul bacino meridionale del Mediterraneo, che qui si analizzano ma pure sul Mondo intero.

Quando si dice Mondo intero si fa un’affermazione esaustivamente corretta poiché la globalizzazione vieppiù negli ultimi decenni ha interconnesso i Paesi, dal punto di vista dei rapporti commerciali, industriali, educativi, turistici e quant’altro.

Si pensa alla famigerata crisi mondiale dovuta alla c.d. “Bolla speculativa” partita nel 2008 dagli States, che ancora gravava parte del Mondo e Italia compresa.

Questa crisi post emergenziale avrà conseguenze ancor più pesanti, con le conseguenti ricadute nefaste che chiunque sa sui redditi dei singoli cittadini, su categorie di professionisti, imprenditori, ecc. in conclusione, sul PIL, che per la cronaca ad aprile è sceso del 13%.

A questo proposito si deve pensare che mai nella storia contemporanea si sta assistendo ad un blocco sia pure, si pensa e spera, non lunghissimo ma pervadente e generalizzato dei sistemi produttivi e dei servizi di tutti i Paesi del Mondo.

Qualche esperto azzarda che il paragone con la guerra sia fuori luogo poiché un vero e generalizzato conflitto, come i due mondiali del secolo scorso, hanno portato nei tempi immediatamente successivi quei noti e sostanziali progressi tecnici, economici e sociali, pur con difficoltà e inciampi storici.

Si citi ancora ad esempio la fine della Grande guerra che pure, comunque, ha conosciuto a cavallo e in appendice una Pandemia neppure paragonabile per gravità all’attuale, la Spagnola, ma soprattutto il post Secondo conflitto mondiale con tutto ciò che notoriamente ha arrecato di importante per il progresso del Globo.

Tuttavia questo Covid 19 sta azzerando e azzererà moltissime attività produttive, dal commercio all’industria, dall’agroalimentare al turismo, dalla moda a.… e ancora e che non potranno contare su sufficienti fondi o propri o da aiuti pubblici.

Questo è il punto focale, gli aiuti pubblici al sistema economico.

Restando dunque in campo Europa/Mediterraneo e partendo dal caso Italia, naturaliter, si assisterà ad un impoverimento non indifferente di tutti quelli che operano nei suddetti settori costituenti e determinanti nonché caratterizzanti l’economia nazionale.

Non si è qui in un contesto di pura analisi economica ma chi legge sa e comunque è in grado di procurarsi il valore nei confronti del PIL che quei comparti hanno, così come in quello degli altri Paese, pur con peculiarità diverse.

Per esempio in Italia, seconda potenza manifatturiera UE, sono fondamentale i comparti alta tecnologia, meccanica di precisione, ma pure enogastronomico, moda, ecc., senza dimenticare la prima risorsa che è quella del turismo.

Ovviamente per l’Olanda varrà il discorso finanziario, florovivaistico, ecc.; per la Germania, prima potenza manifatturiera, la situazione è simile alla nostra eccetto che per il turismo ma per contro a loro beneficio entrano in gioco altre specialità di tecnologia avanzata, ecc. ecc.

E in ogni caso il fatto che la Francia istituzionalmente affermi, ai primi di aprile, che alla fine della Pandemia sarà un successo se la loro crescita economica si attesterà a quella del 1945 con un già immaginato meno 8% di crescita nell’anno scorso mentre l’Italia affermi di essere al 1943.

Annate ben particolari, come si sa, e che fan riflettere.

Tutto questo, beninteso, guardando ai dati che dicono, per esempio, che il settore automobilistico ha perso mediamente in marzo l’85%, ecc., con trend simili in tutti i campi.

In ogni caso basta una scorsa veloce agli andamenti delle principali piazze borsistiche dell’Orbe terraqueo per rendersi conto della situazione.

Particolare enfasi poi viene data al prezzo del barile di petrolio che è caduto in picchiata creando comprensibilmente non pochi problemi alle economie dei paesi OPEC, che non sono solo quelli arabi del M e VO ma anche gli USA, primo produttore al mondo e Russia.

