Ferrea classe 1924, a 96 anni si è spento oggi (alle 18,25 ora locale) nella Grande Mela, dove viveva da più di mezzo secolo, Mauro Lucentini, storico giornalista italiano, co-fondatore dell’Ansa e inviato negli Stati Uniti a dirigere la succursale dell'Agenzia, columnist della Voce di New York e corrispondente estero del Corriere dell’Arte di Torino, nonché, in passato, di primarie testate nazionali (Il Giornale di Indro Montanelli, Il Mondo) ed internazionali (Commentary, Inquiry, la Reuters), autore del saggio America che cambia (Rizzoli, Milano, 1967) e della monumentale quanto snella Guida di Roma, in tre volumi, e fratello dello scrittore Franco (sodale di Fruttero nella nota “Ditta” letteraria che diede alle stampe capolavori quali La donna della Domenica, A che punto è la notte eccetera).

Nella sua lunga carriera professionale, ha incontrato ed intervistato personalità del calibro di Ronald Reagan e Andy Warhol e si è occupato di ogni argomento, dalla politica alla cronaca alla cultura; soprattutto a quest’ultima ha dedicato, con raffinata competenza e ineguagliabile stile comunicativo, la maggior parte delle sue mirabili energie intellettuali sino a poche settimane fa, quando la salute è assai peggiorata: “Ha evitato il coronavirus, ma alla fine è morto essenzialmente di vecchiaia, senza soffrire, pacificamente”, riferiscono i figli Eric e Jack.

Al di là del rituale coccodrillo commemorativo, apprendendo la triste notizia della scomparsa del "decano", non si può non riconoscere con commozione che ci ha lasciati un buon Maestro di un’imperitura generazione del Novecento, d’un’altra epoca, sì, eppure nostra contemporanea, mai anacronistica. Resterà con noi. Sempre.

(e.s.l.)

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