Dunque le misure economiche più comuni che nel Pianeta intero i Governi stanno prendendo, consistono nell’iniettare più o meno robuste di quantità di denaro alfine di supportare le intraprese tout court affinché non farle patire più di tanto e unitamente in cascata i lavoratori.

Si pensi però, per esempio, anche ai settori turismo e moda, assolutamente stagionali e a tutti i lavoratori di comparti a prescindere che hanno contratti interinali e a tempo determinato.

E il commercio al dettaglio, tutto, in particolare quello non food. Senza contare i Centri commerciali.

Ma pure la filiera industriale alimentare patisce, perché la chiusura di ristoranti e bar ha avuto e continua ad avere il suo peso.

Per inciso il governo italiano non ha preso misure efficaci a tutto aprile per le summenzionate categorie.

E pure la filiera tecnologica e l’alta tecnologia, tout court, a chi venderà nel breve/medio periodo i suoi prodotti se tutto lo sbocco principale della propria produzione in export è quell’Europa che versa nelle non certo brillanti condizioni ricordate o la Cina o gli USA?

La Russia, colpita ufficialmente non molto dalla Pandemia è comunque sotto le pluriennali sanzioni dell’Occidente tutto e in ogni modo, avendo sempre quei conti aperti con l’ONU, vedasi dossier Ucraina, Siria, ecc., in breve tempo non saranno di certo rimosse.

La Cina è in recessione e sempre sotto osservazione a livello WTO, come strascico delle recenti diatribe prima rammentate con gli USA e solo parzialmente e momentaneamente risolte poco prima dell’Emergenza Coronavirus.

Non per nulla, geopoliticamente parlando, stanno entrambe muovendosi con operazioni di volontariato, con medici e personale sanitario, con materiali, dpi, ecc. in una sorta di captatio benevolentiae nei confronti dei paesi occidentali europei, Italia in primis.

Italia che con la Cina, in virtù del noto a tutti, discusso e criticato da UE e USA, accordo siglato lo scorso anno dal Governo Giallo-Verde Conte I.

La c.d. Via della Seta, che mette disposizione tra l’altro il porto di Trieste come hub e smistamento delle merci di Pechino in Europa, è certamente più di altri nelle sue “simpatie”.

Accordo comunque parziale, nel senso che non c’è stata una più massiccia presenza cinese, come avrebbe potuto esserci e con ogni libertà di azione se si fosse perfezionata quella della fornitura basi per il 5G da parte della controllata dal Celeste impero Huawey.

UE, USA, e pure discussioni in consesso NATO, hanno, però, stoppato, ma l’Italia aveva comunque preso contromisure ad hoc, per il rischio di intelligence che Pechino potrebbe facilmente mettere in atto acquisendo dati sensibili per la Difesa.

Ora la domanda geopoliticamente rilevante è questa: di fronte ad un incerto avvenire economicamente parlando, che poi significa tutto in quanto senza denaro non c’è vita e progresso, detta in soldoni, i pesi di una Cina e di una Russia, messe in crisi e in angolo ma comunque potenti potranno essere determinanti per cambiare, molto o parzialmente, gli attuali equilibri?

Gli USA, che prima della Pandemia non avevano dubbi o quasi su una rielezione non proprio di misura alle presidenziali di novembre di Trump, in forza del quale e nonostante cali di stile c’era la disoccupazione da lui portata a livelli bassissimi, una certa ritrovata politica internazionale da cow-boy, che tanto inorgoglisce lo statunitense medio unito allo slogan “American first”, che tradotto significa: pensiamo a noi e lasciamo perdere rilevanti politiche di aiuto e sostegno politico e militare agli Alleati europei, non immischiamoci poi in M-VO , salvo poi ugualmente fare passi indietro o di lato (Vedasi Iran di cui sopra, Afghanistan, Iraq), ebbene come si comporteranno?

La domanda è d’obbligo perché la Pandemia, gestita colà inizialmente male e con distacco e poi meglio introducendo il metodo di gestione italiano appunto, ha vanificato e vanificherà vieppiù nel suo perdurare i successi di Trump in campo occupazionale, in primis.

Emergenza Covid 19 che ha evidenziato la mancanza di seri programmi di Protezione Civile, insufficienze del e nel sistema sanitario, ancorché in massima parte privato e dunque anche per questo respingente quelle classi sociali deboli, pure quelli di loro che in parte avevano beneficiato in termini di occupazione della politica di The Donald.

Dunque c’è da pensare che il recente candidato dei Democratici, Biden, già vice di Obama, che pur era partito in sordina e svantaggiato per la nomination, possa diventare Presidente parlando ai sentimenti più profondi e disorientati di un paese in crisi.

Quindi cambierà, se sarà lui Presidente, la politica estera USA a partire dal prossimo anno e probabilmente la nuova amministrazione cercherà di arginare la “deriva” europea e italiana in particolare verso le sirene della Russia, che profumano di gas e di annullamento delle sanzioni sulle importazioni dei beni italiani, UE e/o a quelle della Cina?

Su queste basi si giocheranno i nuovi equilibri geopolitici in Europa, UE, che alberga al suo interno ancora e comunque, come da anni ormai si fa, l’idea di creare una Comunità a due velocità, e questa profonda crisi emergenziale certamente non aiuta ad andare in un’altra direzione.

Anche se, comunque, sempre a seguito di questa Pandemia, l’Europa, UE, infine accumunata nella disgrazia abbia in programma di varare enfin serie misure di sostegno, MES o Eurobond a tempo o definitivi che siano, oltre ai già consentiti maggiori sforamenti dei debiti pubblici dei singoli membri.

Non si dimentichi che anche la Francia, pur sempre strettamente legata alla Germania nel “guidare” l’UE ha chiesto aiuti consistenti allineandosi agli altri partner “meridionali” meno dotati, tra i quali una Spagna messa a dura prova dalla Pandemia e in continua crisi di stabilità politica da un paio di anni almeno.

Le misure per “autosostenersi”, mettendo da parte almeno per un poco gelosie, menefreghismi, rivalità, egoismi, tutti quegli aspetti che fanno dire ai movimenti politici sovranisti nostrani, ungheresi, olandesi, tedeschi, ecc. quanto non sia conveniente restare più in UE.

Ma dimenticando però che l’unico Paese UE che ne sia poi uscito, la Gran Bretagna, per anni dal referendum Yes/No ha penosamente trattato, quasi elemosinato, accordi economici e finanziari con la tanto detestata UE stessa.

E ciò rendendosi conto, già un minuto dopo aver di strettissima misura intrapresa la strada dell’exit, dell’errore compiuto.

La qual cosa ha creato poi nel proprio seno spaccature ulteriori che porteranno probabilmente, appena sarà possibile, ad ulteriori exit, si pensi al caso Scozia soprattutto e Galles, che mai avevano pensato ad abbandonare la UE, con Glasgow che continua a chiare un nuovo referendum per l’indipendenza da Londra.

Ciò a testimonianza che per quanto imperfetta e non compiuta in ambito squisitamente Unitario, ovvero Economia e Politica e Difesa, la UE resta e resterà sempre un baluardo dì democrazia, finanza e solidarietà, magari ottriata, però...

Quindi essa resisterà alle lusinghe di quelle sirene dell’Est ex sovietico e della Celeste nuova potenza planetaria dell’Estremo oriente, seppur momentaneamente azzoppata, nell’ipotesi che l’altra sponda dell’Atlantico non muti politica?

Un’ultima considerazione che può da qui a breve, nella fase post Pandemia comunque, interessare l’Europa e non solo e suona come una minaccia.

A seguito di una probabile e possibile ancor più grave crisi si potranno verificare quelle tentazioni di chiusure delle Economie nazionali, oltre che dei già citati “rigetti” delle realtà sovranazionali come UE, sulla falsa riga aggiornata di ciò che accadde nel 18° secolo a causa delle gravi pandemie che si verificarono?

Alla Geopolitica spetta di porsi degli interrogativi sugli scenari possibili. Ai posteri, come da sempre, però resta l’ardua sentenza!

Marco Montesso

 

Foto di apertura: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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Articolo pubblicato il 17/04/2020